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San Marino, emergenza liquidità: giro di vite sulla spesa

da Redazione

Dai 40,4 milioni di euro di dicembre 2014, a fine anno il saldo potrebbe essere di soli 8,6. Ma non tiene conto di diverse “uscite” extra.

tabella flussi di cassa

 

di Daniele Bartolucci

 

La situazione dei conti pubblici dello Stato peggiora di anno in anno, come confermano i dati elaborati dalla Direzione della Finanza Pubblica e dalla Contabilità di Stato, forniti dal Segretario di Stato alle Finanze e Bilancio, Eva Guidi, nella risposta all’interpellanza dei consiglieri Alessandro Mancini e Denise Bronzetti. Dopo qualche rinvio, in verità, finalmente la fotografia del recente passato (2014-2018) è stata scattata e non è certamente positiva: la liquidità dello Stato si è ridotta di mese in mese, facendo suonare più volte i campanelli d’allarme (a rischio, come se fosse un’azienda, il pagamento dei fornitori, in questo caso anche i dipendenti statali e i pensionati). In sintesi, se a gennaio 2014 il saldo era di quadi 65 milioni di euro e a dicembre era di 40,4 milioni, l’anno seguente sono diventati quasi 45 e quasi 33; poi nel 2016 37,7 e 25,3; nel 2017 29,7 e 22,8; infine nel 2018 a gennaio si è partiti con un saldo di 25,4 e si è chiuso l’anno con 42,4 milioni di euro in cassa.

Ma l’analisi del “passato” non basta a definire il trend negativo di cui si sta discutendo: perché i due Uffici citati hanno anche elaborato una proiezione mensile per il 2019, dalla quale – come giustamente evidenzia anche il Segretario Guidi – emerge che sostanzialmente il saldo tra entrate e uscite resterà comunque positivo, anche se il margine di manovra sarà pressochè nullo a fine anno, con soli 8,6 milioni di euro che rimarrebbero in cassa.

Va detto che la liquidità di cassa al 28 febbraio 2019, come da richiesta dei Consiglieri, è di oltre 51,7 milioni di euro, ed “è riferita al saldo del conto corrente di gestione e al saldo del conto corrente di riserva, di cui all’articolo 91 della Legge 18 febbraio 1998 n. 30, accesi entrambi presso la Banca Centrale della Repubblica di San Marino per la gestione del Servizio di Tesoreria”. Ovviamente tutti i dati sui flussi di cassa rendicontano entrate e uscite, tra cui (anche nelle previsioni) sono ricompresi “le spese mensili per il personale, le spese per il rimborso degli interessi e delle quote capitale relativi ai finanziamenti sottoscritti”. Insomma anche dei debiti. Ecco perché la previsione di “nuovo debito” (che sia un finanziamento estero o altri Titoli di Stato come fatto negli ultimi anni) potrebbe cambiare, in peggio, questi dati. E’ vero che un finanziamento darebbe ossigeno ai conti, ma al contempo continuerebbe a ridurre la liquidità (gli interessi vanno pagati e i prestiti rimborsati, ndr). Del resto, come dicono sempre gli imprenditori, indebitarsi per gli investimenti fruttiferi è una cosa positiva, farsi prestare soldi per pagare altri debiti porta a una spirale pericolosissima ed è molto difficile poi uscirne.

 

LE INCOGNITE: DEBITO CON BCSM E BILANCIO CARISP


Il rischio di non poter coprire i flussi in uscita, come ha spiegato anche il Segretario Guidi, sembrerebbe quindi venir meno, ma ci sono diverse incognite da qui a fine anno. In primis, il saldo non tiene conto dei 55 milioni da restituire, entro giugno, a Banca Centrale e soprattutto non può – perché deve essere ancora approvato il bilancio – tenere conto nemmeno delle somme necessarie alla ricapitalizzazione di Cassa di Risparmio (a coprire le perdite, che si preannunciano consistenti, oltre i 34 milioni di euro). Anche in questo caso la Guidi si è detta fiduciosa, come riportato da RTV: “Stiamo facendo valutazioni per far fronte ai nostri impegni nei confronti di BCSM e anche sulla ricapitalizzazione per la copertura delle perdite di Carisp, cercando di non incidere in nessun modo sulla liquidità”.

 

SPENDING REVIEW E SVILUPPO


Al netto delle “incognite” e delle soluzioni che il Governo metterà in campo perché queste non incidano sulla liquidità dello Stato, la situazione dei conti pubblici è preoccupante, e non da oggi. I dati forniti dalla Segreteria di Stato infatti, non stupiscono più di tanto: il PIL del Paese è fermo da tempo, mentre la spesa corrente ascritta al Bilancio dello Stato è aumentata comunque negli ultimi anni, nonostante sia chiaro ormai a tutti che la strada da seguire (e perseguire convintamente) fosse quella opposta. Anche la Guidi – per ora a parole – sembra voler intendere questo concetto, quando a RTV dichiara che si aspetta che il dato di proiezione migliori, “da una parte con i provvedimenti sullo sviluppo che porteranno nuove entrate e soprattutto con i risparmi di spesa”. Se i provvedimenti per lo sviluppo sono quelli annunciati dal collega Segretario di Stato, Andrea Zafferani (vedi Fixing nr. 17), ovvero il “pacchetto crescita” e le semplificazioni, è probabile che questo si avveri, ma sicuramente non nell’immediato. Si parla infatti di nuove imprese e nuovi investimenti in particolare, mentre per le aziende che già operano oggi nel contesto sammarinese, non significherà di certo un immediato aumento di fatturati e assunzioni (che si tradurrebbero in tasse e contributi, come spera anche il Segretario Guidi). E’ una strada giusta, ma purtroppo ci vorrà tempo. Cosa che San Marino non ha. Per questo motivo occorrerà spingere l’acceleratore sulla Spending Review, che non è una riforma come quella delle pensioni, ma vive purtroppo dello stesso difetto politico: non porta consenso, anzi probabilmente ne toglie. Anche per questo, nonostante gli annunci fin dal lontano 2012, ancora oggi una seria e sana operazione di “revisione della spesa” non è stata ancora approntata, con il risultato di non essere riusciti (nessun Governo finora, almeno) a incidere in maniera determinante sulla spesa corrente dello Stato, che è aumentata. Se poi la liquidità diminuisce, come detto, non c’è di che stupirsi. A meno che l’economia non voli (e non sta volando per niente), non c’è altro risultato da attendersi, né c’è altra strada che tagliare le spese per poter recuperare risorse e permettersi di guardare con un po’ più di ottimismo alle scadenze che stanno per arrivare.

 

BOTTA E RISPOSTA


“Un mese e tredici giorni per rispondere all’interpellanza presentata dai consiglieri Alessandro Mancini e Denise Bronzetti sullo stato della liquidità e sulle previsioni per i prossimi mesi”, inizia così il commento del Partito Socialista al fatto che “lo scorso 30 aprile la risposta, seppur parziale, con i relativi allegati è stata trasmessa ed è del tutto evidente il perché il Governo della trasparenza abbia fatto passare 44 giorni prima di rendere pubblico quanto richiesto”. E allora, “tutti quanti ricordiamo quando durante il dibattito sul decreto della Patrimoniale dello scorso novembre, il Segretario alle Finanze indicò alla sua maggioranza di respingere un emendamento delle opposizioni che chiedeva di posticipare di soli 20 giorni il pagamento della imposta straordinaria, ammettendo candidamente che non era possibile in quanto lo stato della liquidità non permetteva di poter pagare le “tredicesime” senza che prima non fosse stata incassata la patrimoniale. Purtroppo il segretario Guidi non aveva fatto una “gaffe” come si pensava visto il suo arrivo da pochi giorni al vertice della Segreteria di Stato del dopo Celli, ed i dati oggi a disposizione ci confermano quello che il Governo ha cercato in tutti i modi di tenere nascosto: il saldo previsto a dicembre 2019 al netto delle entrate e delle uscite è di soli 8.651.050,80 euro. Il peggior dato degli ultimi 5 anni! – Nel dicembre 2016 c’erano oltre 25 milioni di euro. Sono del tutto evidenti gli effetti della inesistente politica economica e di gestione delle risorse da parte del governo di Adesso.SM con un impatto estremamente negativo sul bilancio dello stato. I gravi errori commessi nel comparto bancario e finanziario con l’inevitabile perdita di fiducia nel sistema, la contrazione dei consumi, nessuna azione veramente concreta di revisione della spesa per liberare risorse ma soprattutto l’assenza totale di provvedimenti legislativi o atti normativi collegati ad un progetto di sviluppo sono sotto gli occhi tutti e i dati di questa interpellanza purtroppo certificano un Paese in grosse difficoltà che ha bisogno di un cambio di rotta il prima possibile, cambio di rotta che non potrà certamente avvenire con il Governo di Adesso.SM”. Lo stesso Alessandro Mancini, intervenendo in Commissione Finanze, ha rincarato la dose: “Non è sempre stato un elemento di criticità per la tesoreria dello Stato. La risposta all’interpellanza è arrivata, anche se in ritardo, con tutti i dati che chiedevamo: il saldo al 2014 era di 40 mln di euro, del 2015 di 32 mln di euro, nel 2016 di 26 mln di euro, nel 2017 di 22 mln, il salto del 2018 – per gli effetti della ripatrimonializzazione di Cassa – era passato a 42 mln. La previsione per il 2019 è di 8 mln di euro. Il problema liquidità è serio e nell’ultimo anno si è mostruosamente aggravato”.

La risposta A stretto giro arriva la risposta di Eva Guidi, Segretario di Stato alle Finanze, che ha rassicurato a RTV: “Non c’è da preoccuparsi. Ci sono disponibilità per fare fronte a tutti i pagamenti dello Stato”. Del resto è specificato anche nella risposta all’interpellanza, laddove la stessa Guidi ha risposto che “Le previsioni dei flussi di cassa dei prossimi mesi non evidenziano l’impossibilità o il rischio di non riuscire a corrispondere i flussi in uscita”.

Finanziamento esterno E’ chiaro che di fronte a questi dati, si torni a parlare anche di finanziamento esterno, soprattutto in previsione di una nuova ricapitalizzazione di Carisp, – da chiarire se e quanto servirà – ma la Guidi temporeggia: E’ necessario prendersi tutto il tempo che serve, visto che i dati di proiezione di liquidità ci danno la possibilità di pensare che tutte le spese siano coperte abbondantemente quantomeno fino alla fine dell’anno e anche dopo”.

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