Home FixingFixing Bilancio, buco da 71 mln il tesoretto c’è o non c’è?

Bilancio, buco da 71 mln il tesoretto c’è o non c’è?

da Redazione

I conti pubblici di San Marino sono in rosso, un rosso da 71 milioni di euro (esattamente quanto aveva previsto Fixing mesi or sono). In attesa di vedere concretamente cosa conterrà il documento del bilancio la domanda è la seguente: c’è davvero il tesoretto da 78 milioni annunciato da Valentini? E se sì, verrà bruciato tutto in una volta? Da Fixing in edicola.

Roma (leggasi Tremonti) ha sbattuto la porta in faccia alla Repubblica di San Marino, e così il Titano ha dovuto passare dal retro ed andare sino a Washington per chiedere aiuto, per trovare una soluzione ai propri guai economici. Per salvare il proprio sistema finanziario spremuto dallo scudo fiscale, posto sotto assedio da Bankitalia (si veda il commissariamento della Carim Rimini anche, non solo ma anche, per via della controllata sammarinese Cis).
La missione sammarinese a Washington, al Fondo Monetario Internazionale e alla World Bank è stata l’occasione per chiedere formalmente l’apertura di una linea di credito in favore di San Marino. Un credito di 300 milioni di euro, bazzecole in confronto alle necessità dei paesi grandi. Quanto basta perché sia direttamente la Banca Centrale di San Marino ad erogare direttamente il prestito senza coinvolgere direttamente i responsabili di Washington, secondo quanto prevedono le norme di Banca Mondiale e Fmi.
Il fatto che dalle banche del Titano sia uscito oltre un terzo del capitale (i 5 famosi miliardi di euro dello Scudo Fiscale, con un calo della raccolta diretta pari al 35%) implica una situazione di forte difficoltà del sistema, finora sottointesa ed oggi di fatto conclamata, in virtù di questa richiesta di aiuto agli organismi internazionali.
Questi nuovi canali di approvvigionamento sono necessari per garantire al sistema una rinnovata stabilità e la serenità necessaria ad operare in questa fase di trapasso, con i postumi del prelievo dello scudo fiscale, le conseguenze del pessimo rapporto con l’Italia e Tremonti in primis, le nuove norme che hanno cancellato il segreto bancario e la mancanza di un serio progetto di rilancio del settore, con traiettorie e dinamiche nuove e concorrenziali che vadano a superare il modello del forziere “blindato” agli sguardi indiscreti che ha caratterizzato gli ultimi decenni.

 

Bilancio, Rosso da 71 mln
L’imminente Consiglio Grande e Generale vedrà la discussione e l’approvazione del Bilancio 2010. Più che un buco una voragine per i conti pubblici del 2010, che – purtroppo – conferma esattamente le anticipazioni di Fixing al tempo del bilancio previsionale, ovvero un “profondo rosso” da 71 milioni di euro. Altro che deficit di 43 milioni, come annunciato ottimisticamente (c’era poi da essere ottimisti?). Solo le entrate della monofase sono calate di 62 milioni contro gli 80 previsti), 6 milioni in meno si riferiscono alle entrate Igr (e qui la causa è in buona parte lo scudo fiscale), altri 7,5 milioni di euro in meno provengono dalle altre imposte (dazi doganali, imposta di registro, bollo, ecc.). In attesa di poter spulciare il bilancio quando verrà reso pubblico non resta che chiederci se la voragine verrà tappata bruciando quasi tutto il “tesoretto” che il Segretario Pasquale Valentini aveva annunciato esistere da qualche parte, frutto dell’avanzo degli esercizi precedenti.

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