Nell’immaginario collettivo tutti i delfini si chiamano Flipper e sono buoni, per cui viene spontaneo amarli e proteggerli.
di Daniele Bartolucci
Il delfino è un mammifero marino, quindi ha le pinne, vive in mare, ma non è un pesce. Al di là di questo aspetto tecnico, la sua rilevanza nella società degli uomini e in quella degli animali acquatici è enorme. Nell’immaginario collettivo tutti i delfini si chiamano Flipper e sono buoni, per cui viene spontaneo amarli e proteggerli. Invero si tratta di un predatore eccezionale, un vero stratega della caccia, dotato di un’intelligenza che lo pone al vertice della categoria. E questo perché, al pari delle altre attività, caccia in gruppo, accerchiando banchi di pesci per poi sfamarsi a turno. Un affiatamento quasi militaresco, che viene alimentato continuamente da attività ludiche, pioniere forse del team building aziendale. Per questo le sue sottospecie fanno la fortuna dei parchi acquatici, ma il resto della specie sta alla larga dall’uomo. La ragione principale è la paura di essere catturati, per errore nelle maglie delle reti, o da chi si ciba delle sue carni. E non stiamo parlando di paesi del terzo mondo: in Giappone, pur essendo sconsigliata per la concentrazione di mercurio, questa carne è ancora molto ricercata. E se vi capita di andare in Liguria, tutti sanno qual era l’ingrediente principale del musciame, prima che vietassero la pesca a questi animali.