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Alla scoperta dell’oro liquido

da Redazione

La tradizione dell’olio di oliva di San Marino portata avanti con passione dal Consorzio Terra. Un’eccellenza riconosciuta e premiata anche oltre confine. "Siamo felici che le nostre attività di valorizzazione dei prodotti sammarinesi di qualità abbiamo portato all’emanazione di normative orientate alla tutela dei prodotti enogastronomici di qualità ‘made in San Marino’."

Le proprietà dell’olio di oliva, ingrediente fondamentale della cucina, erano note già in epoca romana. Menzionato nei testi di medicina, veniva utilizzato come base per unguenti portentosi e creme dalle proprietà salutari. Le parole di Plinio il Vecchio a riguardo sono piuttosto illuminanti: “Ci sono due liquidi che fanno molto bene al corpo umano: il vino per uso interno e l’olio per uso esterno”. L’olio di oliva, oggi, è conosciuto soprattutto come ingrediente fondamentale della dieta mediterranea: ovunque vengono organizzati studi, assaggi, incontri. Nel segno di un recupero delle tradizioni, declinate però alla tutela della salute. Una tendenza che abbraccia anche il Titano: a ottobre infatti alcune scuole elementari del territorio hanno fatto visita al frantoio della Cooperativa Olivicoltori. “Siamo felici che le nostre attività di valorizzazione dei prodotti sammarinesi di qualità abbiamo portato all’emanazione di normative orientate alla tutela dei prodotti enogastronomici di qualità ‘made in San Marino’ come la recente normativa sull’olio – afferma in una nota il Consorzio Terra di San Marino – ma altrettanto importante è la visita dei bambini al frantoio, poiché rappresenta un momento di contatto tra le nostre generazioni future e le tradizioni rurali del territorio. Il nostro obiettivo è quello di insegnare ai bambini, ma anche ai genitori, l’importanza e la qualità del cibo che la nostra terra ci dona ogni giorno, affinché queste tradizioni possano diventare elemento prioritario della nostra cultura.”
Gli alunni hanno potuto conoscere le diverse tipologie di olive, le peculiarità, la maturazione, la raccolta, la trasformazione in “oro liquido” e infine come distinguere i diversi tipi di olio. Una tendenza che, fortunatamente, ha portato anche una vistosa accelerata al quadro normativo della materia: grazie alla spinta del Consorzio Terra di San Marino, la Repubblica proprio quest’anno ha provveduto a colmare un gap non solo legislativo ma anche temporale (i decreti precedenti erano datati 1954 e 1966). Nel mese di agosto infatti è stato emanato un decreto delegato – il numero 114 – sulle “Norme relative alla produzione e commercializzazione di olio di oliva”. Un passo importante che, spiega Maurizio Berardi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, “ha permesso alla Repubblica di allinearsi con le normative in vigore in Italia e in Europa”. Due, in estrema sintesi, i propulsori che si celano dietro al DD n.114: la tutela del consumatore, ovvero la garanzia che quello che viene messo in commercio sia salubre, e la tutela del produttore. “Le novità inserite nel DD – sottolinea Berardi – riguardano principalmente la produzione, la commercializzazione e l’etichettatura delle diverse tipologie di olio. Oltre a chiarire le differenze tra olio extravergine di oliva, olio vergine di oliva e olio lampante (destinato ad un uso industriale) sono state introdotte anche una serie di analisi organolettiche ed olfattive sugli oli. Alle tradizionali analisi di laboratorio, ora si affiancano anche i panel test, eseguiti dalla Commissione di Degustazione. Assaggiatori esperti hanno il compito di riconoscere e percepire gli attributi dell’olio, come ad esempio l’amaro o il fruttato, il piccante o il mandorlato”. La qualità quindi segue due direzioni ben precise: i test in laboratorio e quelli del palato. I risultati? Ottimi e riconosciuti anche fuori dal confine: lo scorso anno l’olio a marchio Terra di San Marino ha ricevuto importanti riconoscimenti per l’alto livello qualitativo e nutrizionale: slow food lo ha inserito nel prezioso libro “Guida agli Extravergini” ed è stato premiato con una menzione speciale al concorso Selecta, competizione tra gli oli extravergini di oliva prodotti in Emilia Romagna. Il Direttore, dopo aver evidenziato che “il rapporto tra olive e olio oscilla tra il 13 e il 18%” (da 100 chilogrammi di olive si ricavano dai 13 ai 18 litri di olio), rivela che esiste un rapporto inversamente proporzionale tra le olive e le precipitazioni: “Maggiore è la pioggia, meno è la resa dell’oliva in quanto è certamente più grossa, ma è possiede anche una maggior percentuale di acqua che, durante la spremitura, va persa”.
 

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