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Mons. Luigi Negri: Rinascere dalla crisi tra economia e valori

da Redazione

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Le suggestioni di Mons. Luigi Negri, le parole di Pier Paolo Fabbri, Mario Anolli e Mario Giannini al il convegno di Fondazione Giovanni Paolo II e Università Sacro Cuore nella sede BAC.

SAN MARINO – Monsignor Luigi Negri, Mario Anolli, Mario Giannini e Pier Paolo Fabbri. Parterre du roi dal pedigree cristallino per “Rinascere dalla crisi: economia, valori e bene comune”, l’ultimo appuntamento del ciclo di seminari per leader che la Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II – con la consulenza scientifica dell’Università del Sacro Cuore di Milano – ha in corso di realizzazione, dal 2010, nella Repubblica di San Marino.

All’interno della sede di Banca Agricola Commerciale (Via 3 Settembre n. 316 – Dogana) il professor Mario Anolli (Preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie ed assicurative dell’Università Cattolica) ha relazionato su “La gestione dei rischi finanziari” con un’analisi approfondita sui principali approcci alla gestione dei rischi affrontati dagli intermediari finanziari, senza trascurare la necessaria attenzione alla normativa prudenziale in questo ambito.

Mario Anolli, assieme Pier Paolo Fabbri (Presidente dell’Associazione Bancaria Sammarinese), Mario Giannini (Direttore Generale di Banca Centrale della Repubblica di San Marino) e a Sua Eccellenza Monsignor Luigi Negri (Presidente della Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II), hanno dato impulso alla giornata attraverso una serie di interventi mirati.

“San Marino – ha esordito Pier Paolo Fabbri –, per quel che concerne il settore bancario, ha già intrapreso la strada della trasparenza. Il cambio di passo, rispetto al passato, ha già portato alcuni risultati. Oggi il rapporto con le istituzioni è più costruttivo e la condivisione con Banca Centrale di questo percorso è, di fatto, un segnale chiaro”.

LuigiNegri_MarioGianniniMario Giannini (nella foto assieme a Monsignor Negri), dopo aver analizzato la struttura del mercato bancario e finanziario (“Oggi il Titano vede la presenza di 12 banche, 35 società finanziarie e fiduciarie, due imprese di investimento, due società di gestione e 49 intermediari assicurativi quando, a fine 2008, le finanziarie erano ben 53”), si è soffermato sui motivi della contrazione dei soggetti presenti nel sistema finanziario. “Da giugno 2009 a dicembre 2010 si sono ridotte notevolmente le masse amministrate, che sono scese da 3,3 miliardi a 1,1 miliardi”. Le cause? Lo scudo fiscale e, parimenti a questa contrazione si legano anche il progressivo rafforzamento dell’attività di vigilanza ispettiva, l’evoluzione continua del quadro normativo – sempre più stringente – per l’adeguamento agli standard internazionali. All’impegno profuso dalla Repubblica in materia di innalzamento degli standard sta facendo da contraltare le criticità nei rapporti con l’Italia. “Il MEF, congiuntamente con Bankitalia, non ritengono allo stato di firmare gli accordi tra le due autorità di vigilanza” ha sottolineato con forza il Direttore Generale di BCSM. Che poi, sul problema della liquidità, ha aggiunto: “Abbiamo avviato una serie di commissioni miste per creare un caveau, che servirà per gestire, in maniera accentrata i contanti”. Verrà istituita inoltre una “centrale rischi”, un passaggio utile, come ha rimarcato Giannini, “per presentarsi anche all’esterno”. In termini di prospettiva di medio-lungo temine, Giannini ha spiegato che, “Oltre al recupero della reputazione e della fiducia”, le potenzialità di crescita si legano “a una eventuale integrazione finanziaria del Titano allo Spazio Economico Europeo o all’Ue”.

Sulla dottrina sociale, le suggestioni di Monsignor Luigi Negri. “La dottrina sociale – ha sottolineato Sua Eccellenza – va contro le ideologie che hanno spostato il ruolo dell’uomo. L’egemonia di queste forze hanno voluto trasformare la persona in una variabile dipendente”. Citando più volte Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Monsignor Negri, richiamando le parole dell’attuale Sommo Pontefice, ha evidenziato il rischio “di un’ideologia della tecnica”, che soffoca l’uomo.

“Il totalitarismo del terzo millennio è quello di concepire e far vivere una società senza che l’uomo sia al centro con tutti i suoi diritti. Bisogna fissare un termine di metodo” e vedere l’uomo “nella sua totalità. Se l’uomo sa chi è, esprime la sua identità in quello che fa”. La dottrina sociale, in questo senso, “pone il problema del soggetto-uomo”. L’individuo, in estrema sintesi, vive la sua soggettività attraverso la sua professionalità.

“Quando uno esprime nella sua professionalità la sua identità, allora lavora per qualcuno e non per sé, e questo fa nascere società”.

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