Home FixingFixing Scudo Fiscale, Tremonti colpisce per la terza volta

Scudo Fiscale, Tremonti colpisce per la terza volta

da Redazione

Il Governo italiano valuta che il rientro di capitali si attesterà intorno ai 3-3,5 miliardi di euro

Chiara Moroni e Maurizio Fugatti. Li ricorderemo a lungo a San Marino i nomi dei due relatori che hanno firmato e presentato in commissione bilancio e finanze alla Camera, mercoledì scorso, l’emendamento sullo scudo fiscale alla manovra d’estate. Doveva arrivare la tempesta e alla fine è arrivata con tanto di dichiarazione di guerra di Tremonti che ha detto: “Il vero beneficio di questo provvedimento è chiudere la caverna di Ali Babà, perché è inutile fare finta di contrastare l’evasione fiscale, quando si lasciano aperti i paradisi fiscali”. Lo scudo fiscale italiano in ogni caso dovrà avere l’ok dall’Europa. L’emendamento prevede una aliquota complessiva del 5%, applicazione sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 ottobre prossimo e fino al 15 aprile 2010: questi i due aspetti principali dell’emendamento sullo scudo fiscale. E’ previsto l’anonimato, e si estendono le garanzie previste per quello del 2001, fra cui la non applicabilità ad accertamenti per due anni. La norma prevede anche l’aumento delle sanzioni per l’omessa dichiarazione di detenzione di investimenti e attività all’estero: potrà variare dal 10 al 50%, (mentre ora varia dal 5 al 25%) ma viene eliminata la possibilità di confisca .
Stima del gettito? Simbolicamente un euro per “l’assoluta imprevedibilità del numero dei soggetti interessati che potrebbero aderire all’iniziativa”.
Ma il governo italiano in realtà si aspetta che tornino a casa almeno 3-3,5 miliardi di euro.
Nella Repubblica di San Marino le conseguenze dello scudo–ter, dopo quelli del 2001 e del 2003 sempre a firma dell’attuale Ministro delle Finanze italiano, non potranno che essere pesanti ma forse inferiori al previsto. Sono girate nei giorni scorsi stime che andavano dai 2,2 ai 6 miliardi di euro.
Se il governo italiano invece si aspetta complessivamente 3,5 miliardi di euro di rimpatrio di capitali, e non è certamente possibile che provengano tutti da San Marino, forse per le banche sammarinesi il salasso sarà meno doloroso del previsto.
L’altro novità è quella dell’articolo 12 del decreto legge anticrisi segnalata da Alberto Cisterna, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia specializzato nel combattere i flussi finanziari del crimine organizzato ”…dice che tutto quello che si trova in banche, società e istituti all’estero è frutto di evasione fiscale. E’ una svolta perché d’ora in poi chi li detiene, se intercettato, ha l’onere di dimostrare la provenienza di quei soldi.
E’ quasi scontato che poi sarà punito. L’obiettivo di colpire i paradisi fiscali è condiviso da Francia e Germania. C’è un’intesa a livello Ocse ”.
L’opposizione intanto urla contro il decreto: “E’ del tutto evidente che si tratta di un altro condono” afferma Dario Franceschini, segretario del PD.
Ma Giulietto Tremonti afferma rispondendo alle critiche: “Chiedete ad Obama un parere. Anche gli Stati Uniti d’America stanno varando provvedimenti di amnistia fiscale. E lo scudo italiano concorda con la strategia del presidente americano”.
Il cerchio si sta veramente chiudendo ed è iniziata nel 2009 un’altra era.
Saverio Mercadante
 

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