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Gli studi di San Massimiliano Kolbe nella Repubblica

da Redazione

Nel 1915 il polacco, nominato “Santo” da Giovanni Paolo II, fu sul Monte. Dimorò dai superiori dell’Ordine dei frati nel convento di San Marino.

 

di Alessandro Carli

 

San Marino, San Leone, San Francesco, Santa Mustiola. I nomi dei Santi che riverberano sulle pendici del Titano sono moltissimi. Ma quanti sono davvero i Santi che si sono recati sul Monte? Partiamo dai due fratelli, Marino e Leo: quest’ultimo, recatosi con Marino sul Titano per estrarre pietre, si innamora della solitudine e del silenzio di quell’altura per poi, dopo alcuni anni di fraterna consuetudine con Marino, se ne distacca, per amore di solitudine o per diversità di carismi. Sceglie la selvatica rocca feretrana (San Leo), che diventa teatro della sua santità e dei suoi miracoli. Fissa la sua dimora presso la sorgente che scaturisce in quella piccola valle, che sarà poi chiamata “Santa”. Dopo aver ricordato il santuario francescano della Verna, famoso per essere stato il luogo in cui San Francesco avrebbe ricevuto le stimmate il 14 settembre 1224 e il legame in essere con il Titano (a Chiusi della Verna c’è la colonia montana “San Marino”), abbiamo chiesto al vicario della diocesi di San Marino e del Montefeltro qualche indicazione. Don Elio Ciccioni ci ha dato un nome.

Sul Monte ha dimorato il polacco San Massimiliano Maria Kolbe. Allo scoppio delle ostilità tra Italia e Austria (maggio 1915) frate Massimiliano fu mandato per breve tempo dai superiori dell’Ordine nel convento di San Marino, fino a che ottenne il permesso di soggiorno in Italia. Sostenne l’esame finale del corso filosofico il 22 ottobre 1915, conseguendo la laurea dottorale in filosofia.

Kolbe fu poi catturato dai nazisti e fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz dove scelse di morire nel bunker della fame e della sete, al posto di un padre di famiglia condannato alla pena capitale. Morì il 14 agosto 1941. Fu beatificato il 17 ottobre 1971 da Papa Paolo VI e canonizzato il 10 ottobre 1982 da Papa Giovanni Paolo II. Il giorno della canonizzazione, papa Wojtyła nell’omelia lo definì “santo martire, patrono speciale per i nostri difficili tempi, patrono del nostro difficile secolo” e “martire della carità”. Alla cerimonia era presente anche Francesco Gajowniczek, l’uomo che aveva salvato dalla morte nel campo di concentramento.

 

 

NEL 1982 LA VISITA DI WOJTYLA


La cerimonia di canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II si è tenuta a Roma domenica 27 aprile a San Pietro in Vaticano. Un evento senza precedenti nella storia della Santa Sede e che ha visto protagonisti quattro Papi: due vivi, Francesco e Benedetto, e due santi Angelo Giuseppe Roncalli e Karol Wojtyla.

In particolare la figura di Wojtyla è tanto cara ai sammarinesi, che non hanno certo dimenticato la sua visita sul Titano, nell’ormai lontano 1982.

Bergoglio ha elevato agli onori degli altari due monumenti della storia del Novecento: il papa del Concilio e il papa della fine della guerra fredda. Giovanni Paolo II è stato il Pastore che ha guidato la Chiesa nel nuovo millennio.

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