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La contraffazione costa all’Ue 83 miliardi di euro all’anno

da Redazione

I settori più colpiti: farmaceutica, abbigliamento, giocattoli, alcolici e prodotti cosmetici. San Marino: marchi tutelati, ma manca l’Osservatorio sulla Proprietà Intellettuale.

grafico euipo contraffazione

 

di Daniele Bartolucci

 

Ogni anno l’UE perde 83 miliardi di EUR e 790.000 posti di lavoro a causa di contraffazione e pirateria. I dati sono stati forniti nei giorni scorsi dall’EUIPO (ex UAMI), l’agenzia dell’Unione Europea che gestisce la registrazione dei marchi (MUE) e dei disegni o modelli comunitari registrati (DMC), entrambi strumenti intesi a proteggere la proprietà intellettuale in tutti i 28 Stati membri dell’UE, e svolge attività di cooperazione con gli uffici di PI nazionali e regionali dell’UE. Inoltre dal 2012 l’EUIPO gestisce anche l’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, istituito nel 2009 per sostenere la protezione e l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale nonché per combattere la crescente minaccia di violazioni della PI in Europa.

 

ABBIGLIAMENTO E FARMACI I SETTORI PIÙ COLPITI

Prodotti cosmetici e di igiene personale, abbigliamento, calzature e accessori, articoli sportivi, giocattoli e giochi, gioielli e orologi, borse, industria discografica; alcolici e vino e prodotti farmaceutici sono i settori più colpiti: il 7,4 % delle vendite in questi settori viene perso a causa della presenza di merci contraffatte sul mercato. La perdita di gettito fiscale provocata dalla contraffazione e dalla pirateria è stata stimata a 14,3 miliardi di euro. Una serie di studi condotti dall’EUIPO attraverso l’Osservatorio stima una perdita annuale pari a oltre 48 miliardi di euro in nove settori specifici. Altri 35 miliardi di euro vengono persi ogni anno nell’UE a causa degli effetti indiretti della contraffazione e della pirateria in questi settori, poiché i produttori acquistano quantità inferiori di prodotti e servizi dai fornitori, generando effetti a catena anche in altri ambiti.

 

LA CONSEGUENZA DIRETTA: PERDITA DI POSTI DI LAVORO

Le mancate vendite si traducono in una perdita diretta o nella mancata creazione di quasi 500.000 posti di lavoro in questi settori nell’UE: i legittimi produttori e, in alcuni casi, i distributori di tali prodotti impiegano infatti meno personale di quanto farebbero se non esistessero la contraffazione e la pirateria.

Prendendo in considerazione gli effetti a catena che i prodotti contraffatti hanno su altri settori, si aggiunge la perdita di ulteriori 290.000 posti di lavoro in altri comparti dell’economia dell’UE.

Il Direttore dell’EUIPO, António Campinos, ha dichiarato: “Ci auguriamo che i risultati di questi studi aiuteranno i consumatori a compiere scelte più informate. Ciò è ancora più importante in questo periodo dell’anno in cui i consumatori e i cittadini procedono ai loro acquisti natalizi e scelgono i regali per i loro cari. Attraverso il nostro lavoro di analisi e relazione riusciamo a comprendere l’impatto economico della contraffazione e della pirateria sulle vendite e sull’occupazione. La situazione varia nei diversi Stati membri, ma l’immagine generale derivante dalla serie di studi è chiarissima: la contraffazione e la pirateria hanno un impatto negativo sull’economia e sulla creazione di posti di lavoro nell’UE.

 

ITALIA, IL DANNO VALE PIÙ DI UNA FINANZIARIA

Si stima che ogni anno, in Italia, vengano persi oltre 12,9 miliardi di euro a causa della contraffazione, con una perdita diretta di oltre 8,1 miliardi di euro nei settori identificati, pari al 7,5 % delle vendite. Ciò si traduce nella perdita di 107.700 posti di lavoro, con una perdita diretta di 68 300 posti di lavoro in questi settori. L’Italia è il paese più colpito dalle perdite assolute in termini sia di vendite sia di posti di lavoro, prendendo in considerazione tutti i settori e l’impatto diretto e indiretto. È il primo Paese per perdita di vendite nei settori dell’abbigliamento, dei medicinali, delle borse e dei gioielli e anche il primo negli ultimi due settori per perdita di posti di lavoro.

 

SAN MARINO: TUTELE OK MENO BENE I CONTROLLI

San Marino ovviamente non rientra negli studi dell’EUIPO, né sottostà alla serie di controlli e valutazioni dell’Osservatorio, ma nonostante questo aderisce all’EPO, che è l’ufficio europeo dei brevetti (il WIPO, di cui è membro, è quello mondiale) e ha una normativa vigente che permette di tutelare marchi e brevetti in maniera formale. Ma forse non efficace come si dovrebbe. A partire dall’Osservatorio europeo, che si declina in Osservatori nazionali, San Marino non ne ha mai istituito uno proprio, come non ha una struttura vera e propria che si occupi del monitoraggio, controllo e sanzionamento dell’utilizzo illegale di marchi contraffatti in territorio. Questo non esclude che i controlli si facciano comunque, ma il rischio che ci sia solo una normativa e non l’applicazione della stessa, è concreto.

Così come è concreto il fatto che queste dinamiche ormai facciano parte dell’economia di tutti i Paesi occidentali: in senso negativo, se guardiamo alla perdita di incassi e posti di lavoro, in termini positivi laddove questo settore diventi un business. E a San Marino lo è, da qualche anno. Lo dimostrano gli incassi per i depositi dell’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi, decuplicati in pochi anni. Più operazioni che si sono tradotte in più agenti autorizzati e agenzie (attualmente ne operano 9-10). Anche la Proprietà Intellettuale, quindi, è un asset strategico per il Titano.

 

DECRETO BONDI, TITANO ESENTATO DAL CONTRIBUTO

Il “Decreto Bondi”del 2009 (poi riconfermato dal Ministro Franceschini) ha introdotto un contributo SIAE per le cosiddette “copie private”, variabile a seconda del supporto digitale (cd, dvd, chiavete usb, hard disk…) prodotto o commercializzato. Questo indistintamente dall’utilizzo che se ne farà. Spesso viene evidenziato in fattura dai rivenditori, grossisti e produttori italiani anche quando la merce viene spedita a San Marino. In base a un protocollo SIAE-Confindustria, però, le vendite verso i Paesi extra UE e anche verso San Marino (per il Vaticano non c’è deroga), sono esentate dal pagamento di questo contributo. Attenzione dunque a non pagarlo per sbaglio.

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