Le risposte dell’Agenzia delle Entrate a quesiti in occasione di incontri con la stampa specializzata contenute nella Circolare 28/E del 21 giugno 2011. Le Controlled Foreign Companies (CFC), le società partecipate estere.
Le risposte dell’Agenzia delle Entrate a quesiti in occasione di incontri con la stampa specializzata contenute nella Circolare 28/E del 21 giugno 2011. Le Controlled Foreign Companies (CFC), le società partecipate estere.
3. CONTROLLED FOREIGN COMPANIES (CFC)
3.1 Attività di trading esercitata nei confronti di consociate
Domanda
Si chiede conferma dell’esclusione delle “trading companies” dalle tipologie di
soggetti previsti dall’art. 167, comma 8-bis, lett. b), del TUIR, anche relativamente
alle operazioni di compravendita di merci e prodotti finiti effettuate (in nome e per
conto proprio) con controparti appartenenti al medesimo gruppo. In sostanza queste
operazioni possono non essere considerate servizi intercompany?
Risposta
Il comma 8-bis, lett. b), dell’art. 167 del TUIR prevede una delle due condizioni al
ricorrere delle quali la disciplina CFC si estende alle partecipazioni di controllo
detenute da soggetti non localizzati in Stati o territori considerati a fiscalità
privilegiata.
In particolare, la disciplina CFC si applica qualora i suddetti soggetti abbiano
conseguito proventi derivanti per più del 50 per cento, tra l’altro, dalla prestazione di
servizi nei confronti di consociate.
Come precisato dalla circolare n. 51/E del 6 ottobre 2010, le partecipazioni estere
che presentano tale caratteristica rientrano nella fattispecie normativa e per esse
sussiste, in linea di principio, l’obbligo di presentazione dell’istanza di interpello.
L’attività indicata nel quesito, rappresentata nelle sue caratteristiche essenziali, non
esclude, in sostanza, la configurabilità di una prestazione di servizi.
Eventuali elementi idonei ad escludere in concreto la sussistenza di una situazione
elusiva potranno essere valutate in relazione al singolo caso.
3.2 Caratteristiche del servizio infragruppo ed incidenza sul
carattere passivo dei proventi corrispondenti
Domanda
In taluni casi le partecipate estere svolgono a favore delle società del gruppo servizi
produttivi (ad esempio, la lavorazione). E’corretto escludere questi servizi dal
calcolo dei servizi infragruppo nella quantificazione dei passive income?
Risposta
La circolare n. 51/E del 6 ottobre 2010, precisa che “non si ritiene…di poter
escludere dalla valutazione preliminare [da condurre in sede di interpello]
determinate realtà imprenditoriali in ragione dell’astratta mancanza di
caratteristiche idonee a conseguire fenomeni elusivi”.
Pertanto, la prestazione di servizi analoghi a quelli genericamente indicati nel
quesito e, più in generale, le specifiche caratteristiche del servizio reso nei confronti
delle consociate, non escludono la rilevanza dei proventi corrispondenti ai fini del
calcolo della soglia prevista dal comma 8-bis, lettera b), dell’art. 167 del TUIR.
Dette caratteristiche andranno valutate in relazione al singolo caso.
3.3 Incidenza dello svolgimento di un’attività di produzione sulla
valutazione del radicamento del soggetto partecipato estero
nel mercato di insediamento
Domanda
La circolare n. 51/E del 2010, nel definire i requisiti per il radicamento nel mercato
locale della partecipata, fa riferimento all’approvvigionamento e allo sbocco. Si
chiede una conferma che il radicamento è sempre presente nel caso in cui nel paese
estero la società svolga una attività di produzione.
Risposta
Nella circolare n. 51/E del 2010 è stato precisato che “la circostanza che la CFC non
si rivolge al mercato locale né in fase di approvvigionamento né in fase di
distribuzione costituisce un indizio del mancato esercizio da parte della stessa di
un’effettiva attività commerciale nel territorio di insediamento. Tuttavia tale ultima
circostanza non impedisce di valorizzare anche altri elementi”. Ad esempio, sono
valutabili le ragioni economiche ed imprenditoriali che hanno indotto l’impresa
residente ad investire all’estero. Pertanto, lo svolgimento nel paese estero di
un’attività di produzione rappresenta una circostanza da valutare in sede di esame
del singolo caso concreto.