Dobbiamo solo non incorrere nel rischio di credere che la realtà che ognuno vede – o che crea – sia l’unica, poiché questa sarebbe la più pericolosa delle illusioni.
di Marta Bossi
L’irriverente Oscar Wilde scriveva che “l’illusione è il primo dei piaceri”. Dunque noi possiamo creare la realtà esterna secondo immagini che più ci aggradano e quando davvero la immaginiamo rosea e promettente, diveniamo vittime o artefici del nostro destino.
Sarà dunque un piacere come sosteneva Wilde oppure sarà pericoloso e dannoso? Dove pende l’ago della bilancia? Personalmente credo che occorra mantenere un equilibrio tra il crearsi illusioni e affrontare l’effettività del mondo reale. Le illusioni sarebbero una vera panacea di tutti i mali se l’uomo vivesse da solo e avesse pieno potere sugli eventi circostanti. Tuttavia, il mondo è popolato da miliardi di individui, ognuno con la propria attitudine e modo di fare che andranno inevitabilmente a cozzare col proprio personale. Tutta l’illusione perfetta creatasi nella mente si frantuma.
Ecco il motivo per cui credo che ad un certo punto le illusioni andrebbero sospese, poiché a lungo andare esse rendono tossici gli amori, sono il più grande nemico dell’anima, diventano demoni.
Fortunatamente l’illusione in sé per sé è effimera e dunque tende ad autoeliminarsi da sola.
Dobbiamo solo non incorrere nel rischio di credere che la realtà che ognuno vede – o che crea – sia l’unica, poiché questa sarebbe la più pericolosa delle illusioni.