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NPL Delta, la maggioranza non cambia idea: ok all’offerta

da Redazione

L’operazione passa di nuovo in mano a Cassa di Risparmio per il via libera definitivo. Le opposizioni decidono di non votare e durante la Commissione nuova protesta in strada.

Carisp

 

di Daniele Bartolucci

 

Da una parte la protesta, in strada e in aula, dall’altra una maggioranza che non cambia idea e tira dritto sulla questione crediti Delta. Lunedì scorso l’ultimo atto di una querelle che si trascina da mesi, a colpi di accuse, relazioni tecniche, atti della Magistratura e manifestazioni pubbliche di protesta: alla fine la Commissione Finanze ha approvato un ordine del giorno che sostanzialmente conferma la linea decisa in precedenza sulla base delle deliberazioni del Cda di Cassa di Risparmio.

Alla votazione dell’Odg non hanno partecipato i commissari di opposizione, ufficialmente perché avrebbero preferito differire la decisione per più approfondite valutazioni, in realtà perché non vogliono avere niente a che fare con questa decisione, che considerano – almeno politicamente – sbagliata. Ora la “palla” passa di nuovo all’assemblea dei soci di Cassa di Risparmio, che dovrà definire l’operazione (al momento della pubblicazione di questo numero di Fixing, non era ancora stata convocata, ndr).

E mentre in Commissione Finanze si andava delineando questo risultato, all’esterno andava in scena l’ennesima manifestazione di protesta, ancora una volta messa in campo da Democrazia in Movimento per dire “No” a quella che è definita una “svendita degli Npl”. Del resto su questa operazione c’è stata molta confusione, fino alla fine: l’offerta del fondo Cerberus alla Sgcv per i crediti non performanti di Cassa di Risparmio (109 milioni di euro, a fronte di un valore nominale iniziale di 1,2 miliardi di euro) è nota in effetti da qualche mese, ma non è chiaro quanto di quei 109 milioni resterà effettivamente dopo i vari storni e costi accessori. Non è infatti chiaro quanto sia il rapporto tra valore iniziale e risultato economico finale: c’è chi parla di un 16% e chi di un 4%. Trattandosi di milioni di euro, è facile capire che queste percentuali siano abbastanza rilevanti (anche perché determinerebbero la bontà o meno di un’operazione del genere). Come non è del tutto chiara l’operazione precedente, anche se si entra nel regno delle ipotesi e a San Marino in questi mesi ne sono circolate parecchie. Come di relazioni tecniche: la stessa maggioranza ha citato ben 6 relazioni su Cassa di Risparmio, più una settima, accreditata alla società di consulenza Aram Capital Limited, che sarebbe subentrata alla Pricewaterhouse Cooper, la quale invece si è rifiutata di stilare la perizia sul bilancio della banca. Sul caso è intervenuto anche il PDCS, rilevando un probabile – ma non confermato – conflitto di interessi tra la Aram Capital e lo stesso fondo Cerberus, recuperando alcune operazioni recenti tra Aram e Cerved. Anche per questo motivo avrebbero ritirato la propria delegazione evitando di votare l’Odg proposto dalla maggioranza.

Ma anche di polemiche e accuse a vario titolo, come si diceva pocanzi, è zeppa la cronaca di questi giorni. Accuse basate sulle ordinanze del Tribunale, ma anche polemica politica, visto che proprio il Presidente della Commissione Finanze, Tony Margiotta, si è dimesso nei giorni scorsi, rompendo formalmente con il Governo e il suo partito SSD. La sua decisione, arrivata a pochi giorni dalle dimissioni del Segretario Simone Celli, è stata un colpo durissimo (anche per la “base sociale” che Margiotta rappresenta), ma anche di fronte a quelle dimissioni e alle relative accuse circostanziate di Margiotta, la maggioranza targata Adesso.sm non ha cambiato atteggiamento e linea: si va avanti, decisi. E così lunedì è stato subito nominato un nuovo Presidente di Commissione, individuato in Roberto Joseph Carlini, che ad appena 23 anni si è ritrovato subito una responsabilità non da poco sulle spalle.

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