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Grecia, banche chiuse: bloccati commercio e turismo

da Redazione

La decisione del Governo Tsipras ha generato altri problemi a catena. Impossibili i pagamenti per le forniture, fino a quelli dei brevetti.

 

di Daniele Bartolucci

 

Migliaia di brevetti, marchi e disegni industriali (o di design) potrebbero non venire rinnovati dall’Ufficio Marchi e Brevetti greco in quanto i richiedenti non possono effettuare pagamenti attraverso il sistema bancario. E’ l’allarme lanciato in questi giorni da un alto funzionario greco del settore, che ha chiesto all’EPO (l’organismo europeo dei brevetti) un pronunciamento chiarificatore. Ma è solo uno delle migliaia di problematiche che i greci (e di conseguenza l’Europa e il mondo intero) stanno scoprendo ora dopo ora da quando le banche sono state chiuse, bloccando l’operatività di quasi tutte le attività economiche da e per la Grecia. Di fatto, con l’introduzione dell’obbligo della tracciabilità, quasi tutte le operazioni di compravendita avvengono attraverso intermediari bancari, ma se questi sono fermi non arrivano e non partono soldi. “La chiusura delle banche ed il controllo sui capitali hanno frenato il commercio greco, uniche eccezioni i negozi di generi alimentari e i distributori di benzina”, ha spiegato a inizio settimana il quotidiano greco Kathimerini. A livello interno quindi si sono fatti subito sentire in negativo gli effetti delle misure varate dal governo di Alexis Tsipras dopo la rottura delle trattative con Bruxelles, che fino a quel momento erano il problema dei problemi. Poi tra domenica e lunedì, con le prime foto di cittadini e turisti in fila agli sportelli bancari si è capito che i problemi sarebbero aumentati, esponenzialmente, toccando tutti i settori dell’economia e della società, superando i confini della Grecia. Le associazioni del commercio e dell’industria elleniche hanno già avvertito il governo che se la chiusura delle banche durasse per una decina di giorni (inizialmente si è detto una settimana, ma l’impegno potrebbe saltare) l’impatto potrebbe essere devastante provocando l’esaurimento delle scorte dei prodotti importati e delle materie prime con conseguenti problemi di produzione. Materie prime e beni importati, infatti, rischiano di non venire più spediti in Grecia, in quanto la misura straordinaria varata dal governo Tsipras è proprio in funzione di bloccare la fuoriuscita di denaro dai propri confini. Di fatto vengono bloccati, assieme agli ipotetici ‘furbi’ che spostano capitali in previsione di un’uscita dall’euro, anche i pagamenti verso l’estero, quindi anche verso tutti i fornitori, in questo caso italiani ed europei, il principale mercato di riferimento (anche San Marino esporta in Grecia, ndr). E non sono solo i privati ad avere problemi: si stima che gli ospedali pubblici devono già oggi ai loro fornitori oltre un miliardo di euro. Un allarme che all’estero però viene quantomeno attutito, in quanto quasi tutti gli ordini fatti dalla Grecia, da privati o imprese che siano, sono quasi tutti prepagati, e che quindi saranno consegnati comunque, dato che i fornitori internazionali hanno insistito per ottenere il pagamento anticipato per le consegne da effettuare in Grecia già dalla fine del 2014. E’ chiaro che i medio piccoli, però, chiamati a spedire le proprie merci e produzioni oltre l’Adriatico, rifiuteranno l’ordine quasi sicuramente, visto che non potranno incassare nulla finché non riapriranno le banche elleniche. Un altro problema è quello dei turisti, che sono obbligati ad andare in vacanza con denaro contante non potendo fare affidamento sui prelievi in loco (dal 6 luglio si potranno prelevare 60 euro a operazione, non è chiaro se vale anche per gli stranieri). Il turismo rappresenta una delle maggiori entrate per la Grecia, e questo problema pone a rischio la stagione estiva.

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