Home FixingFixing San Marino, Carisp. Luca Simoni: “Con una gestione diversa, tante perdite erano evitabili”

San Marino, Carisp. Luca Simoni: “Con una gestione diversa, tante perdite erano evitabili”

da Redazione

La sua nomina è stata compiuta dal Cda dell’istituto il 10 marzo 2013, ma già Simoni ricopriva lo stesso ruolo in quei drammatici giorni del 2009, quando Delta e Cassa furono letteralmente “decapitate” nell’ambito dell’inchiesta Varano.

 

di Loris Pironi


Luca Simoni è il Direttore Generale di Cassa di Risparmio di San Marino. La sua nomina è stata compiuta dal Cda dell’istituto il 10 marzo 2013, ma già Simoni ricopriva lo stesso ruolo in quei drammatici giorni del 2009, quando Delta e Cassa furono letteralmente “decapitate” nell’ambito dell’inchiesta Varano. Non ritorniamo sulle vicende di allora, né intendiamo affrontare in questa sede la spinosa questione dell’inchiesta penale che vedrà la prima udienza soltanto il prossimo 3 ottobre. Però al Direttore di Cassa di Risparmio non possiamo non chiedere un commento sul lungo commissariamento e soprattutto sulle sue conseguenze.

“La gestione dei commissari è durata molto e ha impoverito il Gruppo commissariato, gestito in un’ottica liquidatoria – afferma Luca Simoni – e questo è un dato di fatto. Una simile gestione ha comportato notevoli disagi e danni economici che avremmo potuto evitare se la gestione fosse stata improntata in una ottica di ’continuità’, che poteva essere assicurata per esempio cercando uno o più acquirenti. Per fare un esempio, interrompere i contratti con gli agenti ha comportato il pagamento di indennità e penali e inoltre ha portato a una grandissima quantità di richieste di anticipate estinzioni di operazioni da parte di clientela loro fidelizzata, che poi è stata trasferita ad altre società finanziarie presso cui gli agenti hanno trovato ospitalità. Lasciando così il Gruppo Delta senza i ricavi per gli anni futuri. Anche la riduzione dei dipendenti ha comportato pagamenti per indennizzo”.


Lei quindi cosa avrebbe fatto?


“Non intendo mettermi nei panni dei commissari, però quello che è certo è che se anziché puntare a giungere a una liquidazione complessiva si fosse cercato maggiormente di preservare il valore del gruppo per poi cederlo, sarebbe anche bastato venderlo a un prezzo inferiore al valore patrimoniale. La Cassa avrebbe sicuramente evitato tantissime perdite”.


Sarebbe ipotizzabile, oggi, pensare ad aprire una nuova fase per Delta? Col senno di poi, l’operazione condotta allora da Cassa di Risparmio fu troppo rischiosa, sicuramente molto ambiziosa. Ma Delta in teoria era un bel ‘giocattolino’…


“Oggi l’importante è lavorare per recuperare tutto il recuperabile, il resto non conta. Ad ogni modo non è possibile pensare a un rilancio e alla riattivazione del Gruppo Delta, che non avrebbe più la possibilità non solo di prosperare, ma di vivere, non potendo più fare nuove operazioni verso la propria clientela. Di per sé il progetto Delta era valido; le dimensioni che nel corso degli anni Delta aveva raggiunto erano però troppo rilevanti perché Cassa di Risparmio potesse ancora sostenerne lo sviluppo”.


Con la cessione di SediciBanca e Bentos Assicurazioni al gruppo Intesa, l’approvazione dell’accordo con le banche creditrici e soprattutto con la fine del commissariamento, Cassa ha potuto finalmente voltare pagina. Come contate di ripartire?


“Sistemato il patrimonio con l’intervento della Fondazione (l’aumento di capitale che ha visto coinvolta anche l’Eccellentissima Camera e la Sums, ndr), tornata una importante liquidità in Cassa (tra liquidità di terzi e rientri, attualmente l’istituto di credito è in posizione ampiamente e strutturalmente positiva di tesoreria, ndr), possiamo dire con certezza che Cassa di Risparmio continuerà a svolgere un ruolo importante per il Paese. Abbiamo intenzione di investire la nostra liquidità sul territorio della Repubblica. Continueremo ad avere come priorità le famiglie e rivolgeremo un grande impegno nel cogliere opportunità per lo sviluppo di imprese consolidate ma prestando anche molta attenzione alle nuove imprese. Di sicuro non intendiamo concentrarci nelle attività finanziarie, investendo in titoli, ma privilegeremo l’economia reale, con un’attenta valutazione dell’economia sana, anche sull’onda della ripartenza auspicabile che il Sistema San Marino avrà dopo la ratifica degli accordi con l’Italia e la attesa uscita dalla black list”.


In che ambiti in particolare?


“I temi sono vari: il parco scientifico e tecnologico, le imprese che beneficiano degli interventi del Consorzio Fidi. Poiché dopo Delta abbiamo voltato pagina, stiamo lavorando per svolgere anche il nostro ruolo di banca in maniera diversa, più moderna. Così ci sono possibilità di veder entrare Cassa di Risparmio nel capitale sociale di nuova imprenditoria”.

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