Home FixingFixing Referendum UE e contratti. I rischi della scelta facile

Referendum UE e contratti. I rischi della scelta facile

da Redazione

Domenica 20 ottobre sammarinesi alle urne per due quesiti delicati. Fixing dedica uno speciale di 4 pagine a spiegazioni e chiarimenti.

 

Questa domenica, 20 ottobre, i cittadini sammarinesi – e i sammarinesi residenti all’estero – sono chiamati a pronunciarsi su due quesiti referendari, entrambi propositivi. Il primo riguarda il percorso che il Titano dovrà affrontare e che dovrebbe portare all’eventuale richiesta di adesione all’Unione Europea. Il secondo invece punta a legare – quando i contratti collettivi sono in fase di rinnovo – le retribuzioni dei lavoratori al tasso d’inflazione sammarinese. Poiché si tratta di un passaggio estremamente delicato, San Marino Fixing ha deciso di dedicare le quattro pagine centrali di questo numero all’approfondimento. Entreremo nei dettagli dei due quesiti. Cercheremo di spiegare le possibili conseguenze delle scelte. Metteremo a confronto le posizioni del sì e del no. Infine vi spiegheremo come si vota, svelando i meccanismi dei referendum.

A noi piace parlare chiaro, quindi dichiariamo pubblicamente da che parte stiamo. Sulla questione europeista siamo convinti che San Marino non sia ancora culturalmente pronta a affrontare un tema così articolato e in divenire – mancano informazioni, manca la consapevolezza – ma prima o poi con l’UE ci si dovrà fare i conti. E forse è meglio prima che poi, quindi ben venga questo referendum. E, lo diciamo sussurrato, ben venga anche la vittoria dei “sì”. Sul quesito astutamente chiamato “salva stipendi” invece sin dal principio ci siamo schierati contro. “No”, scheda bianca, nulla, non ritirata, purché non il “sì”. Perché questa scelta? Al di là del fatto che svilisce le parti sociali, ma questo gli elettori non li tocca, è anche pericoloso per l’economia. Rischia infatti di dare il colpo di grazia a molte imprese, e ci porta sempre più lontano dal pareggio del bilancio pubblico, generando debito e stimolando nuovi tagli e nuove tasse. Scusate se è poco.

Una parola sul quorum. Forse non tutti sanno che perché i due referendum siano validi, non basta il 32% dei votanti. Paradossalmente, con 10.605 sì e 10.604 no (o viceversa), con oltre il 60% di votanti, il referendum non sarebbe valido. Una bella beffa…

 

L’articolo integrale su San Marino Fixing n. 38, in edicola da venerdì 18 ottobre

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento