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San Marino, per la Cassa di Risparmio “l’emergenza è finita”

da Redazione

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Il neo DG Paolo Borin: “Una banca semplice vicina alle famiglie e alle imprese del Titano”. Il Presidente della Fondazione San Marino, Tito Masi: “Nessun trionfalismo ma la traversata nel deserto durata 3 anni è al capolinea”.

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di Saverio Mercadante

 

“Nessun trionfalismo ma l’emergenza è finita. Abbiamo attraversato il deserto in questi tre anni ma molti problemi che ci sono caduti addosso ora fanno parte del passato”. Tito Masi, Presidente della Fondazione San Marino, proprietaria al 100% dell’istituto sammarinese in qualità di azionista unico, cita a braccio i tempi bui della tempesta che ha investitola Cassa di Risparmio dal 2009: azzeramento dei vertici, le pesanti accuse della Procura di Forlì, l’emergenza liquidità, lo scudo fiscale, il rischio della liquidazione coatta del gruppo Delta. Ma ricorda anche l’omologa definitiva sul piano di ristrutturazione del Gruppo Delta. Tito Masi però sottolinea che le perdite subite da qui al 2020 rendono possibile una svalutazione dei crediti. Ora la Cassa guarda al futuro e punta a un forte piano di rilancio al centro del quale certamente c’è la ricapitalizzazione della Cassa fortemente richiesta anche dal Fondo Monetario Internazionale. “I tempi sono scaduti – ha affermato Masi – ma c’è stata un’assunzione di responsabilità con l’approvazione di un ordine del giorno in Consiglio Grande e Generale”. In ballo ci sono quei sessanta  milioni di euro che dovrebbero arrivare dallo stato. Forse. E altri settanta milioni di euro, dopo le porte rimaste chiuse degli investitori italiani ed esteri, dovrebbero arrivare dalle famiglie sammarinesi. La forma sarà quella del prestito obbligazionario subordinato e convertibile in azioni dopo due anni; 10 milioni a testa arriveranno dalla SUMS e dalla Fondazione. Ma sarà necessario anche un forte adeguamento della governance. E la nomina di Paolo Borin a nuovo direttore generale testimonia il cambio di passo: 60 anni, residente a Vicenza, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche. Curriculum importante: ha cominciato nella Banca Commerciale Italiana, poi all’interno del Gruppo Intesa San Paolo. Dal 2007  in Banca Popolare Friuladria: ha ricoperto, sino al mese scorso, la posizione di Vice Direttore Generale. Borin, inizierà ad essere operativo l’11 aprile. “Punto a una banca semplice, vicina alle famiglie ed alle imprese di San Marino. Al centro del progetto di rilancio innovazione e fidelizzazione della clientela già esistente e naturalmente acquisizione di nuovo correntisti”. Il nuovo direttore generale non si è nascosto dietro un dito affermando che dall’esterno la percezione del sistema bancario sammarinese è “molto deteriorata. Essenziale, quindi, un cambio di rotta verso la trasparenza ma la Cassa è già orientata su questo percorso e proseguirà su questa strada”. “Bisogna pensare anche a chi mi sostituirà – ha affermato il presidente della Cassa, Leone Sibani – ma l’emergenza è chiusa, ora occorre consolidare, pur consapevoli che le difficoltà attraversate porteranno a numeri non brillantissimi nel bilancio”. In aprile scade il suo mandato triennale. “Sono stati anni duri: ogni giorno non sapevamo se il giorno dopo si poteva ancora operare: per assenza di liquidità si fallisce e si può morire”. Tito Masi e Paolo Borin hanno fatto dichiarazioni di stima nei confronti dell’ex direttore generale Luca Simoni che ha fatto un passo indietro per il suo coinvolgimento nelle inchieste giudiziarie di Forlì non ancore concluse: resterà in qualità di dirigente.

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