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CGIA, Italia: l’economia colabrodo delle Regioni

da Redazione

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Da un’analisi sbrigativa ma veritiera, emerge la realtà sulla spesa Regionale del Bel Paese. Infatti, tra il 2001 ed il 2009 (ultimo dato completo disponibile), la spesa totale delle regioni italiane è cresciuta di quasi il 50%.

Da un’analisi sbrigativa ma veritiera, emerge la realtà sulla spesa Regionale del Bel Paese. Infatti, tra il 2001 ed il 2009 (ultimo dato completo disponibile), la spesa totale delle regioni italiane è cresciuta di quasi il 50%, toccando quota +47,7%. E’ questo il risultato emerso da una ricerca condotta dall’Ufficio studi della Confederazione Generale dell’Artigianato di Mestre, che è voluto entrare nel merito della spesa regionale italiana. Secondo il loro report, il record di espansione della spesa spetta alla Basilicata (con un incredibile +102,3%) seguita a breve distanza dall’Emilia-Romagna (+100,7%). Va tenuto conto – sottolinea l’analisi della Cgia – che nello stesso arco di tempo l’inflazione è cresciuta di appena (sic) il 17,5%. Analizzando invece la spesa per macro regioni, emerge che la crescita più sostenuta si è verificata nel Centro (+69,2%), seguito dal Nord (+52%) e, infine, dal Sud (+33,7%), smentendo così qualche luogo comune sul tema. I numeri indicano che sono state le Regioni del Centro a spendere di più. Tuttavia, va rilevato che la spesa totale deve essere calibrata al numero di abitanti cui si rivolge ed al fatto che gli importanti aumenti di spesa avvenuti nelle regioni del Centro-Nord, spesso hanno incrementato la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini. L’analisi della CGIA continua mettendo in luce l’andamento della spesa corrente che, in termini assoluti, costituisce oltre il 70% della spesa totale. Ebbene, tra il 2001 ed il 2009 questa voce ha subito una crescita del +50,5%, con punte massime nel Lazio (+125,7%), nel Molise (+100,2%) e nell’Emilia-Romagna (+69,7%). Anche in questo caso è l’Italia centrale a registrare la variazione di crescita più sostenuta: +93%. Nel Nord l’aumento si attesta al 51,1% e al Sud al 27,9%. Una considerazione aggiuntiva che chiosa l’analisi in parola è che preoccupa la situazione che, a fronte di un aumento della spesa totale pari a 66,2 miliardi di euro, ben 49 miliardi sono riconducibili all’aumento delle spese correnti. Questo significa che il 74% dell’aumento della spesa totale delle Regioni è addebitabile alle spese correnti. Ovvero, a quelle destinate alla produzione ed al funzionamento dei servizi prestati e non agli investimenti. Con tutto quello che ne consegue nei confronti dell’economia nazionale.

 

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