Non si può aspettare dieci anni per dare risposte alle aziende. Nessuna speculazione, solo responsabilità nell’ottica dello sviluppo economico del paese. Molte aziende aspettano, basta tentennamenti. Lo annuncia il Segretario di Stato all’Industria Marco Arzilli, parlando delle richieste di ampliamento delle imprese sammarinesi. Richieste che al momento sono una ventina, come riporta Fixing oggi in edicola.
di Saverio Mercadante
“Non si può aspettare dieci anni per dare risposte alle aziende. Non è possibile che non ci sia la possibilità di crescere. Nessuna speculazione, solo responsabilità nell’ottica dello sviluppo economico del paese. Molte aziende aspettano. Saremo un interlocutore che prenderà decisioni. Basta tentennamenti”.
Venerdì scorso Marco Arzilli (nella foto), Segretario di Stato per l’industria in una conferenza stampa insieme al Segretario di Stato per il Territorio Giancarlo Venturini, ha puntualizzato così la posizione del Governo sul Piano Particolareggiato della Zona Produttiva di Gualdicciolo – Galavotto e sulla Legge 5 Maggio 2010 N.81 relativa alle procedure per l’alienazione dei beni immobili e terreni di proprietà pubblica. Secondo fonti della Segreteria di Stato per l’industria, sono una decina le aziende che avrebbero fatto richiesta di allargamento del sito industriale nella zona produttiva di Gualdicciolo. E complessivamente sono una ventina sull’intero territorio. La casistica è abbastanza varia è andrà valutata dagli organi di competenza. Alcune assegnazioni di terreno, per esempio, sono state fatte tempo fa, ma le aziende vi hanno rinunciato per problemi interni all’impresa. Rimane comunque un segnale positivo per l’economia sammarinese il fatto che molte imprese, nonostante la crisi, abbiano la capacità, la possibilità di investire, crescere, e soprattutto la voglia di rimanere a San Marino.
SVILUPPO E SOSTENIBILITA’
Sviluppo e sostenibilità: sono questi, dunque, i due pilastri sui quali poggia la politica dell’Esecutivo.
I Segretari di Stato hanno evidenziato la necessità di declinare insieme tutela dell’ambiente e del territorio e sviluppo delle imprese, andando a disciplinare le aree produttive individuate dal Piano Regolatore Generale nel 1992 ed ubicate nei Castelli di Acquaviva, San Marino Città e Chiesanuova. Da questa esigenza fondamentale sono partiti la Segreteria di Stato per il Territorio e gli Organi dell’Amministrazione intervenuti nel procedimento di approvazione dello strumento urbanistico della zona di Gualdicciolo.
Le prescrizioni sono volte a mitigare l’impatto ambientale delle volumetrie degli edifici produttivi sul contesto urbanistico esistente.
Il Segretario di Stato al Territorio, Venturini, ha precisato che “la Zona disciplinata dalla Commissione per le Politiche Territoriali è stata istituita dal Piano Regolatore Generale del 1992, il quale, pur identificando tale area come Zona Produttiva, ha demandato la disciplina puntuale della stessa a strumenti attuativi”.
I tecnici incaricati dal Congresso di Stato, nella definizione dei Piani Particolareggiati riguardanti le intere aree produttive di Gualdicciolo hanno redatto uno screening generale che il Comitato Tecnico Scientifico ha provveduto ad approvare, richiedendo agli stessi tecnici progettisti l’elaborazione di uno Studio di Impatto Ambientale. Il quale, è stato approvato a sua volta dal Comitato Tecnico Scientifico, le cui prescrizioni e raccomandazioni (copertura degli edifici a verde pensile, con pannelli fotovoltaici, raccolta delle acque piovane, riqualificazione dell’edificato attraverso la progettazione di una fascia verde tra la strada principale e l’edificato nonché, a monte, tra l’edificato e l’Area Naturalistica Tutelata) sono state recepite dalla Commissione per le Politiche Territoriali in sede di approvazione definitiva.
“Inoltre – ha ricordato Venturini – i tecnici incaricati hanno previsto adeguate fasce di rispetto a verde e piantumazioni di alberature per coniugare lo sviluppo di edifici produttivi con il contesto residenziale esistente nella zona. Va sottolineato, in ogni caso, come l’utilizzo dei nuovi indici edilizi ed urbanistici sia subordinato all’approvazione di un piano aziendale che giustifichi le esigenze di ampliamento delle volumetrie; in caso contrario potranno essere realizzati manufatti esclusivamente nei limiti precedentemente previsti”.
REFERENDUM ABROGATIVO
Infine, i Segretari di Stato hanno voluto precisare il contenuto della Legge 5 Maggio 2010 N.82, oggetto di proposta di Referendum abrogativo, allo scopo di chiarire meglio i termini del provvedimento anche in considerazione di informazioni non corrette, a loro avviso, diffuse sulla stampa locale dai promotori e sostenitori del Referendum. “Pur riconoscendo, infatti, l’importanza del coinvolgimento della popolazione nelle scelte riguardanti la gestione del territorio – si afferma in una nota – appare fondamentale garantire che tale partecipazione avvenga sulla base di una conoscenza corretta e completa delle scelte operate dal Governo. La Legge in oggetto si limita ad introdurre, infatti, la possibilità per il Consiglio Grande e Generale di approvare l’alienazione di beni di proprietà pubblica con la maggioranza assoluta di 30/60 esclusivamente in relazione a terreni con destinazione produttiva artigianale e servizi, purché funzionale alle attività produttive, fermo restando il previgente vincolo della maggioranza qualificata di 40/60 per tutte le rimanenti alienazioni di beni di proprietà pubblica”.
SCM ROBOPAC: L’ESECUTIVO DIFENDE LE SCELTE
Per quanto riguarda nello specifico, l’immobile di proprietà della Ditta SCM – ROBOPAC, sul quale si sono concentrate le critiche dei giorni scorsi, i Segretari di Stato hanno precisato che le prescrizioni contenute nel Piano Particolareggiato sono conseguenti ed attuative di quanto precedentemente deliberato del Congresso di Stato con delibera n.55 del 3 Agosto 2007 e n.34 del 18 Febbraio 2008 e dal Consiglio Grande Generale con delibera del 23 Aprile 2008 n. 14, mediante la quale è stata assegnata al gruppo imprenditoriale una porzione di terreno di proprietà pubblica per consentire l’ampliamento dell’immobile sede dell’attività aziendale.
Inoltre il precedente Governo con delibera del 26 Maggio 2008 n.31 ha avviato le procedure – non perfezionatesi a causa della precedente crisi di governo – per una Variante al Piano Regolatore Generale che contemplava la revisione della classificazione urbanistica del terreno sul quale sorge l’immobile della Robopac. La Variante è stata riproposta nei medesimi termini ed approvata dal Consiglio Grande e Generale con la Legge 5 Maggio 2010 N.81.