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San Marino, professione saldatore: un corso per crescere

da Redazione

Con la consegna degli attestati si è concluso il primo corso di qualificazione. In 19 hanno portato a termine con successo questa opportunità.

 

La consegna degli attestati è stata il coronamento di un percorso. Un percorso impegnativo ma che ha portato ad un arricchimento, per tutti i partecipanti al corso di specializzazione per saldatori e in generale per il mondo del lavoro sammarinese.

Sono una trentina i ragazzi, tra non occupati e occupati, a cui è stata offerta l’opportunità di seguire questo corso: 19 hanno portato a termine con successo il proprio percorso e per 11 di loro c’è stata la possibilità di conseguire addirittura il patentino di qualifica di saldatore professionale. Docenti altamente qualificati hanno tenuto le lezioni teoriche e pratiche con alcuni step intermedi di valutazione che hanno permesso di indirizzare i partecipanti verso i due profili più indicati per ciascuno, quello di saldatore a filo e di saldatore TIG.

 

Si celebra l’incontro tra domanda e offerta

 

Alla cerimonia di consegna degli attestati era presente il Segretario di Stato Iro Belluzzi che ha speso belle parole per i partecipanti e ha colto l’occasione per una riflessione sul ruolo della formazione nell’ottica di rilancio dell’economia sammarinese. “Questo corso – ha detto alla platea – ha affrontato, in maniera concreta, una delle problematiche legate all’occupazione, ovvero l’incontro tra domanda e offerta. Questo percorso, professionalizzante, può quindi facilitare il contatto tra il lavoratore e l’impresa. In un’ottica più allargata, e in virtù dell’uscita dalla black list della Repubblica di San Marino, la specializzazione può essere impiegata: il Titano deve diventare un luogo in cui fare impresa. E’ necessario attrarre aziende con specializzazioni ben definite, e quella che è stata conseguita al corso può essere spendibile”.

L’iniziativa è nata partendo da una esigenza concreta, da una sollecitazione delle aziende sammarinesi, che è stata raccolta dall’ANIS, dall’Ufficio del Lavoro e dalla CSU.

Sono stati coinvolti lavoratori e persone attualmente non occupate. Per i primi il corso ha avuto una doppia valenza: ha permesso ai lavoratori di aumentare le proprie competenze personali, riversando così nuove competenze e professionalità anche all’interno dell’azienda: in alcuni casi non si è solo ‘guadagnato’ un professionista più bravo ma anche competenze che prima non c’erano e che in questo modo permettono all’azienda di non doversi servire all’esterno quando è necessario servirsi di saldatori qualificati. Nel caso di chi invece si trova sfortunatamente senza lavoro, chi ha potuto utilizzare questo periodo di disoccupazione in maniera proficua con questo corso si è assicurato competenze e professionalità che possono facilitare un più rapido ritorno nel mondo del lavoro.

 

Iniziative analoghe per valorizzare i lavoratori


“Siamo partiti da un’opportunità offerta dal Contratto Industria sottoscritto dalla nostra associazione e dalla CSU – spiega a Fixing William Vagnini, il Funzionario ANIS che ha seguito l’iniziativa – Immediato è stato il coinvolgimento delle altre parti che operano nell’ambito del mondo del lavoro, la Segreteria di Stato, l’Ufficio Industria, il Centro di Formazione Professionale e non ultima la CSU, ed è nata questa opportunità di crescita professionale che contiamo di ripetere in futuro. Va detto inoltre che un ruolo fondamentale appartiene al Fondo Servizi Sociali e in particolare la Sezione Industria gestita dall’ANIS e dalle organizzazioni sindacali, che ha stanziato la parte preponderante delle risorse finanziarie necessarie per mettere in campo un corso di formazione speciale altamente specializzato come questo”.

E adesso, terminata questa prima esperienza? “Adesso – conclude Vagnini – abbiamo l’intenzione di istituire altre iniziative analoghe, alcune più generiche, per conoscere sempre meglio le persone in stato di disoccupazione e altre mirate a valorizzare il capitale umano che abbiamo nella nostra Repubblica”.

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