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IVA, la mano che serve per rilanciare il Paese

da Redazione

Già perso un anno, un anno di competitività perduta per le imprese. E’ anche una conditio sine qua non per avvicinarsi all’Unione europea.

 

di Alessandro Carli

 

Perso de facto un anno pieno, con conseguenze molto rilevanti per le imprese del territorio che spingevano per l’introduzione del sistema IVA al posto dell’imposta monofase sin dal 1 gennaio 2016 (il Segretario di Stato alle Finanze Gian Carlo Capicchioni ha spiegato su San Marino Fixing di luglio 2015 che la data è stata posticipata al 1° gennaio 2017: in soldoni, un anno di competitività perduto per le aziende) e sperando che la nuova data venga davvero rispettata, nei giorni scorsi la Segreteria di competenza ha avviato le audizioni con la maggioranza, con le parti sociali, con le associazioni di categoria e con i sindacati, inviando alle parti sociali la bozza del testo e la relazione del professor Paolo Centore.

I primi commenti sono già arrivati. Sono quelli dei sindacati, che hanno dato l’ok ad andare avanti. Sul progetto c’è anche il placet convinto dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, che ha creduto nel passaggio dalla monofase all’IVA sin dalle prime battute e che non ha mai mancato di dare il proprio contributo di idee per migliorare e rendere il più adiacente possibile l’Imposta sul Valore Aggiunto alle esigenze delle imprese. IVA che, sul campo strettamente operativo, darà una mano all’economia delle aziende: la nuova imposta permetterà di semplificare sensibilmente l’interscambio e di avere anche una burocrazia più snella e meno costosa, con le immaginabili ricadute positive.

 

La ratio della nuova Imposta

La riforma delle imposte indirette fa parte del programma di riforma strutturali a completamento dell’assetto normativo fiscale sammarinese nell’ottica di una regolamentazione fiscale moderna e in linea con i sistemi internazionali e in particolare quello europeo, primo mercato di riferimento per l’economia sammarinese. La relazione del professor Centore individua, in estrema sintesi, quattro caratteristiche essenziali dell’IVA: deve essere applicata in modo generale alle operazioni economiche, aventi a oggetto beni o servizi; deve essere proporzionale al corrispettivo percepito dal soggetto d’imposta, quale contropartita dei beni e servizi forniti; deve essere riscossa in ciascuna fase del processo di produzione e di distribuzione, compresa quella della vendita al minuto, a prescindere dal numero di operazioni effettuate in precedenza; deve essere corrisposta in occasione delle precedenti fasi del processo di produzione e di distribuzione, sono detratti dall’imposta dovuta dal soggetto d’imposta, sicché tale tributo si applica, in ciascuna fase, solo al valore aggiunto realizzato con la singola transazione, con la conseguenza che il peso dell’imposta risulta totalmente a carico del consumatore finale.

Il testo elaborato tiene conto delle dimensioni e delle caratteristiche dell’economia sammarinese e adotta un approccio soft: l’IVA verrà introdotta in maniera graduale e porrà più di un occhio di riguardo sui settori più delicati.

In questo senso il documento non è affatto “sigillato”: vi sono alcuni punti lasciati in bianco, pronti a essere discussi e calibrati ad hoc a seconda dei singoli casi.

 

Le esenzioni e le deroghe

La relazione del professor Paolo Centore contiene anche una serie di deroghe e di esenzioni. Il documento difatti presenta una serie di regimi dedicati a determinati settori economici per i quali si voglia concedere alcune agevolazioni in termini di semplificazione fiscale, ma non di risparmio di imposta, in quanto il principio di neutralità ha come scopo quello di evitare distorsioni della concorrenza che consiste nella declinazione economica dei principi di parità di trattamento e divieto di discriminazione. Sono ad esempio esenti le attività di interesse sociale relative, gli enti non economici, i servizi di educazione e insegnamento, sport, assistenza e previdenza sociale, medicina, le assicurazioni e la cessione di beni acquistati o importati dal soggetto d’imposta senza esercitare il diritto alla detrazione totale.

Le associazioni del Paese, in particolar modo quelle del commercio, sin dalle prime battute si sono mostrate restie.

I commercianti comunque hanno ricevuto una serie di rassicurazioni: verranno fatti alcuni distinguo e per alcune categorie l’IVA non sarà obbligatoria.

 

L’IVA come biglietto per l’UE

Al di là dell’ostacolo “culturale” rispetto al passato e alle normali difficoltà che si devono affrontare quando viene introdotta una novità, crediamo che l’introduzione dell’IVA sia una conditio sine qua non indispensabile per disegnare il futuro del Titano.

A partire dal percorso di avvicinamento, iniziato proprio nei giorni scorsi, che conduce all’Unione europea. L’IVA è un elemento inscindibile per siglare l’accordo. E quindi va introdotto quanto prima. La data del 1 gennaio 2017 deve essere assolutamente rispettata. Il Titano non può più permettersi il lusso di perdere ulteriore tempo.

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