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San Marino, ritenuta di solidarietà: la metà dei pensionati non la pagherà

da Redazione

Intervento oltre i 1.500 euro, ma nemmeno un decimo degli assegni supera i 2.500. La pensione media non arriva a 1.700 euro e sono solo poche decine quelle sopra i 3.500 euro.

pensioni

 

di Daniele Bartolucci

 

Ufficialmente si chiama “Ritenuta fiscale straordinaria per solidarietà COVID-19” e servirà a finanziare (insieme ad altre misure) quel “Fondo straordinario a sostegno del rilancio dell’economia” istituito dall’art. 18 del Decreto Legge 63. Ma nel dibattito pubblico, dove l’epidemia ha colpito duramente il settore privato e in parte anche quello pubblico (risparmiati 2,1 milioni di stipendi il mese scorso), è subito diventato un taglio alle pensioni, un “prelievo forzoso” qualcuno ha criticato. Ovviamente le opinioni in merito sono diverse, ma per dare più strumenti è opportuno disegnare il quadro della situazione nella maniera più estesa possibile. Oltre, ovviamente, alla precisa proiezione del “taglio” o “ritenuta” che i pensionati troveranno nelle loro prossime quattro mensilità, eseguita dalla Segreteria di Stato agli Affari Interni.

 

RITENUTA PROGRESSIVA E A TEMPO DETERMINATO

 

Innanzi tutto, la ritenuta è “in via straordinaria, limitatamente ed esclusivamente per i mesi di maggio, giugno, luglio ed agosto 2020”, e si applicherà solo sulle “pensioni ordinarie di importo lordo superiore ad euro 1.500,00 (millecinquecento/00) mensili”, si legge all’art. 5 del Decreto Legge 67. Tale ritenuta è “progressiva per scaglioni e con percentuale decrescente rispetto al primo mese di applicazione”, quindi “aggiuntiva alla ritenuta fiscale di solidarietà introdotta dall’articolo 24, comma 1, della Legge 5 ottobre 2011 n.158, come modificata dall’articolo 47 della Legge 20 dicembre 2013 n.174”.

Ma veniamo a punto fondamentale: come si calcola? “Per gli scaglioni fino ad euro 1.500,00 (millecinquecento/00) nessuna ritenuta; per gli scaglioni da euro 1.500,01 (millecinquecento/01) è pari al 15% per il mese di maggio, al 10% per il mese di giugno, al 7,5% per il mese di luglio e al 5% per il mese di agosto 2020”.

 

METÀ DEI PENSIONATI NON AVRÀ RITENUTE

 

Chiarito perché e come, non resta che capire “chi” vedrà applicarsi questa ritenuta. L’ultimo dato disponibile è contenuto nel Supplemento al Bollettino di Statistica-Anno 2019 recentemente pubblicato (vedi Fixing numero 7) e conferma ancora una volta che il numero delle pensioni erogate continua ad aumentare: a fine 2019 sono diventate 11.551, con un + 2,5% rispetto al 2018, quando erano comunque 11.268. Lo stesso dicasi per i pensionati, che sfiorano ormai quota 10mila e crescono di 500 unità all’anno se non di più: solo nel 2019 si sono registrati 570 nuovi pensionamenti. Facile ipotizzare che nel corso del 2020 si supererà quota 10mila. Ebbene, di questi pensionati, moltissimi rientrano nello scaglione esentato dal Decreto 67, avendo una pensione sotto i 1.500 euro mensili. Nell’approfondimento della Segreteria alla Sanità a luglio 2018, infatti, risultano 2.931 prestazioni totali inferiori a 1.045,33 euro mensili e 1.701 tra 1.045,34 e 1.500 euro: sommate, sono 4.632, praticamente quasi la metà del totale dei pensionati. Inoltre, la fascia di reddito successiva, quella tra 1.500,01 e 2.000 euro ne comprende altri 1.838.

La stragrande maggioranza dei percipienti è quindi sotto i 2mila euro mensili, del resto la pensione media dei residenti non arriva a 1.700 euro (nel 2017 la media era di 1.676,46 euro, l’anno prima di 1.655,15 euro e così a scendere, tanto che nel 2012 era di 1.514,02 euro). Quindi, a conti fatti, moltissimi saranno quelli esentati dalla ritenuta e molti di quelli che dovranno conteggiarla avranno dei “tagli” di qualche decina di euro per i prossimi quattro mesi. Dalla stessa statistica si evince anche un altro dato, che in qualche modo svela uno dei “miti” che si rincorrono sui social (e non solo), ovvero che – anche in forza del tetto pensionistico previsto dalla Legge – le pensioni “d’oro” a San Marino non esistono se paragonate a quelle italiane (dove è stato coniato il termine), tanto che quelle superiori ai 3.500,01 euro mensili sono poche decine, solo 66 di cui 30 superiori ai 4.000,01 euro.

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