Home FixingFixing IAM srl: i kit da montagna o da mare non sono più “recuperabili”

IAM srl: i kit da montagna o da mare non sono più “recuperabili”

da Redazione

Spessissimo difatti sono costruiti con materiali di poco valore.

 

di Mirkare Manzi

 

Mese in agosto, il momento clou e forse il più atteso per chi stacca la spina dal lavoro e va in ferie ma anche quello per fare il cosiddetto “cambio degli armadi”. Che sia mare, montagna o campeggio, questo è il periodo di andare in soffitta, in garage o semplicemente aprire i bauli e iniziare a scegliere cosa portare in vacanza. Certamente troveremo qualche “oggetto” di cui conservavamo memoria, magari legato a un “particolare” dell’anno prima, ma anche qualcosa di cui ci eravamo semplicemente dimenticati.

Spesso, in vista di una nuova meta da scoprire e vivere, le persone tendono ad acquistare qualcosa di nuovo: via le vecchie pinne un po’ scolorite, così come il boccaglio e la maschera da sub, che magari nel tempo non sono più così “ermetici” e fanno passare l’acqua, così da far spazio ai nuovi oggetti, magari di design o all’ultimo grido.

Non finirò mai di dirlo, ma “il respiratore”, così come i tanti attrezzi balneari – e mi riferisco ai materassini, ai salvagente, ai braccioli per i bimbi, ai secchielli e alle palette per costruire i castelli di sabbia – non sono recuperabili in quanto, spessissimo, sono costruiti con materiali di poco valore. Se tutti questi oggetti sono rotti e quindi non più utilizzabili, l’unica via è quella di portarli o al Centro raccolta di San Giovanni, oppure conferirli alle aziende che si occupano della gestione dei rifiuti, come ad esempio la IAM srl. Qualora gli oggetti siano ancora integri e funzionanti ma li si vuole ugualmente cambiare (linee non più di moda, colori “terribili” oppure, e capita, durante l’inverno abbiamo messo su qualche chilo di troppo e la maschera per le immersioni è diventata troppo piccola), come i nostri lettori oramai ben sanno, gli si può dare una “second life”. Regalarli a chi ne ha bisogno, oppure portarli in qualche mercatino dell’usato, sono due ottime soluzioni.

Sono rifiuti non recuperabili anche quelle che compongono i kit da montagna o da campeggio: tende, scarponi e tanto altro ancora, poiché sono fatti con materiali particolari, non sono riciclabili.

Diverso invece è il discorso per le biciclette (le mountain bike): se sono ancora “pedalabili” e ve ne volete liberare, qualche amico o conoscente vi ringrazierà. Se invece, magari dopo una caduta o un salto, avete storto le forcelle o le ruote, o se il telaio si è piegato, potete portarle “a recupero” in quanto sono fatte con materiali di qualità: ferro, alluminio, alcune anche in titanio.

Spesso poi, nel camminare in montagna, si incontrano appassionati vestiti con indumenti hi-tech. Facilmente, per chi ha o ha avuto qualche anziano parente o amico che amava le vette, viene in mente come si “vestivano una volta”. Se per caso ritrovate in casa un vecchio paio di pantaloni alla zuava, quelli in velluto, o una camicia di flanella che non siano logori (nel caso non fossero più utilizzabili, lo potrete sempre impegnare per coprire la cuccia degli animali domestici in vista dell’inverno), fateli “rammendare” o semplicemente “accorciare”: se hanno accompagnato i vostri cari tra i boschi, lo sapranno fare ancora altrettanto bene oggi. In questo modo riporterete con voi a passeggio qualche “quadro di famiglia”, qualche persona a cui avete voluto bene.

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