Home FixingFixing “Imprenditoria giovanile: vogliamo migliorare la legge”

“Imprenditoria giovanile: vogliamo migliorare la legge”

da Redazione

ANIS, OSLA, UNAS, USC, USOT: “Le nostre esperienze possono essere un valido contributo”. Le categorie chiedono un confronto sul progetto: “Prima della seconda lettura”.

 

di Daniele Bartolucci

 

Fermare la legge per l’imprenditoria giovanile e, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria, migliorarla. E’ questo in sostanza l’appello che ANIS, OSLA, UNAS, USC e USOT hanno rivolto ai Relatori del Progetto di legge “Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici”, ai Consiglieri e ai Segretari di Stato. Con una lettera le associazioni di categoria hanno espresso “le proprie considerazioni su un tema importante quale quello previsto nell’ultimo ordine del giorno del Consiglio Grande e Generale, al comma 22, ovvero alla presentazione in seconda lettura del Progetto di legge, che fortunatamente non è stato dibattuto e votato. Ci dispiace palesare che sostanzialmente siamo venuti a conoscenza della presenza in avanzata fase di iter legislativo, di un progetto di legge su temi legati al fare impresa, senza mai essere stati coinvolti in un momento istituzionale di confronto, ancorché informale, nel quale avere la soddisfazione di produrre osservazioni e punti di vista dettati da anni di esperienza, oltre alla partecipazione a tutte le pratiche ed esperienze maturate nella Commissione per l’Imprenditoria Giovanile, prevista dalla legge 134/1997, di cui le scriventi associazioni sono state protagonista dando il proprio sostegno gratuito ed acquisendo consapevolezza sulle mancanze, sulle inefficienze e perché no, sulle virtù della legge attualmente in vigore, che con il nuovo progetto di legge si intenderebbe sostituire”. Tutte le associazioni firmatarie ricordano quindi che “da anni sosteniamo la necessità di rivedere la normativa in vigore, facendo un profondo confronto sulla esperienza che ha accompagnato tutte le pratiche dal 2000 ad oggi, ricordando che il contributo fornito dalle associazioni – tra l’altro – oltre ad essere qualificato, è sempre stato a titolo gratuito. Ma l’auspicio di una revisione era legato alla previsione – ovvia e scontata – che le parti interessate e protagoniste al fare impresa fossero coinvolte in un tavolo di studio e di confronto. Assolutamente”, spiegano, “non per sostituirsi al legislatore, ma per offrire tutta una serie di esperienze e sensibilità sicuramente utili a far sì che un progetto di legge, nel diventare legge dello Stato, possa avere una facilità di applicazione e diventare uno strumento unico, facile ed equo. Per quanto sopra, siamo a richiedere la presa d’atto che il progetto di legge debba essere sostanzialmente riconsiderato, coinvolgendo le Associazioni e/o la Commissione per l’Imprenditoria, perché il confronto su un tavolo tecnico portatore di specifiche professionalità e competenze per la sua caratterizzazione di essere composto da soggetti provenienti e rappresentanti realtà diverse (Istituzioni, uffici pubblici, Camera di commercio, banche, università ed associazioni) offre l’opportunità di confrontare le idee discutendole sotto tutte le sfaccettature di cui ognuno di noi porta la propria parte di competenza, creando una sinergia e potenzialità sicuramente favorevole al poter meglio ponderare scelte e soluzioni”. In questo “evidenziamo tutta la nostra disponibilità per eventuali confronti”.

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