Forse anche grazie a Expo 2015, la Lombardia si scopre più agroalimentare. Tra i settori in crescita, oltre al riso (12%), gli alberi da frutto e i bufalini, entrambi con un + 17%.
Davvero “di ogni”, pur di non pensare a cosa accadrà post referendum sulla Brexit. Tra il compleanno della Regina Elisabetta e i risultati sull’Unione Europea, gli inglesi provato a far trascorrere il tempo tra un tè (delle 17) e un sondaggio.
L’ultimo, che di certo sdrammatizza l’aria cupa e minacciosa che sta soffiando sulla perfida Albione, l’ha presentato pochi giorni fa la catena di negozi Mark and Spencer assieme a Oxfam. Ebbene, le donne impiegano 17 minuti in media al giorno per decidere cosa indossare. Nessun dato sugli uomini. Ma siamo sicuri che siano così lontani da questi 17 minuti?
E’ invece molto più seria la questione, forse non solo italica, del capolarato e delle agromafie: secondo l’osservatorio “Placido Rizzotto” della Flai-Cgil hanno un “peso” sull’economia del Paese che supera i 17 miliardi di euro.
Decisamente più confortanti i dati che escono dall’indagine annuale sulle Medie imprese industriali italiane, realizzata da Mediobanca e da Unioncamere. La fotografia scattata parla di un sistema in crescita (3.283 unità), che sa tenere testa ai competitor tedeschi e che sa assicurare poco meno del 17% del valore aggiunto e delle esportazioni dell’industria manifatturiera italiana.
Forse anche grazie a Expo 2015, la Lombardia si scopre più agroalimentare. Tra i settori in crescita, oltre al riso (12%), gli alberi da frutto e i bufalini, entrambi con un + 17%.
Infine oggi, ma nel 1970, si giocava “la partita del secolo”, Italia-Germania Ovest, finita 4 a 3.
