Home FixingFixing Olimpiadi Sochi: le più costose. Per celebrare lo Zar Vladimir

Olimpiadi Sochi: le più costose. Per celebrare lo Zar Vladimir

da Redazione

La paura del terrorismo e quel genocidio dimenticato.

 

di Loris Pironi


Mai come quest’anno i Giochi Olimpici, quelli invernali ma anche andando a ritroso nel tempo fino alle origini il discorso vale anche per i Giochi estivi, hanno un volto, un nome e un cognome. Quello di Vladimir Putin, lo zar di tutta la Russia (cioè quello che rimane dell’ex impero socialista sovietico) che le ha fortissimamente volute, per dimostrare la volontà della Russia di confermarsi superpotenza a tutti gli effetti, ma anche per celebrare il proprio personale potere. Un uomo solo al comando, tra smargiassate e autoritarismo d’antan.

Sochi è una ridente località balneare sul Mar Nero, nel sud della Russia. Una volta, parliamo dei tempi dello Zar (quello vero) Nicola II, l’ultimo imperatore di Russia, i ricchi la frequentavano nei mesi più caldi dell’anno. Altrettanto facevano i burocrati di partito e alcuni fortunati lavoratori in epoca sovietica.

I Giochi Olimpici di Sochi che apriranno ufficialmente i battenti il 7 febbraio. Eppure – in molti lo ignorano – i Giochi di Sochi non si svolgeranno a Sochi, ma in gran parte nei dintorni. Tra villaggi alpini letteralmente “inventati” e piazzati sui monti circostanti, impianti e infrastrutture costruite partendo da zero appositamente per questi Giochi. Che a giusta ragione sono considerati i più costosi di sempre, con una cifra – naturalmente non ufficiale, nella Russia di Putin – che oscilla tra i 35 e i 50 miliardi di dollari, a seconda delle stime.

Ma Sochi rischia di prefigurarsi anche come una località molto calda, e non sotto il profilo climatico. Proprio tra questi monti del Caucaso nel XIX si è consumato un genocidio a lungo dimenticato, il cui ricordo è stato rispolverato proprio in virtù di questi giochi, il genocidio del fiero popolo Circasso. Sochi è circondata da Repubbliche non sempre riconosciute come Ossezia del Nord, Cecenia, Daghestan, Abkhazia, tutti luoghi ricordati dai telegiornali negli ultimi anni esclusivamente per tragici eventi e attentati terroristici. E questo lembo periferico di Russia è attraversato anche da tensioni religiose, con gli integralisti musulmani che puntano a creare un emirato islamico a una manciata di chilometri da Sochi. E nei loro sogni distorti vorrebbero trasformare le Olimpiadi nella più grande dimostrazione di terrore post 11 settembre, sostituendo la magia dello sport con una vetrina mediatica della propria capacità di agghiacciare il mondo. Del resto c’è un precedente che mette i brividi: il famigerato settembre nero di Monaco 1972 quando i Giochi Olimpici tedeschi furono funestati dal sequestro di 11 atleti israeliani nella cittadella olimpica che culminò con la morte di tutti gli ostaggi, di un poliziotto tedesco e dei cinque assalitori palestinesi. L’auspicio di tutti è che ricordare quei tragici eventi possa esorcizzare il rischio che la storia si ripeta.

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