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San Marino e Rimini possono fare sistema

da Redazione

Intervista a Marino Albani, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti: “Mi fanno piacere le dichiarazioni rilasciate a Fixing dal Presidente Piccioni”.

 

di Loris Pironi

 

Sembra davvero conclusa con un bell’armistizio la guerra fredda tra Italia e San Marino. Certo, ci sono tutte quelle macerie (economiche) sulle quali ricostruire è un dovere, ma è anche e soprattutto una questione di rapporti personali, di fiducia che va ricostituita. È una questione di persone che devono riprendere le misure.

L’uscita di San Marino dalla black list del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha portato una nuova ventata di (cauto) ottimismo. Il sole è tornato a splendere anche sul monte, un vento tiepido permette di assaporare i primi sentori della primavera imminente. L’atmosfera ci riporta alla lettura delle ultime pagine di Niente di nuovo sul fronte occidentale, il capolavoro di Erich Maria Remarque.

I segnali di distensione sono palpabili. Sette giorni fa San Marino Fixing aveva stuzzicato il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e Esperti Contabili di Rimini, Bruno Piccioni, per scoprire se davvero qualcosa è cambiato anche nell’opinione e nelle prospettive dei professionisti di Rimini, che nei momenti più bui della crisi relazionale tra Italia e San Marino avevano di fatto girato le spalle al Titano (ricordate la famigerata circolare?). Bene, Bruno Piccioni senza giri di parole ha detto a Fixing che San Marino in questi anni ha fatto passi da gigante, e che è tornato ad essere un’opportunità anche per il tessuto imprenditoriale italiano, ora che tutti gli ostacoli, anche quelli operativi, sono stati finalmente rimossi.

“Con l’Ordine di Rimini – afferma Marino Albani, presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili della Repubblica di San Marino – abbiamo buonissimi rapporti. I nostri due Ordini si sono incontrati qualche mese fa a Rimini, diverso tempo prima dell’uscita del nostro Paese dalla black list, e anzi adesso aspettiamo una loro visita a San Marino. Peraltro al Presidente Piccioni mi lega un rapporto di stima e di amicizia di lunga data, una sintonia sulle vedute, e ho letto con piacere le sue parole su Fixing. Noi professionisti di San Marino abbiamo sempre cercato una collaborazione con i colleghi di Rimini. Anzi, durante il periodo di permanenza nella lista nera ci siamo appoggiati a loro per fare fronte comune a tutte le problematiche operative che toccavano tanto noi quanto loro. E oggi che è stata finalmente voltata pagina nei rapporti bilaterali abbiamo già reimpostato i nostri rapporti in un’ottica ancora più costruttiva”.

 

E adesso da questa collaborazione cosa vi aspettate?


“Non c’è dubbio, ora ci aspettiamo di poter lavorare sempre di più assieme per sfruttare le reciproche opportunità. Noi siamo certi che a livello di Ordine ci sia la volontà di mettere a frutto tutte le possibili opportunità, le parole del Presidente Piccioni sono molto chiare in proposito. Il mio auspicio è che i singoli colleghi si rendano conto davvero di queste opportunità, che non abbiano timore di San Marino e del suo nuovo corso, della concorrenza. Le eventuali paure dei singoli non devono essere traslate sull’economia generale. Il nostro Paese non è e non può essere visto come un problema o una criticità: piuttosto possiamo rappresentare un fattore fortemente positivo per tutto il circondario. Non si dimentichi che San Marino è sempre stata fonte di reddito per tante imprese riminesi che lavorano con il nostro Paese e che migliaia di lavoratori italiani lavorano sul Titano. Le nostre due economie possono e devono crescere insieme, utilizzando gli strumenti legittimi offerti dalle normative e dalle convenzioni, non ultima la convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni entrata in vigore quest’anno”.

 

Il Presidente Bruno Piccioni ha parlato di una “black list psicologica” con cui San Marino deve fare i conti. Cosa si può fare per “uscire” anche da questa?


“Purtroppo questo aspetto è vero. E se mi permettete, a tal proposito vorrei togliermi un sassolino dalla scarpa, perché ritengo sia inaccettabile e offensivo sentir dire da certi giudici italiani che la nostra trasparenza e collaboratività sia soltanto fittizia. A questi magistrati voglio far presente che non solo San Marino ha norme perfettamente allineate a quelle dell’Italia e di tutti gli altri Paesi, ma che abbiamo organismi, a partire dal nostro Tribunale o da Banca Centrale, che sono garanti del pieno rispetto di tali norme”.

 

Detto questo…


“Senza ombra di dubbio la prima cosa che dobbiamo fare, non solo noi commercialisti ma tutti quanti, a San Marino, è garantire che la trasparenza conquistata non venga mai meno. Del resto, tra le migliaia di imprese chiuse e i posti di lavoro persi, la ferita di questi anni di black list è ancora aperta e servirà tanto tempo per recuperare quanto abbiamo perso per strada in termini di sviluppo. È per questo che dico che non solo non possiamo permetterci di rischiare di uscire nuovamente dalla lista bianca, ma che non possiamo neanche fare un passo indietro. In questo senso è importante il ruolo dello Stato e delle sue istituzioni, ma è altrettanto importante il compito che spetta a noi soggetti privati, i professionisti, le banche, gli imprenditori. Tutti noi dobbiamo lavorare come sistema per il sistema. In secondo luogo dobbiamo comunicare che l’aria è cambiata. Come Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili abbiamo in programma l’organizzazione di una serie di incontri e convegni presso gli ordini di altre Regioni d’Italia per far conoscere il nostro Paese e le sue opportunità. A Rimini conoscono bene la nostra realtà, c’è un interscambio relazionale immediato, per noi è molto più facile qui che altrove far sentire la nostra voce. Ecco, le relazioni che abbiamo tra San Marino e Rimini dovrà diventare il prototipo del rapporto da esportare. E a Rimini dico che se sapremo essere bravi a fare sistema, potremo contribuire a far raccogliere risultati importanti ai nostri rispettivi territori”.

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