Home FixingFixing A Rimini sono nervosi, a Roma invece si prospetta un’apertura

A Rimini sono nervosi, a Roma invece si prospetta un’apertura

da Redazione

confine

 

 

Frontalieri, il Sottosegretario Mantica propone un tavolo di confronto bilaterale. Il neo sindaco di Rimini, Andrea Gnassi: “Fermiamo tutte le collaborazioni con San Marino”.

 

di Saverio Mercadante

 

Frontalieri… frontalieri… articolo 56… Anche nelle sacre aule del Senato italiano a Palazzo Madama risuonano quelle parole che stanno avvelenando i rapporti tra la Repubblica di San Marino e l’Italia. A Roma nei giorni scorsi è sembrato di cogliere nelle parole del sottosegretario Alfredo Mantica in risposta ad una interrogazione del presidente dei senatori del PDL Maurizio Gasparri almeno una presa d’atto di una situazione sempre più insostenibile: “Si sta, in particolare, valutando l’ipotesi di istituire un Tavolo tecnico bilaterale ad hoc con le amministrazioni competenti dei due Paesi’’ e ha aggiunto che è in corso “una mirata azione di sensibilizzazione sulle autorità di San Marino per individuare celermente una soluzione”. Insomma, la proposta del Segretario di Stato al lavoro Francesco Mussoni ha avuto un qualche riscontro alla Farnesina: “E’ un aspetto politico molto importante, – ha commentato agli organi di stampa – che crea la consapevolezza di lavorare con la disponibilità dell’esecutivo italiano a incontrarsi per affrontare una tematica ormai aperta da troppi anni”. E che ora, con l’acquisizione della “consapevolezza italiana del problema forse potrebbe sbloccarsi”. Ma c’è parecchio nervosismo in Italia sulla questione frontalieri come testimoniano anche le dure dichiarazioni dei candidati sindaco di Rimini Andrea Gnassi e Gioenzo Renzi all’affollata assemblea di sabato scorso a Rimini per la presentazione ufficiale del Coordinamanento Frontalieri di San Marino. In particolare, Andrea Gnassi si è scagliato contro il governo sammarinese: “E’ necessario un lavoro di squadra. I diritti dei lavoratori non sono temi da campagna elettorale. San Marino scarica sui frontalieri la black list. La supertassa è razzista. I rapporti con la Repubblica di San Marino dovranno mettere in cima all’agenda prima la risoluzione del problema dei 6.000 frontalieri. Tutto il resto viene dopo, si ferma: dalla partecipazione sammarinese alla gestione dell’aeroporto di Rimini ‘Federico Fellini’ alla comune promozione turistica e convegnistica”. Più sfumata la posizione di Gioenzo Renzi: “E’ un provvedimento discriminatorio per gli italiani. La politica deve dare immediate risposte. Sul fronte della franchigia impegno a sollecitare il governo. C’è un emendamento Pini che chiede di allargarla 12.000 euro. Bisogna in ogni caso regolamentare i rapporti con San Marino. La black list è penalizzante”. Sia a Palazzo Madama che a Rimini permane però l’impressione che si parli troppo di tassa razzista sammarinese e poco di abolizione della franchigia da 8.000 euro, già insufficiente per coprire completamente gli effetti della doppia tassazione. Che sulle baste paga dei frontalieri sarebbero devastanti se non rientrasse in finanziaria. Il Coordinamento Frontalieri della Repubblica di San Marino aderisce allo sciopero generale del 26 maggio organizzato dalla Centrale Sindacale Unitaria e sarà presente con una delegazione durante la visita del Papa a San Marino il 19 giugno. Invierà, sempre in giugno, una delegazione a Roma, in occasione della manovra economica di medio termine del Governo italiano, per il ripristino della franchigia, e per l’emanazione di una legge ordinaria che stabilizzi, davvero una volta per tutte la condizione di precarietà che 6.000 famiglie del territorio romagnolo e marchigiano subiscono da ormai troppi anni.

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