Home FixingFixing Mr. Facebook raddoppia: ora è davvero pronto a entrare in borsa

Mr. Facebook raddoppia: ora è davvero pronto a entrare in borsa

da Redazione

Il re dei social network rilancia con nuovi servizi. E pensa addirittura alla tv. Zuckerberg ancora perplesso. Ma il WSJ dà l’operazione per imminente.

 

di Saverio Mercadante

 

“Siate affamati, Siate folli”. Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook ha dimostrato al suo “mentore e amico” Steve Jobs, così lo celebrò sul suo profilo pubblico in occasione della sua scomparsa, di essere stato il più affamato e il più folle dei suoi epigoni. “Grazie per aver mostrato che quello che hai costruito può cambiare il mondo. Mi mancherai”. E certamente sarà così, ma Zuckerberg non si ferma, anzi raddoppia con la quasi ormai certa quotazione in borsa della sua gigantesca creatura. Se ne parla da parecchio tempo. Mark Zuckerberg, a dire il vero, negli anni scorsi ha sempre mostrato molte perplessità su questo sbarco in Borsa. Anzi, ha sempre sottolineato il fatto di voler tenere il social forum il più al lungo possibile fuori dai listini. La società lancia nuovi servizi, pensa addirittura ad una tv, punta ad una crescita senza fine, compete con Google, vuole aumentare il numero già mostruoso dei suoi iscritti, 800 milioni, ma l’obiettivo primario a questo punto è Wall Street: farebbe tanto bene al bilancio della società. I tempi sembrano maturi e le condizioni ci sono tutte. La prassi delle società americane indica in almeno cento milioni di dollari di fatturato il limite dal quale si può effettuare una IPO. Facebook, quel limite lo vede molto, ma molto da lontano: attualmente genera ricavi per quattro miliardi di dollari. Il Wall Street Journal dà quasi per sicura l’operazione al massimo per la prossima estate. Il primo passo dunque sarà in primavera: IPO, offerta pubblica iniziale per una valutazione complessiva finale intorno ai 100 miliardi di dollari. L’offerta pubblica iniziale potrebbe essere formulata tra aprile e giugno del prossimo anno. Lo stato maggiore di Fecebook è molto ambizioso: vorrebbe raccogliere almeno 10 miliardi di dollari attraverso una delle più grandi IPO mai realizzate. Questo campo base permetterebbe di raggiungere la cima finale di una valutazione che dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 miliardi dollari. Per dare un riferimento, basti pensare che è quasi il doppio di grandi società hi-tech come Hewlett-Packard. Il percorso di un’operazione di questo livello non è certo semplice prevede diversi passaggi: la domanda alla Securities Exchange Commission (SEC), l’ente che si occupa di vigilare sulla Borsa negli Stati Uniti, potrebbe essere presentata a inizio 2012. Eppure Mark Zuckerberg non sembra aver sciolto tutte le sue riserve, come affermano alcune fonti interne. In qualunque modo la si metta il più grande social network al mondo è considerato un ottimo investimento. specialmente grazie ai numeri che genera. Oltre ad avere 800 milioni di iscritti, il social network ha una notevole fedeltà da parte dei propri iscritti: ogni giorno almeno mezzo miliardo di utenti lo utilizzano per rimanere in contatto con i loro conoscenti e per condividere contenuti. Molti altri numeri della società rimangono, invece, un mistero: fino a ora è riuscita ad avere meno di 500 investitori, limite oltre il quale diventa obbligatoria la pubblicazione di più informazioni sui dati finanziari. Il limite dei 500 sarà probabilmente superato nei prossimi mesi, obbligando i responsabili di Facebook a diffondere più dati sull’azienda. Secondo i dirigenti, a quel punto sarà inevitabile muoversi verso una IPO perché dovendo diffondere i dati senza essere quotata in Borsa, l’azienda avrebbe in pratica tutti gli svantaggi di essere una società quotata, senza esserlo.

 

Tempo di quotazione


Il collocamento di Facebook seguirebbe quello di altre società informatiche: dopo il debutto di LinkedIn, a maggio, altre start up fra cui le più note sono il sito di acquisti di gruppo Groupon e il provider di giochi online Zynga, hanno debuttato a Wall Street nel 2011. E proprio Facebook sta dando del filo da torcere a LinkedIn, il social network professionale dove gli iscritti pubblicano il loro curriculum. Facebook da pochi mesi ha lanciato BranchOut, un progetto mirato a valorizzare le relazioni lavorative fra i suoi iscritti. LinkedIn corre anche un altro rischio: potrebbe rallentare dopo il picco di interesse in seguito alla quotazione sul New York Stock Exchange, quando ha segnato un balzo del 109% sul prezzo iniziale. La sfida che ha davanti è nell’espansione oltre i suoi confini tradizionali: ha bisogno della collaborazione di aziende interessate a valorizzare la sua banca dati che raccoglie informazioni su carriere e contatti professionali. Ha raggiunto finora 120 milioni di iscritti nel mondo e in Italia, secondo le statistiche ufficiali rilasciate lo scorso marzo, sono 1,7 milioni. I conti vanno bene: da aprile a giugno il fatturato è più che raddoppiato rispetto a un anno fa, fino a 121 milioni di dollari. E l’utile è aumentato del 5,1% a 4,5 milioni di dollari. Anche Groupon ha debuttato col botto un paio di settimane fa in Borsa arrivando a guadagnare fino al 50% al Nasdaq. Ha visto schizzare la propria valutazione a quasi 18 miliardi di dollari. Con l’initial public offering , IPO, il leader mondiale degli sconti giornalieri online ha raccolto 700 milioni di dollari. Groupon ha messo sul mercato 35 milioni di azioni a un prezzo di 20 dollari l’una, per una valutazione della società di 12,7 miliardi di dollari: è la seconda maggiore ipo fra le società internet alle spalle di Google, che nel 2004 ha raccolto 1,4 miliardi di dollari. Anche qui Facebook, e Amazon, stanno cercando di mettere il sale sulla coda di Groupon entrando nello stesso business che vede molti replicanti in giro per il mondo. Infine Zynga, il principale creatore di giochi per Facebook, sta cercando anch’esso di ottenere la maggiore valutazione possibile. Il creatore di Farmville, Cityville e Empires & Allies sta per quotarsi a Wall Street: pare che ci sarà un’initial public offering (Ipo) da 10 miliardi di dollari. Zynga punta a ottenere 900 milioni di dollari vendendo azioni fra 8 e 10 dollari ad azione. A Wall Street c’è chi teme una nuova “bolla Internet”, Groupon dopo i fuochi d’artificio del debutto ora è scambiata sotto il valore dell’Ipo.

 

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