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FMI: nel 2020 la contrazione del PIL reale di San Marino sarà a due cifre

da Redazione

“World Economic Outlook”: -12,2% quest’anno, poi crescita del 5,6%. Proiezioni: la disoccupazione in Repubblica arriverà al 10,3% per scendere all’8,6% nel 2021.

FMI Lockdown San Marino

 

di Alessandro Carli

 

Contrazione a due cifre. Durissimo, per la Repubblica di San Marino, il report (che però è riferito al mese di aprile) firmato dal Fondo Monetario Internazionale: nel “World Economic Outlook: The Great Lockdown”, che tratteggia le prospettive economiche mondiali durante il grande blocco dovuto all’emergenza Covid-19, l’ente internazionale, riferendosi al Titano, stima (e quindi è una proiezione e va presa in quanto tale) una contrazione del PIL reale – quello cioè che misura il reddito totale di tutti i soggetti che partecipano ad un sistema economico, depurato dalle variazioni dei livelli dei prezzi – del 12,2% per l’anno in corso: la peggiore performance europea (al secondo posto la Grecia con -10%). Nel 2021 invece – così ancora il FMI – la crescita del PIL sarà del 5,4%.

Nell’analisi del “World Economic Outlook: The Great Lockdown” trovano spazio anche i “Consumer Prices”, quindi i prezzi al consumo (la nota del FMI spiega che “I movimenti dei prezzi al consumo sono indicati come medie annuali”), il “Saldo del conto corrente” in percentuale del PIL e la disoccupazione. Focalizzandoci sempre sul Titano, per quanto riguarda la prima voce (prezzi al consumo) la crescita stimata sarà dello 0,3% quest’anno e dell’1,5% nel 2021. La proiezione del saldo del conto corrente in percentuale del PIL vedrà un -4,5% nel 2020 e -1,4% nel 2021. Infine la disoccupazione, che salirà dal 7,7% del 2019 al 10,3% del 2020 per poi scendere all’8,6% del 2021.

 

LA SITUAZIONE MONDIALE IN TERRITORIO NEGATIVO

 

In Italia nel 2020 il PIL scenderà del 9,1% per poi recuperare parzialmente nel 2012 (+4,8%). Nel documento del FMI non vengono riportati i dati di altri Piccoli Paesi europei come ad esempio Andorra e il Principato di Monaco, che sarebbero stati utili per un raffronto con il Monte Titano, ma compaiono, tra le Nazioni con la superficie più ridotta, il Lussemburgo (il cui PIL, in due anni, tornerà in equilibrio: -4,9% nel 2020, +4,8% nel 2021), Cipro (-6.5% quest’anno, + 5,6% il prossimo) e Malta che, a fronte di una contrazione del 2,8% nell’anno corrente, balzerà di un +7% nel 2021. Spostandoci su scala mondiale, tra i Paesi più in crisi emergono Macao SAR (PIL giù del -29,6% nel 2020 a cui seguirà una crescita formidabile nel 2021, +32%); Venezuela – che dopo un -35% del 2019 dovrà affrontare un ulteriore crollo quest’anno (-15%) e nel 2021 (-5%).

 

L’ANALISI DEL FMI: SHOCK DIFFUSO OVUNQUE

 

Una crisi come non mai. Non usa mezzi termini il FMI. “Lo shock è grande. La perdita di output associata a questa emergenza sanitaria e le relative misure di contenimento hanno scatenato la crisi finanziaria globale. Come in una guerra o in una crisi politica, continua la grave incertezza sulla durata e sull’intensità”.

Permangono quindi “notevoli incertezze intorno alla previsione, alla pandemia stessa, alle sue ricadute macroeconomiche e alle relative tensioni finanziarie e mercati delle materie prime”. Il Fondo Monetario Internazionale guarda al futuro con timido ottimismo e rimarca che “è previsto un recupero parziale per il 2021, con tassi di crescita sopra la tendenza”, anche se “il livello del PIL rimarrà al di sotto della tendenza pre-virus, con notevole incertezza sulla forza del rimbalzo”.

Poiché la ricaduta economica riflette shock particolarmente acuti in settori specifici, “i responsabili politici dovranno attuare sostanziali misure fiscali mirate, misure di mercato monetario e finanziario a supporto famiglie e imprese”.

La risposta fiscale nei paesi colpiti è stato rapida e considerevole in molte economie avanzate (come Australia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito e gli Stati Uniti d’America). Molti mercati emergenti e economie in via di sviluppo (come la Cina, l’Indonesia e Sudafrica) hanno anche iniziato a fornire o annunciare un significativo sostegno fiscale a imprese e lavoratori.

Le economie che si trovano ad affrontare vincoli finanziari per combattere la pandemia e i suoi effetti, suggerisce caldamente il FMI, “possono richiede un supporto esterno. Uno stimolo fiscale di ampia portata può prevenire un calo più marcato della fiducia, sollevare domanda aggregata e evitare una recessione ancora più profonda”.

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