Home FixingEditoriali Guardiamo in faccia la realtà La politica è deludente, ma i problemi vanno affrontati

Guardiamo in faccia la realtà La politica è deludente, ma i problemi vanno affrontati

da Redazione

Il 2012 incomincia così, con una serie di aspettative che devono trovare risposte. Risposte in tempi rapidi, anche perché la politica non può e non deve abdicare al proprio ruolo.

di Loris Pironi


SAN MARINO – Il 2012 incomincia così, con una serie di aspettative che devono trovare risposte. Risposte che devono essere immediate, per giunta, anche perché i problemi e gli obiettivi da raggiungere sono praticamente gli stessi con i quali era incominciato il 2011.

Parliamo di San Marino; la situazione è ben nota, con lo stallo nelle relazioni con l’Italia e la necessità di costruire nuovi driver di sviluppo. Ma parliamo anche dell’Italia, dove la situazione è pressoché analoga… se non per il fatto che a Roma non c’è lo stesso interesse per rispolverare l’antico rapporto di amicizia con il Titano.

In una democrazia, è opportuno ricordarlo, la politica riveste un ruolo importante che non può essere accantonato. In Italia il 2011 ha visto la propria classe politica farsi da parte per lasciare campo libero ai cosiddetti tecnici. La cura di Mr Monti, è ormai acclarato, non è certo dettata da genio e fantasia, tra nuove tasse e vecchi veti difficili da scalzare. Nel frattempo la politica, quella dei partiti e dei movimenti, resta in retrovia a impegolarsi in scaramucce preelettorali, nella speranza che qualcuno si dimentichi le reali responsabilità di un debito pubblico che è l’unico lascito di questo ventennio.

Non nascondiamo la nostra delusione per una classe politica, in Italia quanto a San Marino, che non riesce proprio ad operare non solo un cambio di passo, ma anche un semplice passo avanti. Inchiodata al passato, incapace di prendere decisioni. Colpevole di non riuscire a innescare un qualsiasi meccanismo virtuoso, di non riuscire ad affrontare una mediazione che non sia tristemente al ribasso.

Partiamo dall’Italia – per arrivare a San Marino – con un esempio lampante, che ci sta particolarmente a cuore: il caso dei frontalieri. Poco prima di Natale un ordine del giorno bipartisan (bipartisan per così dire, perché Pdl e Pd adesso stanno all’ombra dello stesso totem) ha impegnato il governo a reintrodurre la franchigia da ottomila euro nel Decreto Milleproroghe. Il risultato è che nel Milleproroghe non c’è traccia di questo provvedimento a cui i frontalieri, doppiamente tartassati, ogni anno si aggrappano come naufraghi ad un barile vuoto nella tempesta. “Non ci sono motivi per non firmare gli accordi con l’Italia”, ci ripetono da mesi i politici sammarinesi come un mantra, eppure la benedetta firma non arriva. E il problema non è solo per i frontalieri, color che son sospesi tanto per citare (e non a caso) l’Inferno dantesco, ma anche per le imprese e per i lavoratori sammarinesi che in assenza di rapporti chiari tra i due Stati soffrono e non possono guardare al futuro con fiducia.

Il 2012 sarà più duro del 2011, sostengono gli analisti. Ma non ci vuole Nostradamus per una simile profezia, basta vedere quali provvedimenti sono stati presi per superare i vecchi problemi. A San Marino neanche una riforma in larga parte condivisa come quella tributaria è riuscita a decollare per tempo. E, come sostiene Paolo Rondelli, Presidente ANIS, nell’intervista che apre questo primo numero dell’anno di San Marino Fixing, chissà cosa verrà fuori nel corso dell’estenuante trattativa che porterà all’approvazione definitiva. E non è tutto. Il sistema finanziario resta fermo al palo con il gelo perdurante nelle relazioni con Roma. Le imprese non trovano più motivi per ritenere strategico operare a San Marino, così come si evince dall’analisi del clima di fiducia della Camera di Commercio. La Finanziaria 2012 si è rivelata un semplice compitino con qualche buon proposito e nulla di concreto che indichi la volontà di tagliare la spesa pubblica e uscire prontamente dal maelstrom del deficit, che è un mostro che il Titano non può affrontare.

Insomma, non vogliamo deprimerci né deprimere i nostri lettori, non vogliamo farci attrarre dal facile approdo dell’antipolitica (giammai). Ma dato che solo quando viene messa alle strette la classe dirigente incomincia a rimboccarsi le maniche, il nostro buon proposito – anche – per il 2012 è quello di guardare, e farvi guardare, in faccia alla realtà.

 

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento