Home FixingFixing “Poste San Marino: il futuro si basa su più entrate e servizi”

“Poste San Marino: il futuro si basa su più entrate e servizi”

da Redazione

Il Segretario Pedini Amati: “Urgente anche individuare il nuovo Direttore. Prima il confronto in maggioranza sulla società: privata o pubblica”.

Federico Pedini Amati 1

 

di Daniele Bartolucci

 

Quale futuro per Poste San Marino Spa? La risposta inizia ad essere urgente e la Segreteria di Stato al Turismo, che ne ha la delega, è al lavoro da mesi per concordare con il Congresso di Stato e la maggioranza una strategia per quello che per sua natura è un settore strategico per il Paese. Oltre all’ormai storica anomalia di essere un’azienda privata con un organico composto in prevalenza da dipendenti pubblici (104 gli occupati attuali), infatti, ci sono almeno altre due criticità che il nuovo Governo si trova ad affrontare in questo primo anno di legislatura: l’effetto Covid-19 che, per quanto non preventivabile, ha peggiorato le dinamiche economiche aziendali, portando il bilancio in perdita per oltre 200mila euro in più rispetto alla previsione iniziale; l’imminente pensionamento del Direttore Generale e, quindi, la scelta di un sostituto a cui affidare il compito di ideare e concretizzare il nuovo piano industriale. “Il punto fondamentale e discriminante, però”, avverte il Segretario di Stato Federico Pedini Amati, “è la decisione sulla società stessa, se dare continuità al progetto di una Spa realmente privata, con le logiche conseguenze anche sui dipendenti e sui servizi, con un approccio che guardi sempre più al mercato interno e internazionale, oppure tornare indietro definitivamente a un’azienda dello Stato. Stante la legge di iniziativa popolare che, come noto, chiede proprio questo ritorno al passato, la scelta che andremo a fare come Governo e maggioranza, è determinante per tutto quello che potremo e dovremo decidere successivamente”.

 

Qual è quindi la posizione della maggioranza?

 

“Premesso che questa Segreteria è convinta che in futuro la società debba restare di natura privatistica, non ho nessun problema a rilevare che ci siano posizioni diverse all’interno della maggioranza, come è normale che sia. Proprio in questi casi occorre un confronto puntuale sui dati e sul mercato: a tal fine, già nei mesi scorsi, ho condiviso con tutti i colleghi Segretari e la maggioranza stessa diverse relazioni sull’azienda, sulle potenzialità offerte dal mercato e sulle criticità attuali riguardanti sia il business sia il personale dipendente. Sono certo che, sulla base di questi dati oggettivi, si possa attuare la scelta migliore per Poste San Marino e, indirettamente, anche per tutto il Paese”.

 

Partiamo dai dati del bilancio: quali sono le principali evidenze?

 

“Sicuramente l’effetto del Covid-19 si è fatto sentire anche in questo settore e le perdite del 2020 sono lì a certificarlo, ma c’è anche un altro dato che va rilevato, che l’emergenza sanitaria con le conseguenti restrizioni ha solo reso più evidente: il business legato alle lettere e alle buste si è praticamente azzerato nel corso degli anni, nonostante la struttura dell’azienda – penso soprattutto alle competenze specifiche di tantissimi dipendenti – sia ancora legata a quel tipo di servizio. L’evoluzione tecnologica ha praticamente spazzato via la richiesta di questo tipo di servizio, se si escludono piccole nicchie legate al turismo, come le cartoline, e altri servizi occasionali: avendo a disposizione le email, chi spedisce oggi una lettera?”.

 

Ci sarebbero le comunicazioni ufficiali, le raccomandate…

 

“Anche questi servizi sono ormai digitalizzati e in questo Poste San Marino è e deve essere ancora più presente: il tNotice va potenziato con ulteriori servizi, perché se è vero che ha portato anche dei risparmi di tempo e di costi per imprese e cittadini (ma anche di impatto ambientale evitando lo spreco di tantissima carta e mezzi per trasportarla), dall’altro lato ha di fatto cancellato un’entrata importante per l’azienda”.

 

Crede si possano generare nuove entrate?

 

“Credo che questo settore sia strategico per il Paese come lo è per tutti gli altri, dove è considerato un business in crescita e gli investitori fanno a gara per poterci entrare. Pensiamo solo all’e-commerce, che è in espansione anche a San Marino: un servizio tarato sulle esigenze di questi commercianti potrebbe far diventare l’azienda un partner strategico per queste attività, avendo già in essere accordi e canali preferenziali per tanti Paesi esteri sui quali si possono applicare tariffe vantaggiose. Tanto è vero che anche Poste Italiane potrebbe essere interessata a gestire tramite noi tali spedizioni, come abbiamo ipotizzato durante l’incontro con la loro Direzione Generale in questi mesi. E’ chiaro, però, che anche in questo caso, può funzionare solo se l’azienda resta una Spa e non venga ritrasformata in azienda statale”.

 

Perché anche in questo caso? Ce ne sono altri?

 

“Tantissimi, in realtà. Faccio solo l’esempio della logistica, che è una carenza attuale di Poste San Marino. Come sappiamo, Poste Italiane ha investito parecchio negli ultimi anni in questo settore, inglobando di fatto SDA, proprio per costruire un servizio efficiente e puntuale. Avendo tanti operatori di logistica anche a San Marino, credo si possa creare qualcosa di importante anche qui, coinvolgendoli tutti in un progetto di partnership”.

 

Nuove entrate, nuovi servizi, diceva…

 

“Data la capillarità degli sportelli e le funzionalità telematiche a disposizione, Poste San Marino potrebbe anche gestire alcuni servizi di incasso di tesoreria per lo Stato: stiamo parlando ovviamente dell’incasso di imposte e tributi, senza per questo attivare tutte le attività finanziarie, che comunque sono parte dell’oggetto sociale dell’azienda. In questo senso, stante un possibile implemento della SMaC, le opportunità non mancherebbero di certo”.

 

La tecnologia c’è, in effetti, ma le competenze per gestirla?

 

“Qui si apre l’altro grande tema che dobbiamo assolutamente affrontare. Oltre a decidere quale tipo di contratto applicare, infatti, occorre fin da subito definire quali servizi si vorranno erogare in futuro e prevedere le necessarie competenze interne: alcune andranno ovviamente acquisite, altre possono essere invece trasferite ai dipendenti già presenti tramite percorsi di formazione e riqualificazione professionale”.

 

A proposito di personale, c’è anche da scegliere il nuovo Direttore Generale, giusto?

 

“Innanzitutto vorrei ringraziare l’attuale Direttore, Rosa Zafferani, per il lavoro svolto in una situazione contingente assolutamente non facile e a cui la politica, purtroppo, non ha saputo dare sempre le risposte giuste, in primis sulla questione del personale. Oltre a vivere questo limbo tra privato e pubblico, si è dovuta perfino difendere da accuse infondate su stipendi faraonici che tali non sono, essendo – lo ribadisco per l’ennesima volta – assimilabili a quelli di qualsiasi altro Dirigente pubblico. Detto questo, mancando pochi mesi al suo pensionamento, ho già avviato in seno alla maggioranza un confronto sul sostituto, sui requisiti necessari e sulle modalità di selezione. In coerenza con la natura privatistica dell’azienda, il nuovo Direttore Generale dovrà avere tutte le caratteristiche del manager di un’azienda privata e dovrà avere un mandato chiaro da parte della politica e da parte del CdA, con tutte le libertà d’azione che ad oggi, per le ragioni che abbiamo spiegato, non sono ancora concesse”.

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