Home FixingFixing Un po’ di Spagna (Ivana) a San Marino: le parole dell’artista veneta

Un po’ di Spagna (Ivana) a San Marino: le parole dell’artista veneta

da Redazione

Un successo intramontabile per la cantante, che Fixing ha intervistato per voi. Dagli anni Ottanta al futuro: 4 domande che ruotano attorno al nuovo album Four.

 

di Alessandro Carli

 

Come nasce il titolo del suo nuovo album, “Four”, uscito i primi di gennaio del 2012?


“Il quattro è un numero molto ricorrente nella mia vita. In famiglia eravamo in quattro: io, mio fratello e i miei genitori. Io sono nata il giorno 16, che è un multiplo di quattro. Ho quattro gatti in casa, più altri 16 fuori. ‘Four’ quindi. L’album è nato da un’idea dei miei produttori: è stato prodotto, scritto, arrangiato e mixato da Nicolosi Productions/Novecento, etichetta nota per le produzioni di altissimo livello con artisti di grande qualità come Sting, Chaka Khan, Billy Cobham, Al Jarreau, Eumir Deodato e tanti altri ancora. Nicolosi erano fortissimi negli anni ’80 e ancora oggi ai vertici. Un giorno ci siamo visti e mi hanno detto: ‘Perché non fai un album in inglese? Hai voglia di farlo?’. L’album ‘Four’ è stato realizzato con la collaborazione di musicisti di fama mondiale del calibro di Brian Auger, Dominic Miller, che ha lavorato con Sting, il nostro Fabrizio Bosso, che mi ha regalato un assolo di tromba straordinario, Ronnie Jones e altri. E’ un album di inediti, cantato in inglese, una lingua che amo. Come l’italiano”.

 

Parafrasando la celebre canzone di Raf, cos’è rimasto degli anni ’80?


“La melodia, che nella musica è vincente. Degli anni ’80 si ricordano le melodie, che entravano dentro. Allora come adesso, chi canta, lo fa con passione. I giovani però devono capire cosa significhi per loro la musica: è una loro missione o la fanno per arrivare ad essere famosi? Accade che alcuni giovani mi vengano a trovare in camerino. ‘Io vorrei diventare famosa come te’. Ed io rispondo: ‘Sbagli partenza: se succede, succede, ma non deve essere la priorità assoluta’. Ma è anche vero che sono figli di una televisione che spesso porta valori non reali. Bisogna cantare solo se si ama cantare”.

 

Lei scrive libri e canta. Che rapporto ha con il mondo dell’arte?


“Amo tutto ciò che è creativo. Scrivo, dipingo, canto. Ho creato anche una linea di vestiti per cagnolini. Non li ho disegnati: li ho proprio creati. So e conosco il significato della tristezza e delle felicità. Non so cosa sia la noia”.

 

Il 10 marzo è venuta a San Marino, in occasione di Cialtronight. Che clima ha incontrato?


“Straordinario: sembrava di essere a Capodanno. Ho trovato una vera voglia di divertirsi, di ballare, di cantare. Ci dovrebbero essere più serate così… una vera festa. Spero che il pubblico si sia divertito: ho sentito molta energia, molti colori, molta serenità. C’erano persone che hanno cantato in compagnia. Un’atmosfera da San Silvestro”.

 

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