E’ dall’industria che deriva una delle credenze popolari più diffuse: la trota salmonata, che non esiste.
di Daniele Bartolucci
La trota è notoriamente una preda ambita dai pescatori di tutto il mondo, compreso il mitico cartone animato Sampei, per cui si pensa sia una specie rara, o comunque difficile da trovare. Invece, è un pesce molto comune, più di quel che si pensi in verità. La sua capacità di adattamento è tale che può passare dall’acqua dolce dei laghi e dei fiumi, dove abitualmente vive, all’acqua salata del mare. L’altra faccia della medaglia è che il suo spirito di sopravvivenza e la sua aggressività (è un predatore scaltro e velocissimo) mette a rischio le altre specie autoctone, tanto che è stata inserita nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo. Ovviamente se ne sono accorti dopo averla introdotta un po’ ovunque dagli Usa all’Asia. Infatti, una volta compresa la bontà e la genuinità delle sue carni (consigliate anche ai bambini), l’industria alimentare ha ben presto riempito vasche su vasche di avannotti per allevarle su larga scala. Ed è dall’industria che deriva una delle credenze popolari più diffuse: la trota salmonata, che non esiste. Il segreto sono infatti i carotenoidi che vengono somministrati negli allevamenti proprio per esigenze commerciali, ovvero ottenere delle carni rosate, simili a quelle del salmone. Anche l’uomo abbocca.
