La replica al Comitato: “Chiusura pomeridiana dettata da ragioni di economicità”. “Contratto: già presentato il fabbisogno, per il piano industriale occorre attendere le elezioni”.
di Daniele Bartolucci
Innovazione e implementazione dei servizi, ma anche una “doverosa riduzione dei costi”. E’ questa l’azione impressa dal Consiglio di Amministrazione e dalla Direzione Generale di Poste San Marino Spa all’attività dell’azienda. Ed è con questi valori che, “nel rispetto delle libertà di pensiero e di azione costituzionalmente garantite e riconosciute, e dunque dell’iniziativa intrapresa dal Comitato Pro-Poste”, CdA e Direzione Generale rispondono alle dichiarazioni del Comitato di questi giorni, “allo scopo di fornire una giusta informazione alla cittadinanza”.
“CHIUSURA POMERIDIANA: RAGIONI DI ECONOMICITÀ”
“I servizi offerti da Poste S.p.a., incluso il servizio di consegna”, spiegano in una nota, “sono connotati da qualità ed efficienza, grazie all’impegno ed alla formazione costante del personale addetto, che svolge attività sempre più qualificate e specialistiche. La scelta della chiusura pomeridiana di alcuni Uffici Postali, causa del dichiarato “disagio all’utenza”, è stata dettata da mere ragioni di economicità, nel rispetto del (ed in ossequio al) sostegno economico da parte dello Stato che la società riceve. Il numero di operazioni in capo agli uffici postali interessati mal si concilia con il doppio turno del personale ivi in servizio e con i lunghi tempi di inattività comunque retribuiti. Identico criterio è parimenti riferibile alla scelta di chiusura del sabato degli Uffici periferici”. Un esempio su tutti è l’Ufficio Postale di Montegiardino “che ha generato da inizio anno un ricavo medio mensile di 792 euro a fronte di un costo medio, solo per il personale, di 2.450 euro, circostanza evidentemente ed ingiustificatamente antieconomica. La scelta in questione, si rimarca, non ha affatto peggiorato il servizio offerto, in quanto viene ugualmente garantita la copertura totale delle aree di maggiore afflusso”.
“FABBISOGNO, IL TAVOLO SI APRIRÀ DOPO LE ELEZIONI”
In merito all’affermazione “decaduti i termini previsti e non ancora aperto il tavolo di confronto annunciato”, riferita alla definizione del contratto collettivo di lavoro, “si precisa che Poste San Marino ha già presentato il fabbisogno strutturale all’Assemblea dei Soci ed alle Organizzazioni Sindacali, avendo di fatto già da tempo aperto il tavolo in questione. Quanto, di contro, alla presentazione del richiesto piano industriale, si rammenta che Poste San Marino ha l’obbligo di attendere che, all’esito delle imminenti elezioni politiche, venga ricostituita la figura principale della trattativa, ossia l’Azionista Unico in persona dello Stato, a cui per statuto competono le attività di indirizzo e controllo ed in assenza di cui risulta palesemente impossibile procedere a qualsivoglia deliberazione”.
“INNOVAZIONE E AUMENTO DEI SERVIZI”
“Il sostenere, infine, che ad oggi “si sta compiendo una gestione ordinaria”, è del tutto inconferente e di certo non contestualizzabile nell’attuale momento storico, connotato da straordinaria innovazione in riferimento ai servizi postali. L’evoluzione del mercato del settore di riferimento, lo sviluppo dell’e-commerce, l’ingresso della posta elettronica certificata, il crollo dei volumi riferibili alla corrispondenza tradizionale, la progressiva digitalizzazione delle Pubblica Amministrazione, la concorrenza dei corrieri, sono fattori già da tempo oggetto di attenzione e di reazione da parte della società che, nei fatti, si mostra alquanto consapevole dei repentini cambiamenti in corso nel settore postale, mettendo in capo strategie mirate e plurime iniziative finalizzate ad una implementazione dei servizi ed ad una contestuale, doverosa, riduzione dei costi, nel precipuo rispetto dei doveri e degli obblighi imposti agli scriventi”.