Home FixingFixing L’economia di San Marino? Fotografia con tanti chiaroscuri

L’economia di San Marino? Fotografia con tanti chiaroscuri

da Redazione

montetitano

Lo Studio Strategico di Ambrosetti su San Marino: due anni costellati di avvenimenti critici e di estrema rincorsa agli standard internazionali richiesti. L’occupazione tiene, non si può dire lo stesso della redditività del manifatturiero.

di Saverio Mercadante


forum2011SAN MARINO – Oltre alla dinamica negativa dell’economia, il periodo che va dal 2009 al 2011 è stato costellato di avvenimenti critici, estremamente difficili da gestire.

Ma si è caratterizzato, secondo lo Studio Strategico di The European House-Ambrosetti, per un processo straordinariamente accelerato di adesione del Sistema Paese agli standard più avanzati nella direzione della trasparenza e della correttezza.

I principali interventi normativi degli ultimi due anni (2008-2010) in tema di trasparenza, collaborazione e adeguamento agli standard internazionali fanno sì che San Marino si presenti attualmente come un Paese con una normativa di prevenzione e contrasto del riciclaggio allineata con gli standard internazionali (GAFI) e con le Direttive e i Regolamenti comunitari.

Non esistono più società anonime ed azioni al portatore; ogni partecipazione fiduciaria è censita all’interno di un database in Banca Centrale ed è soggetta a obblighi di assunzione di certificati di idoneità. Non si può partecipare alla costituzione di una società senza aver preventivamente dimostrato il possesso di requisiti di idoneità ed onorabilità.

Non esistono più strumenti cartacei rappresentativi di crediti al portatore, quali libretti, certificati di deposito, obbligazioni, eccetera.

E’ presente una normativa di vigilanza allineata agli standard internazionali (per il comparto bancario, mobiliare, creditizio non bancario nel breve periodo).

Vigono soglie di importo per l’emissione di assegni “liberi” (15.000 euro) e per i trasferimenti transfrontalieri di contante in assenza di dichiarazione alle pubbliche autorità (10.000 euro) in linea con gli standard europei.

 

VAI AL FOCUS SUL FORUM

 

Il “segreto bancario” è stato largamente compresso per far spazio agli accordi internazionali e alle verifiche di ordine amministrativo per lo scambio di informazioni, anche fiscale, alla dovuta collaborazione e trasparenza tra soggetti designati ai fini antiriciclaggio, all’apertura transnazionale dei sistemi finanziari che presuppone deroghe in favore della capogruppo estera e della sua autorità di vigilanza, con società fiduciarie soggette agli stessi obblighi antiriciclaggio delle banche e con severe norme operative imposte dall’Autorità di Vigilanza, la medesima che vigila, con i medesimi strumenti di controllo (cartolare e ispettivo), su tutti gli intermediari finanziari sammarinesi.

Nel sistema sammarinese vi è una Banca Centrale autonoma rispetto all’Esecutivo, un’Agenzia di Informazione Finanziaria autonoma, anche rispetto a Banca Centrale, un Ufficio Centrale di Collegamento preposto allo scambio di informazioni diretto con gli omologhi organismi stranieri (ad esempio, la Guardia di Finanza italiana) per via amministrativa, con altrettanto “diretto” potere di accesso ad ogni informazione rinvenibile presso l’intero sistema finanziario sammarinese.

Si è avviato un percorso tecnico e politico verso una maggiore integrazione con l’Unione Europea.

A causa dei cambiamenti del contesto di riferimento e della difficoltà ad adeguarsi alla nuova realtà di riferimento, il modello San Marino è però entrato in crisi per una serie di fattori indicati nello Studio Strategico: sottovalutazione dei temi della legalità e del controllo delle attività economiche ai fini della stabilità di medio termine del sistema; tempi di reazione non adeguati, a partire dai primi segnali forti di cambiamento nelle relazioni internazionali nei primi anni duemila.

Straordinaria rincorsa negli ultimi cinque anni, con tutte le difficoltà del caso; salvo eccezioni degne di nota, eccesso di focalizzazione su modelli di business a modesto valore aggiunto, in ciascuno dei settori rilevanti (industria, finanza, turismo), basati su logiche di “rendita di posizione”.

Nel comparto finanziario, si è verificata l’ adozione di un modello bancario ad elevato livello di rischio liquidità, in condizioni di stress.

Non vi sono stati sufficienti investimenti nel comparto turistico e nella valorizzazione del patrimonio artistico/ambientale (malgrado lo straordinario risultato conseguito sul versante legato al all’entrata nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO).

Gli investimenti (pubblici e privati) sono stati inadeguati in competenze distintive a supporto di un modello economico ad elevata intensità di conoscenza.

Secondo lo Studio Strategico, vi è stato eccesso di chiusura e mancata gestione del tema dell’attrattività positiva (di persone, investimenti, attività economiche).

Altri fattori negativi segnalata nell’analisi di Ambrosetti: la gestione non professionale e focalizzata del tema della reputazione; il modello di funzionamento politico-istituzionale non adeguato alle mutate circostanze complessive; il sistema pubblico “ingessato”, incapace di supportare adeguatamente i processi di crescita economica; il conseguimento di legittimi obiettivi di redistribuzione del reddito attraverso canali non efficienti dal punto di vista economico (la Pubblica Amministrazione) e prassi non sempre trasparenti.

 

Occupazione e bilancia commerciale

L’occupazione per il momento tiene, ed il dato relativo alla disoccupazione è migliorato rispetto al momento peggiore della crisi (2009), riportandosi ai livelli del 2008.

Nonostante la disoccupazione sia in aumento, il tasso di disoccupazione totale all’interno della Repubblica di San Marino, nell’arco temporale 2002-2009, è molto inferiore rispetto alla media italiana (8,6%) ed europea (9,9%) Giugno 2010; 4,4%. Nel 2008 era al 4,4%, nel 2009 al 5,61%, nel 2010 si è tornati al 4,4%.

Relativamente alla bilancia commerciale (2000-09), il tasso di incremento medio annuo (2000-2009) per l’import è stato del 3,4%, per l’export del 4,1%. La variazione percentuale (2007-2009) mostra dati negativi: import -12%; mentre la performance del-l’export è al – 11%.

 

Il numero delle imprese

A giugno 2010 le imprese censite erano 6.212 imprese.

Il tasso di incremento medio annuo (2001-2010) del numero delle imprese sul totale imprese ha mostrato un +3,83%.

Nel dettaglio: settore primario, -4,23%; settore secondario, +0,61%; settore terziario, +4,82%. La variazione percentuale sul periodo 2008-2010 del numero delle imprese mostra i seguenti dati: totale imprese: -3,8%; settore primario: -22,3%; settore secondario: -6,2%; Settore terziario: -2,9%.

Nel triennio che va dal 2007 al 2009, la redditività complessiva delle imprese manifatturiere (espressa in termini di utile netto) è calata del 37,3%.

Peraltro, il quadro macroeconomico complessivo presenta elementi di forte volatilità, quali le variazioni dei prezzi delle materie prime, che creano ulteriori pressioni sui margini operativi delle imprese.

Nel dettaglio, qualche dato sull’indebolimento delle performance reddituali dell’industria manifatturiera.

Per quanto riguarda il valore della produzione (Fonte: Camera di Commercio di San Marino, “Rapporto sull’impresa e analisi congiunturale”, dicembre 2010) il tasso annuo di crescita composto nel periodo 2006-2008 è stato del + 5,6%.

Dai 3.806 milioni del 2006 ai 4245 del 2008. Nel periodo 2008-2009 c’è stata una variazione del -5,86%. Dai 4245 milioni del 2008 ai 3996 del 2009. Per quanto riguarda l’utile netto nel periodo 2007-2009, il CAGR è stato del – 24,53%. Si è scesi dai 157,2 milioni del 2007 ai 89,43 del 2009.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento