Home FixingFixing Dai “tiralinee” ai computer: “Storia di un Logo”, storia dello Studio AG

Dai “tiralinee” ai computer: “Storia di un Logo”, storia dello Studio AG

da Redazione

L’iniziativa, ospitata a Palazzo S.U.M.S. sino al 4 gennaio, è, come spiegano i due fondatori dell’agenzia di comunicazione, “un viaggio, attraverso una serie di tavole grafiche, dalle origini sino ai giorni d’oggi, dei loghi, i marchi aziendali e di prodotto”.

 

di Alessandro Carli

 

Sintetizzare in un disegno, un’immagine o un colore la comunicazione aziendale. Un lavoro che “arriva” solamente quando è compiuto, ma che in realtà nasconde un lavoro di studio, di misure, di accorgimenti. La mostra “Storia di un Logo” – inaugurata a metà dicembre davanti a tantissime persone e che ripercorre, come i cerchi di una quercia, i 40 anni di Studio AG – è un viaggio nell’arte compiuta da Riccardo Faetanini e Giorgio Casadei: i primissimi lavori, gli strumenti che oggi sembrerebbero da museo, le idee. L’iniziativa, ospitata a Palazzo S.U.M.S. sino al 4 gennaio, è, come spiegano i due fondatori dell’agenzia di comunicazione, “un viaggio, attraverso una serie di tavole grafiche, dalle origini sino ai giorni d’oggi, dei loghi, i marchi aziendali e di prodotto. In esposizioni le opere fatte su carta, a china, a tempera e con l’aerografo, sino a quelli realizzati con il computer”.

Giorgio e Riccardo parlano dell’evoluzione della “specie”: “Se i primi loghi realizzati con il Plus della Macintosh risalgono al 1988, sino agli anni Novanta le macchine in dotazione non riuscivano a gestire file di grandi dimensioni. Ancora nel 1993, per le immagini, si lavorava con le pellicole. Bisogna aspettare il 1997 per registrare un totale passaggio al pc. Questo strumento ha permesso di creare con più libertà, anche grazie alla sua duttilità, che consente di sperimentare con grande energia. Quando il 16 gennaio 1986, in America, è stato presentato il Macintosh Plus non avevamo ancora la percezione che il nostro ‘mestiere’ avrebbe avuto un cambiamento radicale e il nostro modo di lavorare avrebbe chiuso un’epoca. I vecchi arnesi di lavoro come il ‘tiralinee’ sarebbero stati presto sostituiti dai plotter e dalle stampanti e finiti nel dimenticatoio. Ma noi ci riteniamo fortunati perché da questa esperienza abbiamo mantenuto il contatto con le proporzioni reali, percettive e non virtuali e abbiamo iniziato ad usare il computer come usavamo il tiralinee o l’aerografo. Non a caso il nostro logo è rappresentato da una matita sull’orecchio e la nostra ‘mascotte’ è un truciolo che richiama il temperamatite per ricordare la nostra provenienza dalla grafica applicata”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento