Home FixingFixing La banda larga c’è già: perché certi investimenti?

La banda larga c’è già: perché certi investimenti?

da Redazione

Stefano Spitaleri (Telenet): “Tlc, a San Marino c’è scarsa informazione. Pronti a sederci al tavolo con gli altri operatori per pianificare il futuro”.

 

di Loris Pironi

 

L’Authority prevista per legge – da anni – ma mai nominata. Il recente “sdoppiamento” della rete a banda larga da parte dello Stato, con l’ingente investimento dell’AASS (a chi e a cosa serve?). E ancora, l’insufficiente copertura della telefonia mobile a causa di un’insufficiente dislocazione delle antenne sul territorio della Repubblica.

Di questioni irrisolte ce ne sono parecchie in materia di telecomunicazioni, a San Marino.

Fixing ha provato a metterle in fila, una dietro l’altra, sul numero 43, uscito in edicola venerdì 22 novembre: potete rileggere il servizio (intitolato “San Marino, Telecomunicazioni: un settore da governare”) sul nostro sito internet, www.sanmarinofixing.com.

Abbiamo quindi deciso di dare voce agli addetti ai lavori, ai responsabili dei quattro operatori autorizzati, per provare a fare ulteriore chiarezza e sentire da loro come implementare un settore strategico, fondamentale per condurre il Titano nel futuro.

Telenet è uno degli operatori in questione. È concessionaria sia di rete fissa sia mobile, è proprietaria di una rete in fibra ottica che si estende sul territorio della Repubblica ed integra quella dello Stato. Il suo mercato si concentra soprattutto sul settore degli istituti di credito di San Marino e sulle aziende più grandi, clienti che per definizione hanno esigenze particolari, ma prevede nei prossimi anni anche uno sviluppo nei servizi rivolti alle piccole e medie imprese.

 

A Stefano Spitaleri, Direttore di Telenet, chiediamo se parlando di Tlc a San Marino non si sia fatta un po’ troppa confusione in questi anni.


“Più che confusione – risponde Spitaleri – credo si possa dire che c’è scarsa informazione. In realtà a San Marino ci sono problemi e il settore può e deve crescere molto, ma a livello di servizi erogati, per quanto riguarda la telefonia fissa, mobile oppure internet, in Repubblica sono erogati gli stessi servizi che si trovano in qualsiasi altro Paese”.

 

Con la stessa qualità e con tariffe allineate?


“Per quanto riguarda i costi, la peculiarità di San Marino come piccolo Stato non avvantaggia di certo gli operatori: portare i servizi qui ha costi lievemente più alti, ma parliamo di pochissimi punti percentuali. Per quel che riguarda la qualità, invece, siamo perfettamente allineati: il digital divide (il divario tra chi ha accesso effettivo alle nuove tecnologie e chi non ce l’ha, ndr) non è certo una questione che riguarda San Marino”.

 

Però di problemi ce ne sono. Ad esempio la copertura della telefonia mobile…


“È vero, sul territorio sono dislocate troppo poche antenne per consentire di fornire un servizio adeguato. È indispensabile che lo Stato intervenga per sviluppare la rete in maniera organica, magari mettendo a disposizione di tutti gli operatori le stesse strutture su cui posizionare le antenne. Si consideri che i parametri di sicurezza adottati a San Marino sono già decisamente restrittivi”.

 

L’impressione è che anche gli operatori abbiano qualche responsabilità se finora non si è mai giocato “di squadra”, se non si è mai fatto sistema.


“Da parte nostra, come Telenet, non ci siamo mai rifiutati di discutere. Anzi, più volte abbiamo proposto di supportare lo Stato, insieme a tutti gli altri operatori, per definire regole chiare e certe. È nel nostro interesse: sono convinto che un tavolo tecnico sulle Tlc con tutti gli operatori porterebbe sicuramente frutti in tempi rapidi. E una volta tanto non servirebbero neanche esperti o consulenti esterni”.

 

San Marino sconta la mancanza di scelte strategiche.


“Fra l’altro ci sono scelte che, a costo zero per lo Stato, permetterebbero di favorire la concorrenza e quindi rappresenterebbero uno stimolo a migliorare i servizi e a ridurre i relativi prezzi: mi riferisco alla portabilità del numero di telefono, come succede da tempo oltre confine. Oggi all’utente non viene consentito di cambiare operatore conservando il proprio numero telefonico: questo ‘ingessa’ il mercato. Ma il vero nodo sta proprio nel fatto che manca l’operatività per un vero piano strategico delle telecomunicazioni”.

 

Una domanda che, considerato il livello del dibattito pubblico, non è affatto scontata. La banda larga, a San Marino, c’è oppure no? E funziona? Lo chiediamo perché c’è una certa perplessità sulla recente operazione dell’AASS che ha coperto le dorsali del territorio sammarinese con una seconda rete di fibra che di fatto duplica quella esistente.


“La banda larga a San Marino c’è, assolutamente. E sicuramente funziona, dal momento che i nostri clienti ne stanno usufruendo già da tempo. Per quanto riguarda la nostra parte, ma viste anche le dichiarazioni degli altri operatori, piuttosto che disperdere investimenti pubblici nelle infrastrutture sarebbe stato meglio investire sulla formazione del personale, o sul lavoro in generale”.

 

Anche Telenet ha portato avanti un piano investimenti, in questi ultimi anni. Che obiettivi perseguite?


“È ormai giunto alla conclusione il nostro piano quadriennale di investimenti, un progetto della portata di alcuni milioni di euro. Entro il primo semestre del 2014 giungeremo a completare l’offerta di servizi in ultra-broadband, ovvero la banda larga di nuova generazione”.

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