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Tarasoft, diagnostica attraverso le immagini

da Redazione

San Marino, incubatore d’impresa del PST: il progetto di Paolo Tarantino. In programma anche la risonanza magnetica articolare trasportabile.

 

di Daniele Bartolucci

 

Innovazione e ricerca. Su questi pilastri Paolo Tarantola ha costruito il suo business negli ultimi 25 anni, sfidando tutte le crisi a viso aperto, consapevole che nemmeno quella – epocale – del 2008 poteva far crollare quelle fondamenta. E oggi, trasferita la società a San Marino, è pronto alla sfida più avvincente: creare, all’interno dell’incubatore del Parco scientifico e tecnologico, la prima strumentazione per la risonanza magnetica articolare “trasportabile”.

 

DA CARBONATE (CO) A SAN MARINO: “SIAMO RIPARTITI DA ZERO”

La sanità e lo sviluppo di sistemi informatici in questo settore sono il core business dell’attività di Tarantola, partito da Milano nel 1989 con la Logic Soft e approdato a San Marino solo negli ultimi anni con la Tarasoft, quasi per caso: “Fu l’ipotesi del bando dell’Iss per dotare l’Ospedale di Stato di un nuovo software a farci trasferire sul Titano da Carbonate (CO)”, spiega l’imprenditore lombardo, “e anche se non riuscimmo a vincerlo, notammo che c’erano comunque delle buone opportunità per il nostro business”. Nota bene: Tarantola parla al plurale perché non trasferì solo l’attività, bensì anche la famiglia. Un vero cambio di vita, quasi alla soglia dei 50 anni e in pieno regime black list: “Considerando tutto, il famoso ‘Decreto incentivi’ non era affatto un grosso problema per la nostra attività, diciamo che per me e mia moglie è stato più complesso decidere se continuare a vivere a due passi da Milano, piuttosto che ripartire da zero in una realtà che conoscevamo solo perché venivamo in vacanza a Viserbella d’estate”.

 

LA “DIAGNOSTICA PER IMMAGINI” NELLA SANITÀ DI OGGI: LIMITI E PROBLEMI

Se è vero che la medicina ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, lo si deve alla velocità con cui la tecnologia riesce a soddisfare le sue necessità. Una su tutte è quella che permette il cosiddetto “studio per immagini”, ovvero la possibilità di valutare traumi, malformazioni e qualsiasi altro tipo di problematiche attraverso le immagini prodotte da macchinari sempre più sofisticati, che sfruttano ad esempio i raggi o la risonanza magnetica. “Il primo intoppo”, spiega Tarantola, “è dato dal fatto che quelle immagini, le comuni ‘lastre’, sono normalmente legate alla strumentazione e quindi al luogo in cui vengono svolti gli esami. Oggi, paziente e medico, necessitano invece di averle a disposizione ovunque essi si trovino e questo è l’obiettivo del nostro progetto di sanità integrata”. Per far fronte a questa necessità bisogna installare nella struttura un sistema (Pacs) che si occupi di archiviare e rendere disponibili in tempo reale tutte le immagini prodotte. Infatti “il sistema che abbiamo ideato permette di integrare il fascicolo sanitario elettronico del paziente anche con questi esami, che altrimenti non sarebbero disponibili se non in altri formati o comunque non ‘in rete’ come invece servono al medico”. Normalmente questi sistemi sono molto costosi oltre al fatto che già la strumentazione rappresenta investimenti importanti (una risonanza magnetica ‘total body’ può costare quasi un milione di euro, ndr): “Il nostro sistema integrato, invece, rende questa opportunità veramente alla portata di tutti, dalle strutture sanitarie private di media grandezza a quelle più piccole, senza dimenticare le cliniche veterinarie”.

Costi spesso proibitivi che si aggiungono ai problemi di peso (alcuni macchinari si possono posizionare solo nei piani inferiori per non mettere a rischio i pavimenti stessi degli edifici), non permettono a tutte le strutture di avere i macchinari di cui necessitano, o del software abbinato che permetta di ‘condividere’ le immagini prodotte. “Tecnicamente”, precisa Tarantola, “il nostro sistema tratta immagini diagnostiche secondo lo standard Dicom 3.0, riconoscibile in tutto il mondo ed estremamente utile per i medici in quanto, tra le altre funzionalità, permette la misurazione delle dimensioni direttamente sullo schermo. Il nostro software offre quindi uno strumento di archiviazione di queste immagini per refertazione innovativo e di alta qualità, che sostituiscono già oggi le vecchie lastre su pellicola o su carta. Il sistema Pacs+EGS da noi ideato permette che vengano archiviate in modo sicuro, ma soprattutto indicizzate e accessibili senza dover dedicare un’intera stanza per l’archiviazione”.

 

L’INTUIZIONE: IDEARE UN MACCHINARIO “SENZA LIMITI”

Dati i diversi problemi riscontrati, risulta ora più semplice capire quale sia stata la chiave di svolta per Tarantola: invece di cercare di far ‘comunicare’ quei macchinari supercostosi e voluminosi con medici e pazienti, perché non creare un macchinario innovativo che, già dalla sua ideazione, si ponesse come obiettivo quello di rendere disponibili tutte quelle immagini attraverso un suo Pacs? “L’intuizione, per la verità, è avvenuta quasi per caso”, racconta Tarantola, “durante l’incontro con il Prof. Antonello Sotgiu della Imaging Technology Abruzzo, una spin off dell’Università dell’Aquila che si occupa proprio di prodotti innovativi nel campo della diagnostica bio-medicale. Il Prof. Sotgiu ha infatti brevettato una nuova tecnologia che, attraverso particolari magneti, permette di ottenere immagini di ottimo livello riducendo sia le dimensioni che il peso dello strumento diagnostico”. Eureka: Tarantola ha trovato così la tecnologia che gli serviva per completare il suo sistema integrato. Doveva solo decidere come realizzarlo. “Come detto, eravamo già a San Marino e, grazie all’Asi, a cui siamo iscritti (nel direttivo, ndr), siamo venuti a conoscenza del Parco scientifico e tecnologico e del bando per l’incubatore. Un’opportunità unica, sotto certi punti di vista, per lanciare il nostro progetto”. Tarasoft, per la cronaca, è stata la prima società ad essere iscritta nell’incubatore il 25 settembre 2014, poi sono arrivate anche le altre quattro: “E’ un’esperienza esaltante”, commenta Tarantola, “perché oltre alla flessibilità data all’interno di questa struttura, si è creata una bellissima sinergia con tutte le altre imprese presenti, con le quali si possono concretizzare idee in maniera molto più veloce rispetto alle dinamiche comuni. Ad esempio la ricerca sul mercato di un fornitore: ammesso che ci sia, dovrei prima valutarlo, in questo caso ho a disposizione imprenditori già selezionati a cui fare riferimento e, di conseguenza, anche ai loro fornitori. Senza dimenticare i contatti che si creano anche verso l’esterno, pur rimanendo nel contesto sammarinese, come è il caso di My Genomics, che è diventato poi un nostro partner. Credo che più che un incubatore, sia davvero un acceleratore d’impresa”. E nel caso di Tarasoft si può dire veramente: “Il business plan redatto dal nostro team – Paolo Tarantola, il Prof. Antonello Sotgiu, il Dott. Mario Pellerone, medico chirurgo, e Walter Bernasconi, imprenditore e Li-Fi specialist – comprende non solo la commercializzazione del prodotto, ma anche lo stoccaggio e l’assemblaggio dei componenti qui a San Marino. Alcuni di questi arrivano dalla Germania, altri da Israele, per esempio e per ‘costruire’ i nuovi macchinari, commercializzarli e distribuirli, saranno necessarie diverse assunzioni. Oltre a quelle necessarie per la manutenzione, perché – altra idea innovativa – non venderemo queste macchine, bensì, al pari delle stampanti laser, anche perché saranno grandi circa come quelle, le noleggeremo. Il cliente non dovrà accollarsi investimenti proibitivi, ma corrisponderà alla nostra società solo una quota del prezzo di ogni ‘sparo’ eseguito”.

 

IL FUTURO: LA RISONANZA MAGNETICA ARTICOLARE “TRASPORTABILE”

Come i cellulari, la direzione impostata dalla Tarasoft è quella di ridurre il volume e il costo, aumentandone l’applicabilità: “La nostra risonanza magnetica”, spiega Tarantola, “sarà dedicata in questa fase ai soli arti – braccia e gambe – e animali di piccola taglia, ma ciò non toglie che in futuro si arrivi alla ‘total body’. Al momento, comunque, l’applicazione offre già un’ampia gamma di possibilità. Stiamo parlando di un macchinario di 80 centimetri di larghezza per un peso di poco superiore al quintale, quindi trasportabile da un ambulatorio all’altro o anche in qualsiasi altro luogo dove siano presenti una presa di corrente e un comune pc, anche un notebook. Pensiamo ad esempio a strutture lontane dagli ospedali, ma anche situazioni d’urgenza o, data la possibilità di noleggio offerta, anche stagionali. Lo stesso strumento potrebbe essere utilizzato d’estate a Rimini e d’invero a Cortina”, ipotizza Tarantola, “oppure, adeguatamente collegato alla rete internet, anche come equipaggiamento sulle ambulanze, dovesse servire fare un esame sul luogo dell’incidente e inviare l’immagine al pronto soccorso, che così avrebbe già gli elementi per prepararsi ad accogliere il paziente”.

Il futuro della risonanza magnetica è già partito, ed è partito da San Marino.

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