Home FixingFixing Expo, San Marino e la Cina: non chiudete quella porta

Expo, San Marino e la Cina: non chiudete quella porta

da Redazione

Il bilancio dei sei mesi all’Esposizione Universale di Shanghai con il Commissario Mauro Maiani. “Visitatori, superate le aspettative: abbiamo chiuso con oltre 1 milione e 650 mila presenza. E ora concretizziamo gli accordi turistici e commerciali”.

di Loris Pironi

 

Non tutti se ne sono accorti, non tutti subito, almeno, ma la Repubblica di San Marino ha potuto usufruire di una straordinaria vetrina. La partecipazione all’Esposizione Universale di Shanghai, che si è conclusa il 31 ottobre, ha rappresentato per il Titano una chiave importante per cercare di inserirsi in un mercato, commerciale e forse ancor più turistico, di grandissimo interesse, quello del lontano oriente. Nei sei mesi di apertura il padiglione sammarinese è stato visitatissimo ed oggi è possibile tirare le somme, per rendersi conto del feed-back di questa partecipazione. Dopo sei mesi, insomma, è opportuno iniziare a concretizzare il lavoro svolto all’Expo. A Shanghai, poco prima di imbarcarsi per fare ritorno a casa, contattiamo il Commissario sammarinese per l’Esposizione Universale, Mauro Maiani, che ha guidato questo grande progetto sin dalle prime fasi iniziali, nel 2008. Con Maiani tracciamo un bilancio di questa esperienza. “Il bilancio è davvero ottimo, sotto tutti i punti di vista, di immagine di pubblico. In primo luogo siamo stati presenti come Paese, con un nostro padiglione, nella più grande Expo mai realizzata nella storia, e questo per San Marino rappresenta un fatto ‘storico’. Come numero di visitatori complessivi abbiamo superato tutte le aspettative, chiudendo con 1.650.000 visitatori. Abbiamo avuto modo di presentare il nostro Paese, la nostra storia, il nostro turismo e la nostra economia al popolo cinese e al mondo intero. E questo è già di per sé un grande risultato”.

 

Cosa ha colpito di più l’immaginario dei visitatori?

 

“Certamente la Statua della Libertà, i francobolli e le monete che abbiamo coniato appositamente per l’Expo, tutti molto richiesti, ma anche i costumi originali dei Capitani Reggenti, ed il bellissimo video emozionale realizzato espressamente per l’Expo”.

 

I visitatori dell’Expo hanno gravitato principalmente nell’area orientale. Però la Cina rappresenta uno dei mercati turistici di maggior interesse per gli operatori del Vecchio Continente. C’è speranza di assistere all’arrivo sul Titano di flussi di turisti cinesi, magari all’interno di un Gran Tour europeo?

 

“Abbiamo siglato tre importanti accordi con i principali tour operator di Shanghai e mi sento di poter dire che in tempi medi ci sarà un ritorno in termini turistici. Non dobbiamo dimenticare inoltre che San Marino quale destinazione turistica è inserita nel circuito italiano ed europeo, e quindi occorre catturare ed inserirci in questi flussi turistici, cosa non impossibile in quanto il turismo cinese è al 95% un turismo organizzato dallo Stato. Inoltre nei prossimi 5 anni la Cina diventerà il mercato principale generatore di turisti al mondo, e quindi noi dobbiamo essere pronti per sfruttare adeguatamente questo trend”.

 

In questi mesi avete avuto diversi incontri con operatori economici cinesi. Qual è secondo Lei la strada che le imprese sammarinesi devono percorrere per imboccare la porta di questi nuovi mercati che è stata aperta con l’Expo?

 

“Uno dei nostri obiettivi era presentare, oltre al turismo, anche il Sistema Paese anche in termini economici e di trade, e direi che si siamo riusciti. Le aziende che hanno creduto nell’Expo e sono state presenti a Shanghai hanno ottenuto dei grandi risultati, soprattutto in termini di comunicazione e di immagine. E ovvio che l’aspetto commerciale va valutato attentamente, ma se tutto il mondo era a Shanghai, è evidente che proprio qui, e non altrove, c’è il mercato del futuro, almeno per i prossimi 20 anni. Che fare allora per sfruttare questa opportunità? Occorre creare una base permanente e sviluppare una rete diplomatica e commerciale attiva e presente in Cina, sia a Pechino che a Shanghai. Non c’è altro mezzo che sviluppare le relazioni politiche per attivare gli scambi economici e commerciale in questo Paese dove tutto è deciso dal Governo, a livello centrale, e dove tutte le più grandi aziende, a partire dalle banche, sono statali. Noi con Expo abbiamo aperto una grande porta in Cina e per sei mesi ci siamo posizionati molto bene in termini di visibilità e di immagine. Ora è necessario non chiudere questa porta”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento