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San Marino, caso targhe: l’occasione nel Codice della Strada

da Redazione

Si può inserire la soluzione al problema sammarinese nella riforma. Nel frattempo ANIS ha già sollecitato i nuovi Ministri tramite l’Ambasciatore.

controlli polizia

 

di Daniele Bartolucci

 

Il “caso targhe” potrebbe finalmente trovare una soluzione, come annunciato nei mesi scorsi, nell’imminente discussione parlamentare sulla riforma del Codice della Strada. E’ quanto auspicano sul Monte Titano, stante la problematica relativa ai lavoratori italiani dipendenti di imprese della Repubblica di San Marino che nello svolgimento della loro attività lavorativa conducono veicoli con targa sammarinese di proprietà dell’azienda. Alla luce di quanto ha stabilito il Decreto italiano 113/2018 (il cosiddetto “Decreto Sicurezza”) oltre un anno fa, infatti, tali conducenti non possono più guidare mezzi immatricolati a San Marino, stante la condizione di residenti in Italia, per cui dovrebbero intestarseli. Ma ovviamente trattandosi di mezzi aziendali, ciò è impossibile. La nuova norma, va detto, deroga infatti i mezzi di proprietà delle imprese estere, ma limitando il tutto all’Unione Europea e allo Spazio Economico Europeo, dove non rientra appunto San Marino. Una dimenticanza che però ha creato non pochi problemi alle imprese del Titano, in particolare quelle del settore trasporti, ma anche tutte quelle che dotano i propri dipendenti di auto aziendali o che per determinate mansioni devono utilizzare i mezzi dell’azienda oltreconfine. Un problema che è stato rilevato anche dalla XIV Commissione Permanente per le Politiche dell’Unione Europea la quale, dopo aver esaminato il testo della proposta di legge recante “Modifiche al codice della strada” e tenuto conto della speciale posizione della Repubblica di San Marino anche nei confronti dell’Unione europea, riterrebbe opportuno estendere le disposizioni di cui all’art. 93, comma 1 ter del codice della strada anche ai veicoli intestati a imprese costituite in tale Stato. Sulla questione, del resto, tutti i partiti politici italiani hanno ammesso che una modifica sarebbe opportuna, ma fino ad ora non c’è stato modo di farla, anche perché gli emendamenti che sono stati proposti non sono stati nemmeno discussi. Il “vettore” giusto, a questo punto, potrebbe essere appunto la riforma del Codice della Strada, anche perché materia attinente. Alcune proposte sono già state licenziate dal CNEL nelle scorse settimane e altre proposte sono state annunciate in questi giorni dai Ministri competenti, per cui le tempistiche dovrebbero essere abbastanza veloci. Nel momento in cui i testi approderanno alla Camera, potranno dunque essere proposti anche gli emendamenti e di certo uno di questi sarà quello riguardante le richieste di San Marino.

Nel frattempo ANIS si è attivata, nuovamente, per stimolare i nuovi competenti Ministri del Governo Conte “bis”, ovvero Luciana Lamorgese (Interno) e Paola De Micheli (Infrastrutture e Trasporti) a trovare una soluzione alla problematica. Dopo un ulteriore incontro con l’Ambasciatore Italiano Guido Cerboni, sono infatti state già consegnate le missive anche per tramite dell’Ambasciatore della Repubblica di San Marino in Italia, Daniela Rotondaro, che da mesi segue con attenzione la questione. Tanto è vero che, dopo aver incontrato i membri e i Presidenti di diverse Commissioni parlamentari, la Rotondaro ha inviato un’ulteriore lettera a tutti i capigruppo delle forze politiche del parlamento italiano per richiamare l’attenzione di loro gruppi al momento in cui verrà calendarizzato il dibattito sulle modifiche al Codice della Strada. L’auspicio è che con tale opera di sensibilizzazione, durante l’iter parlamentare delle riforme suddette, si possa finalmente giungere a una modifica dell’art. 93 e risolvere questo “caso”, liberando le imprese sammarinesi da questa grave e anomala situazione.

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