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BCSM, da giugno 2015 erosi circa 92 milioni

da Redazione

San Marino, il patrimonio netto al 31 marzo è stato di 446.908.000 euro. Report trimestrale di Banca Centrale: si mantiene stabile la raccolta.

 

di Alessandro Carli

 

In compressione il patrimonio netto delle banche del Titano, stabile invece la raccolta, in discesa, ma di poco, gli impieghi. Banca Centrale della Repubblica di San Marino, nei giorni scorsi, ha reso pubblici i dati del sistema bancario del territorio al 31 marzo 2015, comparandoli con i risultati degli ultimi quattro trimestri.

 

PRINCIPALI VOCI DELL’ATTIVO

Premesso che gli “impieghi” comprendono l’attività di leasing e sono considerati al lordo delle rettifiche apportate in sede di bilancio, il primo trimestre del 2015 si è chiuso a poco sotto i quattro miliardi di euro, più precisamente 3 miliardi e 950 milioni. Al 31/12/2014 l’importo era di 3 miliardi e 975milioni, al 30/09 di 4.069.557.000 e al 30/06 di 4.105.487.000.

Le obbligazioni e altri titoli di debito (al netto delle obbligazioni proprie riacquistate dall’ente segnalante) sono passate da 1.000.750.000 euro di fine giugno 2014 a 1.003.307.000 euro di fine settembre per poi crescere ancora a dicembre del 2014 (1.044.405.000 euro) e a marzo 2015 (1.094.813.000 euro).

Praticamente invariati invece i risultati delle partecipazioni e altri titoli di capitale: 393.284.000 euro al 31 dicembre 2014; 394.051.000 al 31 marzo 2015. Le performance dei due trimestri precedenti si erano chiuse a 399.295.000 euro a fine settembre 2014 e a 406.558.000 al 30/06/2014.

 

VALORI DELLA RACCOLTA

La raccolta del risparmio e la raccolta indiretta, al 31 marzo 2015, si è fermata a 7.403.675.000 euro, lievemente in crescita rispetto ai dati al 31/12/2014 (7.349.380.000 euro) e in linea con quelli dei due trimestri precedenti (7.343.592.000 al 30/06/2014; 7.437.355.000 al 03/09/2014).

La raccolta del risparmio al 31/03/2015 (5.184.101.000) è così suddivisa: 2.204.357.000 euro di depositi della clientela a vista, 2.083.810.000 euro di certificati di deposito e 656.999.000 euro di obbligazioni. Rispetto ai trimestri precedenti, al 31 marzo 2015 sono cresciute quasi tutte le voci: sia quella complessiva (5.093.506.000 euro al 30 giugno; 5.157.560.000 al 30 settembre; 5.146.706.000 al 31 dicembre) che quella dei depositi della clientela a vista, che sono passati da 1.888.467.000 euro del 30 giugno a 1.962.129.000 del 30 settembre per poi crescere ancora a 2.078.759.000 di fine dicembre 2014. In discesa invece i certificati di deposito: dal 30 giugno 2014 al 31 marzo 2015 hanno segnato rispettivamente € 2.149.611.000, € 2.164.052.000, € 2.120.945.000 e, come detto, 2.083.810.000 euro. Calano poi le obbligazioni: a giugno 2014 si erano fermate a 746.643.000 euro, a settembre 2014 a 685.122.000 euro, a fine 2014 a 708.887.000 euro e a marzo 2015 a 656.999.000 euro.

La raccolta indiretta, al netto dei valori emessi dall’ente segnalante, nei quattro trimestri è rimasta sommariamente invariata: 2.250.086.000 euro al 30 giugno 2014, 2.279.795.000 euro tre mesi più tardi, 2.202.674.000 euro a fine 2014 e 2.219.574.000 euro al 31 marzo. A leggere i dettagli, scopriamo che da giugno 2014 a marzo 2015 sono scesi i titoli in amministrazione (i 4 trimestri, rispettivamente, si sono chiusi a € 2.036.069.000; € 2.061.089.000; € 1.959.179.000; € 1.947.312.000) e sono cresciute le gestioni patrimoniali (214.017.000 euro al 30/06; 218.706.000 euro al 30 settembre; 229.310.000 euro al 31/12 e 252.688.000 euro al 31/03).

 

INDICATORI QUALITATIVI

Tra il 30 giugno 2014 e il 31 marzo 2015 l’ago della bilancia ha lasciato (anche se la percentuale è ancora predominante, oltre i 3/4) gli impieghi / raccolta del risparmio per spostarsi verso la sofferenze / impieghi (va sottolineato però che quest’ultimo rapporto, al 31/12/2014, calcolato sulla base dei bati di bilancio, era pari al 18,2% mentre al netto delle rettifiche si era attestato all’8,4%). Al 30 giugno gli impieghi /raccolta del risparmio erano l’80,6%, percentuale scesa nei trimestri successivi al 78,9%, al 77,3% e al 76,2% del 31/03.

Di conseguenza le sofferenze / impieghi sono passate, nel medesimo periodo, dal 16,4% di giugno al 17,4% di settembre per poi proseguire il trend a dicembre 2014 (18,2%) e arrivare al 18,5% di marzo 2015.

 

DEBITI E CREDITI INTERBANCARI

Altro capitolo importante è quello che riguarda i debiti e i crediti interbancari. Il dato più recente, quello di fine marzo 2015, segnala un importo di 70.500.000 euro di debito verso le banche (61.239.000 euro a vista e 9.262.000 euro a termine o con preavviso). Un dato in crescita rispetto ai quattro trimestri precedenti, che avevano chiuso complessivamente con 51.198.000 euro a giugno 2014, 60.102.000 euro a settembre e 63.876.000 euro a fine dicembre 2014. Nello specifico, a giugno 2014 gli euro a vista erano 41.522.000 mentre quelli a termine o con preavviso 9.676.000. Tre mesi più tardi erano saliti rispettivamente a 45.093.000 e a 15.010.000; a settembre 54.643.000 “a vista” mentre quelli a termine o con preavviso erano tornati più o meno ai livelli di giugno, ovvero 9.233.000.

Importi decisamente più consistenti per i crediti verso le banche: a giugno 2014 erano risultati complessivamente di 550.255.000 euro (309..902.000 a vista e 240.353.000 sotto la voce “altri crediti”), a settembre, 582.201.000 euro (317.074.000 a vista e i rimanenti 265.127.000 come altri crediti), a fine 2014, 528.147.000 euro (307.508.000 e 220.639.000) e al 31/03/2015 di 557.622.000 euro (312.341.000 euro a vista e 245.281.000 come altri crediti).

 

PATRIMONIO NETTO E TOTALE ATTIVO

Concludiamo la disamina dei dati con il patrimonio netto e il totale attivo. In discesa la prima voce: al 30/06/2014 il patrimonio netto si era attestato a 539.525.00 euro, tre mesi più tardi a 521.649.000 euro, a fine 2014 466.158 euro e a fine marzo 2015 a 446.908.000 euro. Da giugno 2014 al 31/03/2015 sono stati erosi circa 92 milioni di euro.

Il totale dell’attivo invece è sempre sopra i 6 miliardi: erano 6.174.632.000 al 30/06, 6.186.606.000 a settembre 2014, 6.047.790.000 a fine 2014 e 6.058.631.000 a fine marzo 2015. In compressione il rapporto tra patrimonio netto e totale attivo: dall’8,7% del 30/06 si è scesi all’8,4% di settembre, 7,7% di dicembre e al 7,4% di marzo 2015.

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