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Olimpiadi della Crisi. Ma si spendono soldi a palate

da Redazione

Per Londra 2012, dalla previsione di 2,37 miliardi di sterline, spesa al momento di 9,3 mld. La folle megalomania greca: ad Atene furono investiti 8,9 miliardi. Solo 1,7 privati.

 

di Saverio Mercadante

 

Il 27 luglio è vicino. E Heatrow, il più importante aeroporto di Londra ha iniziato a riempirsi delle prime delegazioni di sportivi. Folla, grande folla, dei divini dello sport, e delle delegazioni al seguito che hanno fatto impennare il numero dei passeggeri in transito nello scalo londinese. Ha aperto il villaggio olimpico, l’evento sportivo più importante del quadriennio è ufficialmente partito. In ottantatre anni non c’era mai stata tanta gente: 236.955 passeggeri a fronte di una media giornaliera di centonovantamila. Quasi raddoppiata la città transitante di Heatrow. Sono quasi quadruplicate, purtroppo ancora una volta, le spese delle Olimpiadi. Londra non sarà la mosca bianca dell’equilibrio economico, e in tempi di crisi durissima per la Gran Bretagna, il biglietto da visita agli occhi del mondo pare troppo, troppo caro. Il Villaggio olimpico, dalle prime corrispondenze, sembra in forte ritardo. I costi spropositati di questi Giochi olimpici già gridano vendetta. Il tesoro della Regina d’Inghilterra probabilmente sarà saccheggiato dal Tesoro britannico.

2005: Londra si candida per l’edizione del 2012, le prime stime erano ai 2,37 miliardi di sterline. 2007: prima passettino avanti verso il baratro a causa dell’aumento delle spese per la costruzione delle infrastrutture e per la sicurezza. La prima revisione dettagliata dei costi aveva quasi raddoppiato la cifra a 9,3 miliardi di sterline, circa 14 miliardi di dollari. Raddoppiare dal premier Cameron le spese per la cerimonia di apertura e chiusura passate da 40 milioni a 81 milioni di sterline. L’incredibile spettacolo dell’apertura dei Giochi di Pechino nel 2008, costò 27,5 miliardi di sterline.

I Giochi di Sidney nel 2000 costarono 4,2 miliardi di sterline. Quelli di Atene divennero il punto di non ritorno della megalomania da olimpiade: 8,9 miliardi, dei quali soltanto 1,7 provenienti da privati. Grandi introiti grazie ai diritti tv, ma da tutti gli analisti sono considerati una delle cause della devastante crisi greca che rischia di spazzare via l’euro. Mosche bianche: Los Angeles 1984, aziende e sponsor sborsarono 500 milioni di euro attuali ricavandone diritti tv per 218 milioni, e Barcellona 1992 che rimane di fatto l’unica Olimpiade che ha centrato il successo economico oltre che sportivo e di immagine.

Secondo un’inchiesta di Sky News il costo reale delle Olimpiadi arriverà almeno a 12 miliardi. Qualcuno si spinge anche oltre la follia megalomane che si accende nei governanti dei paesi che ospitano le olimpiadi. Si potrebbe arrivare anche a 24 miliardi di sterline. La pazzesca implementazione dei costi sarebbe provocata dagli aiutini ai dipendenti della Metropolitana: obiettivo azzerare qualsiasi sciopero durante le settimane sacre dei Giochi. La lista della spesa non prevista comprende anche i costi supplementari dei controlli antidoping, le spese necessarie per trasformare il parco olimpico in una zona residenziale verde ed ecosostenibile. Nelle cifre ufficiali non sarebbero poi tenute in considerazione le spese relative ai costi di sicurezza, (almeno di 1,1 miliardi in più per la polizia e 4,4 miliardi per i servizi di intelligence anti-terrorismo), oltre a non comprendere i 6,5 miliardi spesi per migliorare i servizi di trasporto urbano. Tutti lavori che in fase di recessione e tagli alla spesa pubblica non sarebbero stati mai fatti se non ci fossero state le Olimpiadi, le prime dopo quelle del 1948.

Londra per cercare di rendere sicura la città, jet militari a controllare il cielo, mezzi anfibi per scandagliare i canali, missili terra – aria, posizionati sui tetti delle abitazioni civili in caso di attacchi aerei, ha perso la faccia nella penosa vicenda in cui è stata coinvolta la G4S, la compagnia privata assunta a caro prezzo per fornire parte delle unità di terra: non è in grado di farlo. Il governo ha dovuto richiamare dalle ferie 3500, alcuni dei quali appena tornati dall’Afganistan, per colmare la mancanza di uomini e impiegarli nelle strade cittadine, seppure senza addestramento specifico.

Unica speranzella, in tanto “E io pago” che attraversa la testa dei contribuenti inglesi, il flusso turistico che si prevede debba continuare anche nei prossimi quattro anni: le stime parlano di sessantamila posti di lavoro e due miliardi e mezzo di sterline in dote all’economia della capitale inglese.

 

Londra, obiettivo: rifiuti zero

 

Gli organizzatori prevedono una produzione di 8.000 tonnellate di spazzatura: riuso, riciclo o compostaggio previsto pari ad almeno il 70%. Nel piano anti-discariche, messo a punto dalla Commissione organizzatrice dei Giochi olimpici e delle Paralimpiadi di Londra 2012, tutti gli acquisti all’interno del parco olimpico e tutti gli imballaggi saranno riciclabili al 100%. Gli spettatori potranno portare con loro piccole quantità di cibo, con restrizioni per i liquidi, ma l’acqua sarà gratis. Raccolta differenziata messa a punto fin dai cestini, di forma e misura diversa, uguali nei colori alle confezioni da buttare. Imballaggi: ad esempio, tazze da caffè, coltelli e forchette saranno compostabili. Tutte le bottiglie di plastica raccolte saranno riciclate entro sei settimane. E per i 14 milioni di pasti previsti saranno serviti menù britannici, mediterranei, caraibici, asiatici, senza glutine, vegetariani e non, halal e kosher.

Previsto il biglietto d’ingresso personalizzato ed ecologico: informazioni sulla gara acquistata e sulla sede dell’evento, e la segnalazione dell’accesso ai mezzi pubblici londinesi e la possibilità di viaggiare in bici o a piedi. Il “London active travel programme” permetterà di far arrivare a piedi e in bicicletta circa 300.000 spettatori. Per far fronte ad un aumento di almeno un milione di viaggiatori ogni giorno saranno messi a disposizione dei visitatori guide, parcheggi custoditi e manutenzione gratuita per le biciclette, oltre alla possibilità che ogni spettatore avrà di compensare le emissioni di carbonio prodotte con il proprio viaggio.

Prevista un’applicazione per smartphone.

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