Home FixingFixing Solo sette Segretari di Stato, con un “coordinatore”

Solo sette Segretari di Stato, con un “coordinatore”

da Redazione

Adesso.sm ha promesso un “assetto istituzionale stabile” e più efficiente, che ponga fine alla “discrezionalità”. Imprese: Sportello Unico, “leggi di settore”, Agenzia per lo Sviluppo, uffici pubblici aperti pomeriggio e sabato mattina.

 

di Daniele Bartolucci

 

Riforme e ripresa economica. E’ questo il binario su cui si dovrà muovere il prossimo Governo. Con quale “mezzo” lo hanno scelto i cittadini, votando la coalizione Adesso.sm, che ha messo nel programma elettorale tutte le (proprie) risposte ai problemi del Paese. A partire dal cambio di metodo: al grido di “basta con l’eccesso di discrezionalità del Governo, lo scarso confronto con cittadini e opposizioni, la preminenza del Congresso di Stato rispetto agli indirizzi del Consiglio Grande e Generale, la progressiva riduzione del ruolo del Consiglio, l’eccesso di decretazione”.

 

MENO SEGRETARI DI STATO E UN “COORDINATORE”

Un richiamo forte, quindi, all’unità di intenti – che è mancata negli ultimi Governi – e quindi al coordinamento tra l’azione governativa e delle Segreterie, che Adesso.sm ha stigmatizzato sempre come operanti a “comparti stagni”. E’ anche per questo che hanno annunciato l’accorpamento delle Segreterie (ne indicheranno solo 7) e delle deleghe omogenee (probabilmente Cultura-Turismo, Interni-Giustizia, Lavoro-Industria ad esempio), ma soprattutto indicato nel programma elettorale un capitolo ad hoc su questo cambio di passo, basato su alcuni punti fondamentali: “Segretari di Stato e staff delle Segreterie scelti privilegiando le competenze rispetto al ruolo da ricoprire; trasparenza e controllo civico dell’attività di Governo attraverso la pubblicazione on line degli atti che corredano le delibere del Congresso di Stato, fatti salvi i dati sensibili e la tutela della privacy; accorpamento delle Segreterie di Stato per materie omogenee e riorganizzazione degli staff con adeguate risorse umane e materiali dotate di specifiche competenze, limitando le consulenze a soggetti non sammarinesi esterni all’amministrazione; confronto permanente fra tutte le Segreterie di Stato e fra queste e la maggioranza, per garantire unità di intenti, condividere informazioni, e armonizzare attività e progetti; rendere pienamente individuabile la responsabilità delle scelte assunte; confronto permanente fra l’esecutivo, gli Uffici della Pubblica Amministrazione e le Giunte di Castello al fine di promuovere una più efficace ed incisiva azione di governo”. Ma soprattutto istituire “una figura di coordinamento in seno al Congresso di Stato che tracci l’agenda politica, definisca priorità e modalità di attuazione, evitando inutili sovrapposizioni”. Una figura responsabile, quindi, che in futuro potrà diventare anche l’auspicato (da tante componenti della società, a partire da ANIS, ma anche da diversi partiti, oggi all’opposizione) primo ministro. Ma servirà una riforma istituzionale. Nel frattempo, di riforme ne servono parecchie e l’agenda governativa va stilata subito.

 

SEI MESI DI RIFORME PER CAMBIARE IL PAESE

Perché se è vero che la legislatura targata Adesso.sm è appena iniziata, sono stati gli stessi rappresentanti di questa coalizione a dettare i tempi della propria agenda di governo, annunciando il programma dei primi sei mesi.

Prima cosa, il Bilancio dello Stato, anche perché il primo banco di prova sarà la nuova finanziaria, ancora tutta da scrivere stante il cambio di maggioranza al governo del Paese (quella precedente aveva infatti già avviato il Programma Economico 2017). Le linee di Adesso.sm sono semplici e partono da una “Operazione verità sui conti pubblici: ricognizione sullo stato dei bilanci e della liquidità di Stato ed Enti, rendendo trasparenti e disponibili pubblicamente tutti i dati, compresi quelli sull’indebitamento”. Quindi l’abolizione del raddoppio del contributo ai partiti in caso di elezioni e l’approvazione della legge di iniziativa popolare per il recupero dei crediti monofase non pagati allo Stato e dei crediti di imposta concessi alle banche. Poi c’è da sistemare il sistema bancario, ma soprattutto intervenire sul mercato del lavoro. Quindi il tema dello sviluppo economico, abbinato al turismo: si parte con l’istituzione dello “Sportello Unico per le Imprese” e l’estensione al pomeriggio e al sabato mattina dell’orario di apertura degli uffici, a parità di costi, e informatizzazione delle procedure per prenotazioni e produzione di certificati. Quindi, in concomitanza, la costituzione di una “Agenzia per lo Sviluppo per ricercare investitori e promuovere il Paese all’estero, che si integri con la Camera di Commercio e crei anche un unico sito internet per la promozione del sistema”. Ma anche la “creazione di una forma di residenza senza costi per il welfare pubblico dedicata ai piccoli investitori che aprono una impresa a San Marino e occupano lavoratori residenti in territorio”. In parallelo, Adesso.sm vuole sviluppare “un piano di incentivazione fiscale e contributiva per le imprese già esistenti, legata alla messa in campo di comportamenti virtuosi (occupazione interna, investimento in ricerca e sviluppo, innovazioni in campo ambientale ed energetico, ecc…)” e avviare la “revisione della legge di concessione delle licenze: eliminare il potere concessorio, velocizzare il processo e il tempo per l’apertura di una impresa e prevedere forme di garanzia a tutela degli interessi generali economici dello Stato e del sistema economico da eventuali forme di abuso (esempio: mancati pagamenti a fornitori, lavoratori e Stato)”. Infine, nell’ottica di rendere il quadro normativo più semplice e certo, è prevista la “redazione di testi normativi consolidati delle leggi nelle materie di interesse per le imprese e i professionisti”.

Per il rilancio del commercio è prevista anche la creazione di una Card Turistica che “consenta al turista di avere sconti, agevolazioni, premi e la possibilità di usufruire di servizi dedicati”.

 

PREVIDENZA, ARRIVERÀ L’ISEE

Il capitolo welfare è fondamentale nel programma di Adesso.sm, che vuole attuare diverse riforme, da quella generale delle pensioni a quella degli ammortizzatori sociali. Ma anche sull’ISS le novità non mancheranno, a partire dalla “sostituzione del Comitato Esecutivo ISS” e al trasferimento della sede della Segreteria di Stato per la Sanità fuori dall’ospedale di Stato. Inoltre provvederanno a “pubblicare on line di tutte le delibere del Comitato Esecutivo”. Per quanto riguarda il welfare vero e proprio, sono intenzionati a “creare uno strumento di parametrazione della situazione economico-patrimoniale (ISEE) di chi richiede l’accesso alle prestazioni sociali ed economiche fornite dallo Stato, allo scopo di erogare sussidi e contributi solo a chi ne ha realmente necessità e tutelare con le più opportune politiche le famiglie e i soggetti veramente disagiati”. Ma anche a “introdurre un tetto massimo alla prestazione pensionistica a cui ricondurre progressivamente nel tempo i titolari di pensione ad esso superiore (con un opportuna “solidarietà di ritorno”); uniformare condizioni di calcolo, aliquote, età pensionabile, fra lavoratori dipendenti e indipendenti; legare l’importo della pensione di reversibilità alle condizioni economico/patrimoniali del superstite e agli oneri a suo carico”.

 

DA PATRIMONIO UNESCO A SMART CITY E “RIFIUTI ZERO”

Nel programma di Adesso.sm viene gettato “uno sguardo sulle politiche intelligenti che stanno adottando sia le grandi metropoli europee che le piccole municipalità”, che “ci conferma quanto il modello Smart City possa essere una grande prospettiva per San Marino che bene si presta, per la propria conformazione, come sede di progetti pilota e dunque attraente per chi voglia investire in questo mercato emergente”.

Mobilità sostenibile Il progetto parte dalla “mobilità dolce e sostenibile”, che “rappresenta il futuro del pianeta e su questo tema sono stati attivati proficui approfondimenti con soggetti pubblici e privati che hanno avanzato proposte molto interessanti. Il settore pubblico deve dare il buon esempio con un parco auto completamente elettrico. Un utile strumento saranno nuovi incentivi fiscali per i privati disposti ad acquistare tali automezzi”.

Telecomunicazioni “Entro la fine del 2017 dovrà essere completato, con l’avvio della erogazione dei servizi, il progetto della rete in fibra ottica e quello della rete infrastrutturale della telefonia mobile”.

Web e hi-tech “Importante creare norme specifiche capaci di attrarre aziende attive sui settori del web e dell’high-tech, valutando la fattibilità di un progetto “San Marino Free Internet” per tutte le imprese che lavorino sul web e/o facciano dell’utilizzo della rete il loro core business”.

Energia “L’approvvigionamento energetico ha un ruolo chiave nella transizione verso una Smart Republic. Al nostro Paese serve maggiore autonomia che si può ottenere puntando su fonti energetiche pulite e rinnovabili con investimenti pubblici e privati nel settore. L’intervento più immediato e perseguibile riguarda le politiche di incentivo all’installazione di impianti fotovoltaici su immobili privati e sulle proprietà pubbliche”.

Ciclo dei rifiuti “Nel settore dei rifiuti urge estendere la raccolta porta a porta su tutto il territorio, iniziando così un percorso di sensibilizzazione della cittadinanza che potrà portare nel futuro prossimo ad una riduzione importante della produzione di rifiuti: l’obiettivo è “rifiuti zero”.

Start-up “Particolarmente importante è potenziare la nostra capacità di attrarre start-up ad alta tecnologia in territorio, attraverso l’attivazione di incentivi per i portatori di venture capital, una politica delle residenze adatta a chi vuole avviare una piccola attività ad alta tecnologia, la messa in campo di servizi e facilitazioni utili per queste imprese in formazione. Rilevante in tal senso sarà riformare la normativa in materia di start-up nella direzione di una maggiore efficienza, trasparenza e capacità di stimolare la crescita del settore, potenziando lo sviluppo dell’Incubatore di Impresa su queste basi”.

 

L’AGENDA DI GOVERNO

Le questioni inerenti il settore bancario, dai crediti non performanti alle polemiche sull’operato di Banca Centrale, hanno tenuto banco anche in questa campagna elettorale. Anzi, mai come oggi, l’esigenza di mettere mano alle reoole del settore e rilanciarlo è sentita dalla politica. Ma la campagna elettorale è finita e, nelle more della nomina di un nuovo Governo, ora una maggioranza c’è e a euqesta spetta l’onere di fare le cose che ha promesso.

Anche e soprattutto nel sistema bancario sammarinese, che – a detta degli stessi candidati – era ed uno dei punti discriminanti tra i due programmi che si sono sfidati al ballottaggio. Ecco, dunque, ciò che ha intenzione di fare Adesso.sm, già nei primi sei mesi di governo: “Rispetto dell’autonomia di Bcsm nell’effettuazione dell’Asset Quality Review, da completare parallelamente all’adozione della Centrale Rischi”. Quindi la “verifica delle responsabilità dei management o della politica nella concessione di crediti erogati senza garanzie e perseguimento delle stesse”. Ma non dimenticano Cassa di Risparmio S.p.A., che “rimane dello Stato, che dovrà avere le giuste quote di proprietà della stessa in proporzione al capitale immesso”. In questo caso, comunque, annunciano l’intenzione di arrivare alla “nomina di un nuovo Cda e di un nuovo Direttore Generale, in linea con le necessità di rilancio dell’istituto”. Infine, l’avvio di una “operazione trasparenza, rendendo palesi i beneficiari effettivi di quote di partecipazione significative nelle banche e nelle finanziarie”. Ma per il rilancio del settore? Una soluzione è quella del “dialogo e coinvolgimento delle opposizioni nelle scelte di sistema: apertura del Comitato per il Credito e il Risparmio all’opposizione e maggiori audizioni di Bcsm in Commissione Finanze”, unita “all’affrontare nel negoziato con l’Unione Europea il tema dell’accesso diretto dei nostri istituti al mercato bancario e finanziario europeo ed ai programmi di rifinanziamento della Bce”.

Questo nei primi sei mesi, come annunciato nei giorni scorsi. Nel programma elettorale, però, c’è dell’altro, perché “parlare di sistema finanziario come priorità per lo sviluppo del Paese non è peregrino: senza credito, infatti, non è possibile pensare di sviluppare economia, garantire gettito fiscale, mantenere posti di lavoro con elevate qualifiche professionali. I fattori di criticità sono così da tempo, così come è evidente il fallimento delle politiche messe in atto nella precedente legislatura per rilanciare il settore”. A iniziare dalla questione NPL, che oltre agli interventi già citati, potrebbe necessitare di “soluzioni come la cartolarizzazione degli attivi puntando a utilizzare fondi specializzatiper tipologie di crediti uniformi, anche in sinergia con operatori stranieri, evitando comunque di mettere tutto indistintamente in una bad bank”. In ogni caso, si potrà valutare “un eventuale intervento di garanzia dello Stato, a seguito della AQR di Banca Centrale, con obiettivi chiari, attenta valutazione dei rischi, controlli rigorosi e la presenza di un interesse generale per il sistema economico”. Ma anche “eventuali ulteriori interventi dello Stato a sostegno del sistema e a tutela dei risparmiatori, come l’ingresso temporaneo dello Stato nel capitale sociale delle banche interessate, la rimozione dei precedenti amministratori e la loro sostituzione con management rinnovati ed efficienti”. E sul rilancio del settore? “Implementare un percorso di ristrutturazione complessiva del sistema bancario sammarinese, attraverso processi di aggregazione degli istituti di credito esistenti con gli obiettivi: di maggiore efficienza, valorizzazione delle risorse umane esistenti, solidità patrimoniale e implementazione dell’erogazione del credito a favore del sistema economico sammarinese”.

Quindi “riformare lo Statuto di Banca Centrale secondo le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, aumentando trasparenza, riorganizzando la struttura, potenziando le funzioni di sostegno al settore finanziario, sistema dei pagamenti, dando la necessaria autonomia finanziaria e operativa all’Agenzia d’Informazione Finanziaria rispetto a Banca Centrale”.

Ma anche “perseguire le opportune modifiche normative che consentano una progressiva specializzazione e separazione fra banche di raccolta e banche di investimento, predisponendo poi il quadro regolamentare necessario per le due diverse fattispecie”, con l’obiettivo di “creare un piano di sviluppo del sistema del settore assicurativo e della gestione del risparmio, grazie alla bassa fiscalità, alla formazione degli operatori, alla possibilità della libera circolazione in Europa dei nostri servizi”.

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