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Rifiuti, un Monte di costi (voce per voce)

da Redazione

San Marino: dal 2010 al 2013 si sono contratti i quantitativi prodotti di RSU. Nel tempo cresciuta invece la differenziazione.

 

Non ci si può rifiutare di riflettere su quanto lo Stato spende ogni anno per i rifiuti. E non si può non ragionare su come cercare di abbattere i costi e, naturalmente, anche la produzione dei materiali che vengono buttati via. Non è solo un discorso di portafogli, chiaramente: è anche una forma di rispetto verso la natura. Verso l’ambiente. Sorvolando gli slogan che in questi ultimi mesi – se non addirittura anni – hanno scandito le campagne elettorali, proviamo a fare un po’ di luce, per capire il peso di questa voce. Quantitativi di rifiuti prodotti, costi, processi virtuosi per ridurre gli scarti, iniziative a supporto dell’ambiente.

 

Quantitativi RSU


La strada che il Titano ha intrapreso sui rifiuti solidi urbani (la somma dei rifiuti indifferenziati e quelli da raccolta differenziata) è all’insegna della riduzione dei quantitativi.

Un obiettivo raggiunto sia grazie alle campagne di sensibilizzazione e prevenzione messe in campo dal Monte – un processo che ha coinvolto anche le scuole – ma anche dalla crisi economica, che compresso i consumi.

Nel 2010 il Titano ha prodotto 20 mila tonnellate di RSU (15.800 tonnellate di rifiuti indifferenziati e 4.200 tonnellate di differenziati). Ma già l’anno successivo vediamo che la produzione di rifiuti solidi urbani è scesa a 19.433 tonnellate complessive (15.300 di RI e 4.140 di RD). Un trend che è proseguito anche nel 2012 con 18.450 tonnellate di RSU prodotti (14.460 di RI e 3.990 di RD) e nel 2013. Sulla bilancia, lo scorso anno, i rifiuti urbani hanno fatto segnare 18.096 tonnellate di RSU, suddivisi tra RI (13.786 tonnellate) e RD (4.310 tonnellate). Giova osservare come in questo arco di tempo sia da un lato crollata la produzione di RSU, e dall’altra sia invece cresciuta la percentuale della differenziata sul totale dei RSU. In quattro anni difatti i RD sui RSU sono passati dal 20,8% (2010) al 21,3% (2011), per poi salire ancora nel 2012 (21,63%) e nel 2013 (23,82%).

 

Costi dei rifiuti  


A San Marino, come nella vicina Italia, l’attività di raccolta avviene tramite i cassonetti, che accolgono sia i materiali riciclabili che i rifiuti indifferenziati. I costi per il servizio di igiene urbana si aggirano attorno ai 2 milioni di euro: in questo importo sono compresi il trasporto e lo smaltimento dei RSU. A questa cifra si devono poi aggiungere circa 450 mila euro di spese per la raccolta dei rifiuti sul territorio.  

Per quel che concerne i rifiuti transfrontalieri, quelli cioè che vanno nelle discariche o negli inceneritori, nel 2013 il Monte ha pagato più di 2 milioni di euro. Costi che, dopo la decisione di pretrattare i rifiuti sul Titano prima del viaggio in Italia – quindi la vagliatura e separazione in loco -, sono destinati a crescere. La macchina per il tritovaglio – a noleggio: 10 mila euro al mese – ha e ha avuto un prezzo. Sono stati spesi 24 mila euro per il posizionamento a San Giovanni, a cui si devono assommare – mensilmente – circa mille euro per i consumi elettrici e altri mille euro per la manutenzione e altri voci.

E’ cosa nota l’iniziativa che si sta espandendo sul Monte, e che riguarda il porta a porta. E che ha un costo. La sua capillarità su tutto il territorio del nuovo sistema di raccolta oscilla tra il milione e 700 mila euro e i due milioni. La voce grossa – 1.400 mila euro – la fa il maggior onere per la raccolta casa a casa rispetto a quello tramite cassonetti (il porta a porta ha un prezzo per tonnellata di 230 euro mentre quello per i cassonetti è di 185 euro a tonnellata). La raccolta costa di più ma dovrebbe eliminare il costo del trasporto e smaltimento fuori dai confini.

Dovrebbe essere questo lo scopo del porta a porta: trasformare i rifiuti raccolti evitandone il trasporto e smaltimento in discarica o inceneritore.

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