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San Marino, “La fattura elettronica è una priorità e un’opportunità”

da Redazione

Il Segretario alle Finanze Marco Gatti apre all’innovazione: “Convocherò le categorie economiche, l’obiettivo è che sia un sistema molto semplice”.

EFATTURA CICLO

 

di Daniele Bartolucci

 

Mentre l’Italia festeggia (letteralmente, visti i risultati oltre le aspettative) il primo anno di fatturazione elettronica, San Marino non vuole più restare a guardare: il nuovo Governo ha messo la questione tra le priorità ed è pronto a discuterne con le categorie economiche, con l’obiettivo dichiarato di una sburocratizzazione delle procedure: “Dobbiamo cogliere questa opportunità”, annuncia infatti il Segretario alle Finanze, Marco Gatti, “ma dobbiamo fare in modo che il nuovo sistema sia effettivamente il più semplice possibile”.

Del resto, vedendo le criticità riscontrate dall’Italia, si potrà partire evitando gli stessi errori, poi, una volta creata la normativa interna, si dovranno integrare (e quindi accordarsi) i due sistemi, superando – finalmente – la vecchia procedura cartacea prevista dal decreto del 1993.

 

IL SEGRETARIO GATTI: “E’ UNA PRIORITÀ”

 

Molte imprese sammarinesi operano con fornitori e clienti italiani (che rappresenta quasi il 90% dell’interscambio estero) e da tempo sollecitano una normalizzazione dei rapporti commerciali all’indomani dell’obbligatorietà per gli operatori economici italiani di utilizzare la fatturazione elettronica. Lo sanno bene in ANIS, che rappresenta la maggioranza di queste imprese (manifatturiere e non solo, in questo caso), ma lo sanno altrettanto bene nel nuovo Governo, visto che è stato posto come punto del programma.

“E’ una priorità”, spiega il Segretario di Stato alle Finanze e Bilancio, Marco Gatti, “e siamo già al lavoro sul tema, tanto che abbiamo già previsto un incontro con tutte le categorie economiche per discuterne assieme e delineare una strategia efficace. L’obiettivo è sburocratizzare tutte le procedure, soprattutto per l’interscambio con l’estero. Siamo ovviamente consapevoli delle possibili difficoltà che potrebbero dover affrontare le imprese più piccole, per questo dovremo prevedere delle tutele, ma soprattutto, dovrà essere un sistema semplice, molto semplice”. “I vantaggi sono ormai chiari”, avverte infatti Gatti riferendosi ai risultati del primo anno italiano, “e San Marino deve cogliere questa opportunità”.

 

L’APERTURA GIÀ NEL “DECRETO CRESCITA”

 

Che l’Italia abbia interesse a rinnovare quelle procedure è dimostrato da diversi atti e incontri ufficiali, un impegno formalizzato nel Decreto Crescita emesso il 4 aprile 2019 dal Consiglio dei Ministri, dove viene specificato (art. 11) che “gli adempimenti relativi ai rapporti di scambio con la Repubblica di San Marino, previsti dal decreto del Ministro delle Finanze 24 dicembre 1993, sono eseguiti in via elettronica secondo modalità stabilite con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze in base ad accordi con detto Stato. Sono fatti salvi gli esoneri dall’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica previsti da specifiche disposizioni di legge. Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate saranno emanate le regole tecniche necessarie per l’attuazione del presente articolo”.

L’obiettivo del resto, si legge nella relazione illustrativa a quella disposizione di legge, è comune: “L’intervento normativa costituisce una misura strategica urgente per gli operatori economici coinvolti in quanto semplifica gli adempimenti certificativi, allineandoli a quelli applicabili sul territorio italiano, consolidando i rapporti economici tra i due Stati e introduce un più efficace strumento di compliance nel corretto assolvimento dell’imposta nell’interesse di entrambi gli Stati”.

Ovviamente, “l’efficacia della disposizione è subordinata alla modifica del d.m. 24 dicembre 1993, da adottare sulla base di un accordo tra i due Stati, ai sensi dell’articolo 71 del d. P.R. n. 633 del 972”. Ma prima dell’accordo con l’Italia e il cosiddetto “decreto gemello” che concretizzerà la gestione dell’interscambio, San Marino vuole dotarsi di una sua normativa interna, con le sue procedure e le sue peculiarità.

Ed è ciò a cui stanno lavorando il nuovo Governo e il Segretario Gatti in particolare, insieme – cosa fondamentale – alle imprese, ovvero chi poi dovrà operare con il nuovo sistema tutti i giorni. Un lavoro condiviso, quindi, per trarne tutti i possibili vantaggi in termini di risparmi e trasparenza.

 

ITALIA, I PRIMI BILANCI

 

E’ passato un anno dall’entrata in vigore dell’obbligo di utilizzo della fattura elettronica per le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate tra soggetti privati in Italia e i risultati sono positivi, anzi, oltre le aspettative. Nei primi dodici mesi di obbligo, fa sapere il sito del Ministero Economia e Finanze il numero di fatture transitate per il Sistema di interscambio (Sdi) dell’Agenzia delle Entrate, gestito dal partner tecnologico Sogei, ha superato la soglia dei 2 miliardi, con una media di 5,5 milioni di file inviati al giorno. “Il nuovo sistema di digitalizzazione delle certificazioni fiscali che fa perno sulla fattura elettronica”, osserva il MEF, “si conferma, dunque, un progetto strategico per il Paese”.

I vantaggi: veloce, senza carta e sicuro Dopo un primo periodo di dubbi e problemi tecnici (poi risolti), i vantaggi riscontrati dalle imprese e dagli operatori si sono poi rivelati molto più interessanti degli oneri, che comunque c’erano anche prima. In prima battuta, la fatturazione elettronica consente di emettere, inviare e recapitare la fattura senza l’utilizzo della carta, con notevole riduzione dei costi di stampa, spedizione e conservazione dei documenti. Inoltre, potendo acquisire la fattura sotto forma di file XML (eXtensible Markup Language), è possibile rendere più rapido il processo di contabilizzazione dei dati contenuti nelle fatture stesse, riducendo sia i costi di gestione di tale processo che gli errori che si possono generare dall’acquisizione manuale dei dati. Infine, essendo certa la data di emissione e consegna della fattura (poiché la stessa è trasmessa e consegnata solo tramite SDI), si incrementa l’efficienza nei rapporti commerciali tra clienti e fornitori.

Adempimenti fiscali più semplici Diversi i vantaggi anche per gli adempimenti fiscali: per gli operatori IVA in regime di contabilità semplificata che emettono solo fatture e che si avvalgono dei dati che l’Agenzia delle Entrate mette loro a disposizione, sulla base delle regole previste da provvedimento dell’Agenzia stessa, viene meno l’obbligo di tenere i registri Iva; per tutti gli operatori Iva che emettono e ricevono solo fatture, ricevendo ed effettuando pagamenti in modalità tracciata sopra il valore di 500 euro, i termini di accertamento fiscale sono ridotti di 2 anni; qualsiasi operatore, così come i consumatori finali, possono, in qualsiasi momento, consultare e acquisire copia delle proprie fatture elettroniche emesse e ricevute attraverso un semplice e sicuro servizio online messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate: il portale “Fatture e Corrispettivi”;

Più gettito IVA per l’erario Ma anche per l’erario non è andata male: il MEF ha infatti stimato che nel primo anno di obbligatorietà, la fatturazione elettronica ha portato in dote ben 4 miliardi in più di Iva. La stima, in verità, era stata fatta con i dati dei primi sei mesi, che erano estremamente positivi e già parlavano di 350 milioni al mese, che in proiezione sono appunto i famosi 4 miliardi, più del doppio della previsione del 2019, che era stata cifrata per 1,9 miliardi di maggior gettito sottratti all’evasione fiscale.

Le criticità Non sono tutte rose e fiori: premesso che sono state coinvolte dall’obbligo circa 2,8 milioni di partite Iva, esentandone di fatto per il momento 2,2 milioni, le criticità, comunque, non sono mancate (e non mancano). La fattura elettronica B2B all’inizio ha registrato tanti scarti da parte del Sistema di Interscambio, dovuti probabilmente a errori di poca esperienza con il processo, nonché per la poca conoscenza del tracciato tecnico XML. A fare la differenza è inoltre il processo scelto dalle singole imprese: molte aziende, soprattutto le più piccole, infatti, sperando nelle proroghe, si sono attivate semplicemente sostituendo il file PDF con il file XML. Le aziende grandi hanno invece gestito processi di digitalizzazione del flusso di fatturazione, realizzando processo di dematerializzazione non solo del documento PDF, ma anche del processo stesso di gestione della fatturazione, sfruttando quindi lo strumento elettronico, che è più efficiente e sicuro.

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