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Roberto Zavaglia, un sogno internazionale inseguito per dieci anni

da Redazione

L’Amministratore Unico di Erbozeta: “Oggi è diventato realtà”. Presente in circa 50 Paesi esteri, si occupa di integratori alimentari e di dispositivi medici.

Erbozeta Roberto Zavaglia 27

 

di Alessandro Carli

 

L’approccio con le persone ma soprattutto con uno spazio – sia privato che pubblico – spesso avviene attraverso due sensi: lo sguardo e l’udito. Ce n’è un altro, in realtà, al quale non sempre si dà il giusto peso: l’olfatto. Non in Erbozeta però. All’ingresso dell’azienda di Gualdicciolo si viene immediatamente colpiti da una piacevole e reale, diffusa sensazione di profumo, di pulizia anche dell’aria. Del resto, l’impresa – fondata nel 1987 – si occupa di integratori alimentari e di dispositivi medici di alta qualità. E l’essenza che si avverte con nitidezza è quella di un prodotto ideato e commercializzato da una delle società commerciali del Gruppo.

Assieme al dottor Roberto Zavaglia, Amministratore Unico di Erbozeta, ripercorriamo la storia dell’impresa. “Nella seconda metà degli anni Ottanta mio padre Silvano, proveniente da un’importante esperienza nel settore alimentare, decise di intraprendere questa nuova strada imprenditoriale impiantando l’azienda ad Acquaviva: un piccolo ufficio e un magazzino – in tutto circa 500 metri quadrati – in cui lavoravano tre persone”. Sotto il punto di vista lavorativo, l’incontro tra Erbozeta e Roberto Zavaglia avvenne alla fine degli anni Novanta, dopo la laurea in Farmacia conseguita a Bologna nel 1996. Nel frattempo l’azienda si spostò a Gualdicciolo, in uno stabilimento più grande, adeguato ad accogliere un piccolo laboratorio produttivo e qui vi rimase per circa 10 anni.

A livello professionale la prima esperienza formativa di Roberto avviene tuttavia fuori da San Marino. “A cavallo del Duemila – spiega – ho lavorato e vissuto per circa tre anni in Lombardia. Un periodo che mi è servito per conoscere meglio le dinamiche commerciali e produttive del settore: ho potuto toccare da vicino alcune realtà del settore farmaceutico sia italiane che straniere e quindi acquisire maggiori competenze”. Competenze che poi ha importato e personalizzato all’interno dell’azienda.

Ma è nel 2009 che avviene il salto. “Avevo un sogno, quello di realizzare uno stabilimento produttivo con una visione internazionale” racconta. Un sogno che ha richiesto quasi 5 anni di lavori (la nuova sede è stata inaugurata nel 2014) e che si è concretizzato nella struttura che attualmente ospita Erbozeta. “Il progetto è stato modellato in base alle nostre esigenze. Si è provveduto a creare dapprima gli uffici commerciali, poi i reparti produttivi”. Oggi Erbozeta, che si sviluppa su una superficie di oltre 5 mila metri quadrati (2.000 di area produttiva, 1.600 di magazzino stoccaggio, 900 di magazzino spedizioni, 600 di uffici e 200 per i laboratori di Controllo Qualità e Ricerca e Sviluppo), dispone di 31 camere bianche (Clean room di livello ISO 8, a umidità e temperatura controllate) e di macchinari all’avanguardia. L’unità produttiva ha attenuto la certificazione GMP mentre il sistema di Gestione è certificato ISO9001 e ISO 13485. All’interno della struttura operano due divisioni: una a marchio Erbozeta e l’altra per lavorazioni in conto terzi. La forza lavoro sfiora i 100 dipendenti (“Circa 70 sono impegnati nei laboratori mentre la restante parte suddivisa in uffici di competenza”) 200 i collaboratori esterni.

Un’azienda giovane, soprattutto per età anagrafica dei dipendenti (36 anni di media) che guarda al futuro.

Una struttura minuziosa e articolata, adeguata a garantire come unico risultato un prodotto di altissima qualità. Il vero segreto di tutto questo è il “lavoro di squadra”, dove ogni persona è fondamentale e senza il quale non sarebbe pensabile ottenere questi risultati.

Il sogno internazionale, l’Amministratore Unico, lo sta realizzando. Ci ha impiegato circa 10 anni, ma oggi è realtà: i prodotti Erbozeta sono presenti in 50 Paesi del mondo. “Abbiamo due filiali commerciali all’estero, una a Vienna, e una a Hong Kong – aggiunge -, a cui vanno aggiunti una serie di agenti che seguono questi mercati emergenti”. Per poter essere competitivi e presentarsi sul mercato, grande attenzione viene dedicata alla ricerca. “Per noi la ricerca e lo sviluppo sono fondamentali. Abbiamo un ufficio che si occupa di ‘medical affair’, in cui lavorano quattro project manager dedicati allo sviluppo di prodotti innovativi in ambito medico specialistico”. Dall’idea, dall’intuizione alla commercializzazione di un prodotto, i passaggi sono molti e complessi. “Il processo ha inizio con un’accurata valutazione e selezione degli studi clinici più recenti. Viene dapprima effettuata la ricerca della materia prima appropriata e del partner che la fornisce, di seguito identificata la forma farmaceutica ottimale alla finalità per cui è stata pensata, quindi il prodotto viene sottoposto ad una serie di rigidi test che comprovino il rispetto delle normative internazionali in vigore”.

Altrettanto importante è la formazione. Formazione che, declinata in Erbozeta, è “trasversale”, ovvero di “carattere scientifico, comunicativo e commerciale”.

Nonostante i tantissimi impegni lavorativi e familiari, Roberto riesce a ritagliarsi un po’ di tempo per un hobby. Uno sport, una disciplina: lo sci. Un paio di volte all’anno “stacca” la spina e si dirige in montagna.

“Ho iniziato da piccolo, avevo più o meno cinque o sei anni. La prima volta che misi gli sci fu nel 1975, quando mio padre mi portò a Vipiteno”. Sci che negli anni è cambiato, soprattutto dal punto di vista tecnologico.

“Una volta erano ‘più lunghi’ – i miei superavano i due metri – e avevano i lacci”. Lo sci richiede molta attenzione e molta tecnica. Mi rilassa molto, riesco ad evadere mentalmente e a ricaricarmi”.

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