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“Caos targhe”, ANIS chiede all’Ambasciatore italiano un intervento

da Redazione

Nessun passo avanti: è fallito anche il tentativo parlamentare di inserire una modifica al Decreto Sicurezza tramite un emendamento al Decreto Semplificazioni.

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di Daniele Bartolucci

 

Il “Decreto Sicurezza” italiano continua a tenere banco a San Marino e sale la preoccupazione delle imprese per le conseguenze che potrebbe avere l’applicazione delle disposizioni riguardanti le auto con targa straniera.

 

SANZIONI E FERMI: NIENTE DEROGA PER SAN MARINO


Come noto, infatti, non c’è nessuna deroga per San Marino, quindi nemmeno per i lavoratori frontalieri (ovviamente residenti in Italia da più di 60 giorni) che guidano auto e mezzi delle ditte per cui lavorano, come invece sono state previste per le ditte dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo. Due contesti a cui San Marino ovviamente non appartiene. L’unica indicazione resta dunque quella espressa dallo stesso Ministero italiano nella circolare del mese scorso, in cui si fa riferimento agli accordi tra i due Paesi e all’approfondimento in corso: è chiaro che le forze dell’ordine possano quindi avere un occhio di riguardo per certe situazioni – come hanno fatto capire gli organismi territoriali che si sono espressi sul tema nelle scorse settimane – ma questo non sancisce alcun principio. Serve cambiare la legge, c’è poco da fare. Per questo motivo (con colpevole ritardo, ndr), le Segreterie competenti si sono attivate per arrivarci il prima possibile, investendo la propria rete diplomatica di questo compito e sfruttando il canale privilegiato dell’Ambasciatore d’Italia, Guido Cerboni, a cui hanno affidato le proprie richieste.

 

ANIS CHIEDE AIUTO ALL’AMBASCIATORE


Cosa che hanno fatto anche i vertici di ANIS in questi giorni, visto che finora non si è raggiunto alcun risultato che metta al riparo le aziende sammarinesi da possibili sanzioni e sequestri.

L’Associazione degli Industriali ha quindi scritto una missiva all’Ambasciatore, perorando la stessa causa dei Segretari di Stato, anche se ben poche volte è accaduto che un’associazione di categoria rivolgesse un tale appello all’Ambasciatore. E’ evidente che il problema è serio, anche perché, come sembra, non riguarda solo le forze dell’ordine e i possibili fermi dei mezzi o le sanzioni, comunque salate, ma anche le assicurazioni. Proprio ANIS ha convocato le compagnie assicurative sammarinesi per chiedere spiegazioni rispetto alle prime indiscrezioni circolate in Italia. Quello generato dal Decreto Sicurezza, infatti, è un problema enorme per chi, come le ditte sammarinesi, utilizza autisti e guidatori italiani tutti i giorni sul territorio italiano. Un problema che ANIS ha subito evidenziato alle istituzioni e che spera, con la missiva all’Ambasciatore, di risolvere in tempi rapidi.

Le motivazioni espresse dall’Associazione sono chiare, del resto, e giustamente sono state rivolte all’Ambasciatore italiano perché la maggior parte dei lavoratori frontalieri – ovvero coloro i quali sono oggetto del Decreto Sicurezza – è appunto residente in Italia. Purtroppo, “la normativa italiana richiamata ha, infatti, escluso inspiegabilmente da ogni possibile deroga la Repubblica di San Marino, non limitandosi a perseguire situazioni di abuso o privilegio, ma colpendo indiscriminatamente l’intera economia di San Marino dimenticando i rapporti di amicizia che legano i nostri paesi e i tanti accordi convenzionali che anche una recente circolare del ministero dell’interno datata 19/1/2019 richiama in uno sforzo di ragionevolezza”. Insomma, i presupposti per modificare quella norma ci sono tutti, oltre anche alle ragioni di opportunità per tutelare non solo le aziende sammarinesi, ma soprattutto il valoro di centinaia di frontalieri italiani che ogni giorno per lavoro devono svolgere il loro servizio guidando auto e mezzi delle ditte sammarinesi.

 

FALLITA ANCHE LA VIA DELL’EMENDAMENTO


Allo stesso modo ci sta provando la politica, anche se al momento non ci sono passi in avanti: si anche è tentato di far inserire da alcuni parlamentari italiani un emendamento nel Decreto Semplificazioni, ma come noto quasi tutti gli emendamenti sono stati stralciati perché non attinenti all’oggetto del Decreto, e questo lo era. L’operazione è quindi fallita, come non sembra aver sortito l’effetto sperato la richiesta formale di avviare uno scambio di note ufficiali tra i due Paesi. Anche per questo, visti i tempi che si stanno allungando e i rischi all’orizzonte, ANIS ha deciso di attivarsi direttamente con l’Ambasciatore italiano. Il problema resta comunque quello di avere delle risposte ufficiali, cosa che non è arrivata, purtroppo, nemmeno dall’incontro che si è svolto a Roma la scorsa settimana, con ben 3 Segretari di Stato in trasferta.

 

LA CIRCOLARE DEL MINISTERO

 

Come già evidenziato sul numero 2 di San Marino Fixing, nella Circolare del Ministero italiano non c’è una deroga ufficiale, ma solo l’indicazione a “tener presente l’eventuale portata della norma in relazione agli Accordi di buon vicinato in essere tra Italia e San Marino”. Questo il punto saliente della Circolare che il Ministero dell’Interno italiano ha emesso la scorsa settimana, anche in risposta alle richieste di San Marino, in particolare della Segreteria agli Esteri e della Segreteria agli Interni, che hanno consegnato all’Ambasciatore Cerboni, due diverse missive, indirizzate rispettivamente al Ministero degli Affari Esteri e al Vice Presidente del Consiglio, Matteo Salvini. “Lettere”, spiegano dal Governo, “che fanno seguito all’intenso lavoro diplomatico di queste settimane, alla ricerca di una soluzione ottimale e condivisa ai problemi sorti dopo l’approvazione dell’articolo 29 bis del Decreto Sicurezza italiano, che ha introdotto il divieto di circolazione per veicoli con targa straniera guidati da chi è residente in Italia da oltre 60 giorni. Una disposizione che sta creando notevoli difficoltà ad imprese, lavoratori frontalieri e privati cittadini”. La proposta è quella di addivenire ad uno scambio di note, che possa consentire di arrivare ad una sospensione della norma in questione, in attesa di un provvedimento legislativo. Come detto, è stata pubblicata una Circolare del Viminale, “che reca indicazioni operative per l’applicazione delle norme riguardanti la circolazione stradale, è stata accolta con ampia soddisfazione dal Segretario di Stato Renzi, quale particolare segno di attenzione e di accoglimento da parte italiana alle richieste espresse da San Marino. L’ordinanza riconosce la sussistenza di una questione aperta su San Marino che ha necessità d’essere attentamente verificata; prevede infatti, al punto 13 dell’Allegato 3, l’approfondimento della normativa, per verificare l’eventuale estraneità della Repubblica all’ambito di applicazione delle norme, anche in virtù dei rapporti particolari e di buon vicinato italo-sammarinesi”. La Circolare conferma ovviamente le sanzioni per i residenti in Italia che guidano vetture con targa sammarinese oltreconfine, in quanto non prevede deroghe per San Marino, ma emergono appunto “approfondimenti in corso”, specificatamente sui veicoli immatricolati a San Marino e condotti da dipendenti e collaboratori italiani di impresa del Titano. Questo l’unico caso sotto osservazione, per i privati cittadini (e relativi casi personali o familiari), non c’è nessuna indicazione. Come, purtroppo, non è indicata una tempistica: sta ora ai rispettivi Governi formalizzare un accordo o una deroga. Si spera il prima possibile.

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