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Economia, il sole sorge sempre da Oriente

da Redazione

Cina, ma soprattutto India, tirano la ripresa. L’Eurozona in difficoltà. Centro Studio Confindustria Italia: “Bene solo le esportazioni”.

 

L’economia globale sta ritrovando slancio grazie agli USA e ad alcuni mercati emergenti. Nell’Eurozona, invece, la ripresa appena partita è già in affanno. In Italia non è nemmeno ancora cominciata.

L’economia USA, grazie alla corretta sequenza e al pragmatismo delle politiche, si è instradata su un sentiero di solida espansione ed è ben oltre i picchi pre-crisi.

L’India si è rimessa a marciare più speditamente (non altrettanto Russia e Brasile); la Cina ha sfornato nel 2° trimestre molti numeri migliori che nel 1° e, pur non tornando ai ritmi passati, ha acquisito una stazza tale da dare un forte contributo alla domanda internazionale.

Il buco nero della crescita mondiale è rappresentato dall’Eurozona, dove i divari nelle performance sono sempre meno sostenibili e la lista dei paesi che stentano a ritrovare il rilancio va ben oltre i soliti noti. È sempre più palese la contraddizione tra una BCE che fa tutto quel che può per contrastare la minaccia di deflazione e tutte le altre politiche che verso la deflazione spingono, sia come meccanismo di aggiustamento degli squilibri competitivi sia come conseguenza delle simultanee restrizioni dei bilanci pubblici. Più che la flessibilità, che è carente nella fase (cruciale per le aspettative) di impostazione delle misure correttive, manca la simmetria; il disordine nei conti c’è anche con un eccessivo surplus, come in Germania, negli scambi con l’estero (nei quali non c’è nessun campionato del mondo da vincere). L’Italia era in crisi prima della crisi e continua a esserlo. Gli ultimi dati confermano le stime CSC di dinamica piatta del PIL nel 2014. L’attenzione, ora, è rivolta al 2015, il cui risultato va costruito nella seconda metà di quest’anno. Partendo da fermi l’impresa è più difficile, ma non impossibile se si agisce in prima battuta sul credito, sulla competitività e sugli investimenti pubblici. E se si lavora con ancor più lena sui molti fronti delle riforme, per restituire fiducia alle famiglie e alle imprese.

 

PIL E PRODUZIONE

In Italia l’incremento della produzione industriale in giugno (+0,7% su maggio, stima CSC) limita a -0,5% la contrazione nel 2° trimestre; la quale è coerente con un PIL piatto (-0,1% nel 1°). Ciò conferma i rischi al ribasso delle previsioni, nonostante l’anticipatore OCSE (in aumento da 20 mesi; +0,14% in maggio) continui a prospettare progressi. Il numero di imprese manifatturiere è rimasto invariato nel 2° trimestre 2014 (Movimprese). Dal 1° trimestre 2013 è calato dell’1,2%; ciò contribuisce a spiegare il mancato incremento della produzione. In giugno sono migliorati i giudizi delle imprese manifatturiere sugli ordini (-20, da -21), grazie alla domanda interna; più positive anche le attese su ordini e produzione a 3 mesi (ISTAT). La componente ordini del PMI manifatturiero segnala ancora una buona espansione (53,4 da 54,2). Accelera il passo il recupero nel terziario: PMI a 53,9 (massimo da fine 2010) con nuovi ordini a 55,5 (top da luglio 2007).

 

COMMERCIO ESTERO

Riparte l’export italiano: +2,2% in volume in maggio su aprile e +0,9% in aprile-maggio sul 1° trimestre. Favorevoli le prospettive: il PMI ordini esteri si è consolidato in giugno in territorio ampiamente espansivo (57,6) e sono migliorate le attese delle imprese esportatrici sulla domanda estera per il 3° trimestre (+6,1 punti, Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore).

In altalena le vendite italiane extra-UE: -4,3% mensile in valore in giugno, dopo il +5,4% in maggio; +0,3% nel 2° tri-mestre sul 1°. In giugno si è confermato l’aumento dell’import dai paesi non UE: +1,9% dopo il +4,8% in maggio; +2,0% nel 2° trimestre.

Dinamiche contrastanti per l’export mondiale. Giù le vendite degli altri principali paesi dell’Area euro: Germania (-0,6% in maggio su aprile), Francia (-0,6%) e Spagna (-1,4%). Sorridono quelle degli USA (+1,2%) e della Cina (+3,0% in valore nel 2° trimestre sul 1°). In giugno la componente estera del PMI globale (51,1) segnala modesta espansione.

 

MERCATO DEL LAVORO

Appare essersi arrestato il deterioramento del mercato del lavoro italiano, al di là delle fluttuazioni mensili. Il numero di persone occupate in Italia è rimasto pressoché stabile nei primi due mesi dell’anno e ha oscillato nei tre successivi: +91mila unità in marzo, -87mila in aprile e +52mila in maggio.

Il tasso di disoccupazione in maggio si è attestato al 12,6%, sui livelli dell’autunno scorso (12,5% in settembre). Migliorano le aspettative delle imprese sull’occupazione per il trimestre in corso. Rimangono però negative e riflettono una forte incertezza sulle prospettive economiche (saldo delle risposte a -2,0 da -5,5).

Il numero dei lavoratori interinali, dopo la diminuzione dei primi mesi del 2014, risale lentamente (+0,3% la media aprile-maggio sul trimestre precedente).

Il suo andamento di solito anticipa quello dell’occupazione totale. La ripartenza degli occupati, tuttavia, sarà frenata dall’utilizzo ancora alto della Cassa Integrazione Guadagni (pari a 350mila le unità di lavoro coinvolte nel secondo trimestre, stabili rispetto al 1°) e dai processi di ristrutturazione ancora in atto.

 

DOMANDA INTERNA

Dinamica fiacca della spesa delle famiglie nel 2° trimestre, dopo il +0,1% nel 1°: le immatricolazioni di auto sono calate del 2,0% congiunturale (dal +4,2% nel 1°), nonostante il +0,6% di giugno; l’indicatore ICC (Confcommercio) in volume è diminuito dello 0,3% in maggio su aprile (nella media dei due mesi è sceso dello 0,3% sul 1° trimestre).

Le indagini qualitative prospettano una dinamica migliore: la fiducia dei consumatori è salita (+6,4 punti nel trimestre), pur scendendo in giugno di 0,5 punti su maggio per valutazioni peggiori sulla situazione economica famigliare. Il saldo dei giudizi sugli ordini interni di beni di consumo (che anticipa di 2 trimestri la dinamica della spesa) è salito di 3,0 punti a giugno (+4,3 nel 2° trimestre).

Sono diventate più favorevoli le condizioni per investire, secondo gli imprenditori (Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore): nel 2° trimestre il saldo dei giudizi è salito a giugno a +1,9 da -7,4 in marzo. Sono aumentati in giugno il saldo degli ordini dall’interno (+5 punti su maggio) ricevuti dai produttori di beni strumentali e le loro attese (Istat).

 

CREDITO

Non si attenua il credit crunch in Italia: i prestiti alle imprese sono calati a maggio (-0,4%, dopo -0,2% in aprile; -11,3% dal settembre 2011). A giugno il 13,1% delle imprese non ha ottenuto il credito richiesto (6,7% a inizio 2011). Il mercato creditizio potrebbe giovarsi degli acquisti da parte della BCE di titoli ABS, che libererebbero capitale delle banche, favorendo l’offerta di nuovi impieghi ora che la domanda ha smesso di ridursi; ma per ora è solo un annuncio.

Si è interrotta la lunga fase di calo degli spread sovrani in Eurolandia. Il BTP a 10 anni è al 2,78% a luglio (2,70% a inizio giugno), il Bonos spagnolo al 2,58% (sullo stesso livello di giugno), mentre il Bund tedesco è sceso a 1,16% (da 1,38%). Lo spread si è perciò allargato a 162 punti in Italia (da 132) e 142 in Spagna (da 120).

Ciò rischia di ostacolare la timida discesa dei tassi pagati dalle imprese italiane (3,3% a maggio da 3,6% a settembre), che può aiutare la risalita dei prestiti.

Il ricarico sull’Euribor è sceso a +3,0 punti (da +3,3), ma resta alto (era +0,6 nel 2007).

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