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SCM Group cresce negli USA e ora “pungola” Donald Trump

da Redazione

L’azienda si è fatta portavoce del settore per ottenere più fondi. La leadership dell’azienda confermata dalla visita del congressista Woodall.

Riva Aureli Woodall

 

di Daniele Bartolucci

 

SCM, leader mondiale nelle tecnologie per la lavorazione del legno, sta registrando una crescita a doppia cifra nel mercato USA e proprio grazie a questa sua leadership, si è fatta portavoce delle istanze delle aziende manifatturiere a stelle e strisce del settore legno nei confronti dell’amministrazione Trump per ottenere più fondi e più risorse per continuare a crescere e diventare un settore trainante per l’economia americana. L’azienda italiana, infatti, è stata scelta dal membro del Congresso Rob Woodall, tra gli uomini di punta della Legislatura Trump, per trattare le opportunità di finanziamenti pubblici al settore. La visita è avvenuta nella filiale di Duluth, in Georgia: Rob Woodall, membro della Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti, è considerato tra gli interlocutori politici di punta, per lo Stato della Georgia, della Legislatura Trump. Il congressista repubblicano ha partecipato all’evento di SCM Nord America “Meet and Greet”, il 1° giugno, per illustrare alle istituzioni locali e ai maggiori protagonisti del Distretto (imprese, studi legali ed enti di formazione) le priorità dell’Agenda politica per il manifatturiero. Ad accogliere Woodall, l’Amministratore Delegato di Scm Group, Andrea Aureli, e il Country Manager per il Nord America di SCM, Giuseppe Riva. Presenti, tra le autorità locali, anche la Camera di Commercio della Contea e Ryan Kurtz, console onorario per l’Italia ad Atlanta.

La visita del congressista USA è stata l’occasione per trattare i principali punti di interesse delle imprese operanti in quest’area degli Stati Uniti. Solo in Georgia sono oltre 2500 le aziende del Distretto del legno, dal mobile ai serramenti alle tecnologie per il woodworking, e SCM, forte della sua crescita a doppia cifra nel mercato statunitense, si è fatta portavoce delle istanze dell’intero settore che chiede alla Legislatura Trump di tornare a dare il giusto vigore al manifatturiero e di stanziare fondi federali per rafforzare la formazione tecnica e professionale.

“Il nostro fatturato negli Stati Uniti, negli ultimi quattro anni, è più che raddoppiato”, sottolinea quindi Andrea Aureli, Amministratore Delegato di Scm Group. “Oggi il mercato americano incide per il 20% sull’export del Gruppo, e anche il primo semestre registra una crescita a doppia cifra, superiore a quella media del distretto legno. Anche le assunzioni sono in aumento. Stiamo aprendo altre sedi con presenza di commerciali e assistenti tecnici e stiamo cercando giovani intraprendenti e dinamici”. “La mancanza di figure tecniche specializzate, dalla produzione ai tecnici addetti alla manutenzione fino ai progettisti software, in linea con le nuove evoluzioni digitali dell’Industria 4.0, è un problema molto sofferto anche negli Stati Uniti, in particolare nel settore del legno. Un Distretto che per la sua importanza sul piano economico ed industriale, con 2.500 imprese solo in Georgia, chiede di essere sostenuto dalla politica tanto quanto, ad esempio, l’automotive e l’aerospaziale” afferma Giuseppe Riva dalla filiale SCM Nord America. “Woodall si è fatto promotore di una legge, il Carl D. Perkins Vocational and Technical Education Act, che è stata nuovamente autorizzata dal Congresso degli Stati Uniti e che prevede importanti fondi federali per rafforzare la cultura tecnica e professionale nel manifatturiero. Ora occorre che i college americani creino più corsi specifici per il woodworking”.

Woodall, quale membro della Commissione per i Trasporti e le Infrastrutture, è anche promotore nella Legislatura Trump del “200 billion Infrastructure Plan”, il Piano che punta a stanziare ben 200 miliardi di dollari per il rilancio delle Infrastrutture statunitensi. Sarebbe un’enorme opportunità per il colosso italiano e per tutto il comparto che registra, in Nord America, un notevole sviluppo. E sarebbe anche un interessante spunto di riflessione per altri Paesi occidentali, nel caso volessero “copiare” l’iniziativa di Trump a favore delle imprese, che non sono semplici contributi, ma appunto, un piano strategico per lo sviluppo. Un piano di investimenti che permetterà alle imprese di sviluppare e, di conseguenza anche di investire e generare occupazione.

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