Home FixingFixing Fatca, c’è l’accordo con gli USA: doppie imposizioni, non ancora

Fatca, c’è l’accordo con gli USA: doppie imposizioni, non ancora

da Redazione

L’IRS avrà i dati fiscali dei sammarinesi con doppia cittadinanza, per chiedere loro le tasse. L’Ambasciatore Phillips firma l’IGA II, ma frena sul resto: “Solo se sono necessari”.

 

di Daniele Bartolucci

 

I redditi dei sammarinesi con cittadinanza americana sono a disposizione delle autorità fiscali degli Stati Uniti, che potranno così chiedere conto delle tasse previste (sia del passato, sia del futuro ovviamente). Di tutte le tasse, senza esenzioni e ‘sconti’ nel caso in cui siano già state pagate quelle dovute a San Marino.

L’obiettivo del FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act), entrato in vigore il 1 luglio 2014, è infatti quello di far emergere redditi e patrimoni dei cittadini americani (perché è la cittadinanza a determinare il pagamento delle tasse degli USA e non la residenza), a cui ora si accompagna l’accordo intergovernativo (IGA II) sottoscritto a San Marino dall’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia e presso la Repubblica di San Marino, John R. Phillips, e dal Segretario di Stato alle Finanze Gian Carlo Capicchioni, che favorisce lo scambio automatico delle informazioni attraverso una trasmissione diretta dalle istituzioni finanziarie sammarinesi verso le autorità americane. Se da una parte gli USA hanno quindi ottenuto ciò che volevano con il FATCA, per San Marino sarebbe stato fondamentale stipulare anche un accordo contro le doppie imposizioni e uno sulla sicurezza sociale, ma nonostante la richiesta dall’altra parte dell’oceano si sono finora limitati a garantire che verranno valutate le condizioni e, parola dell’Ambasciatore Phillips, “se sarà necessario si farà, se non sarà necessario, no”. Se si arriverà quindi ad una nuova firma, è presto per dirlo, anche se Pasquale Valentini, Segretario agli Esteri che ha portato avanti la trattativa congiuntamente al collega alle Finanze, ha sottolineato “la necessità che la normativa FATCA sia affiancata dalla stipula di quegli accordi che tutelino i nostri cittadini dalle iniquità che possono sorgere in materia di doppie imposizioni o di sicurezza sociale”. “Da parte statunitense”, si legge in una nota della Segreteria agli Esteri, “è stata assicurata la massima comprensione nella regolarizzazione delle posizioni che vedono i cittadini sammarinesi con passaporto americano a dover sottostare agli obblighi dell’amministrazione americana”. “Sono soprattutto pensionati – ha spiegato Valentini, “gli stessi che con il loro rientro in Patria dopo l’esperienza migratoria hanno contribuito alla rinascita dell’economia sammarinese negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. San Marino e l’America vantano una lunga tradizione di amicizia; il nostro Paese è fortemente legato agli USA, che nel passato ha offerto tante possibilità di riscatto e di benessere sociale per i nostri cittadini; una relazione che si nutre anche dell’orgoglio di questi sammarinesi di essere al contempo cittadini americani”. Del resto, anche se per molti sammarinesi significherà pagare tasse che non avevano né previsto né considerato di dover mai pagare, è pur vero che il FATCA non è stato sicuramente pensato per loro, bensì per quei cittadini che – probabilmente in maniera fraudolenta – hanno sempre nascosto al fisco americano i loro capitali. “Non abbiamo quantificato il reddito totale dei nostri cittadini a San Marino, che dovrebbero essere circa 5mila in totale, tra residenti e non, né fatto proiezioni sulle tasse che dovremo incassare”, ha garantito Phillips, “ma per dare un’idea di cosa si stia parlando, basti pensare che in Svizzera abbiamo scoperto un volume di diversi miliardi di dollari su cui non sono mai state pagate le imposte dovute”. Anche per questo, si può auspicare, a San Marino verrà riservato un trattamento di maggior favore, anche in assenza di accordi contro le doppie imposizioni: “Quello che cerchiamo è l’equità”, ha spiegato l’Ambasciatore, “valuteremo se ci sarà equità, e se saranno necessari accordi per garantirla, non credo ci vorrà molto tempo per siglarli con San Marino. Questo accordo per il FATCA”, ha ricordato, “si è raggiunto in circa due anni, per eventuali accordi sulle doppie imposizioni e per la sicurezza sociale credo ci vorrebbe molto meno, ma solo se li riterremo necessari, ed è quello che stiamo valutando”.

Anche il Segretario per l’Industria Marco Arzilli ha incontrato l’Ambasciatore John R. Phillips e il console generale a Firenze Abigail M. Rupp. Nel corso dell’incontro ufficiale, le due delegazioni si sono confrontate sulle linee di sviluppo della Repubblica di San Marino, guardate con interesse da S.E. Phillips. In particolare i progetti portati avanti dalla segreteria Industria, l’aeroporto, il Parco Scientifico e Tecnologico e le politiche di internazionalizzazione, sono stati argomento di discussione. “Un incontro estremamente positivo”, ha commentato il Segretario Arzilli, “un’opportunità per rafforzare i contatti tra i nostri paesi in termini di sviluppo economico. L’Ambasciatore Philips ha dimostrato apprezzamento nei confronti dei driver di sviluppo su cui si sta muovendo San Marino. L’obiettivo è ora quello di creare un momento di confronto più approfondito tra le realtà economiche dei nostri paesi, che segua la traccia dei Business Forum già organizzati dalla nostra Segreteria”.

 

COME FUNZIONA

Il FATCA comporta lo scambio di informazioni periodiche da parte degli intermediari finanziari all’IRS delle posizioni finanziarie (i.e. saldo conto, interessi percepiti, ecc.) dei cittadini americani ovunque essi risiedano. Un intermediario finanziario estero (come potrebbe essere una banca sammarinese) è portato a stipulare il FATCA perché se non lo facesse le componenti reddituali derivanti da contratti finanziari americani sarebbero assoggettate al 30% di ritenuta alla fonte a partire dal 1° Luglio 2014 fino a colpire anche le componenti di capitale nel 2017.

San Marino ha negoziato l’Accordo intergovernativo (IGA) Modello 2, ossia il modello di accordo con il quale la giurisdizione partner acconsente a tutti gli FFIs (istituzioni finanziarie straniere), situati nella propria giurisdizione (SM), di comunicare le informazioni specificate sui conti dei cittadini americani direttamente all’IRS considerando comunque che gli FFIs devono identificare i conti dei cittadini americani ai sensi del regolamento sulla due diligence (adeguata verifica) contenuto nell’allegato 1 dell’IGA.

In particolare gli FFIs comunicano le informazioni sui conti dei cittadini americani all’IRS e comunicano all’IRS anche le informazioni aggregate dei titolari di conti pre-esistenti che non autorizzano a comunicare le loro informazioni, sulla base di queste informazioni l’IRS può fare una “richiesta di gruppo” alla giurisdizione partner per ottenere delle informazioni più specifiche.

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