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Diario della crisi del 6 gennaio 2012

da Redazione

Il Regno Unito sta con un piede nell’Unione Europea e con l’altro fuori dall’Europa e forse a questo punto è un bene per i 27 Paesi dell’UE.

 

di Saverio Mercadante

Il Regno Unito sta con un piede nell’Unione Europea e con l’altro fuori dall’Europa e forse a questo punto è un bene per i 27 Paesi dell’UE.

Arrivano dati spaventosi sull’economia della nazione: il debito sta iniziando a spaventare il mondo intero.

Onde di terrore non solo dai poveri Piigs, insomma. L’analisi di Morgan Stanley Research fa venire i brividi. Il rapporto tra debiti privati e Pil è infatti per l’UK, secondo gli esperti della banca americana, pari a ben il 950% e i debiti del settore finanziario, in rapporto al Pil e considerati da soli, corrispondono a un valore superiore al 600%.

I dati di Morgan Stanley sono ben superiori a quanto è affermato nel Budget Report del Tesoro del Regno Unito, che pur fanno rabbrividire: in questo caso il rapporto tra debiti privati e Pil è superiore al 450% mentre il rapporto che si riferisce al settore finanziario è calcolato al 250%. Altro che Grecia, se viene giù la Regina, scacco matto all’intera economia mondiale. Intanto si segnala l’ennesimo attacco degli Hedge fund contro l’euro. Secondo i dati resi noti dal Commodity Futures Trading Commission e segnalati da un articolo del Financial Times, nella settimana terminata il 27 dicembre le scommesse contro la moneta unica sono balzate a un livello mai visto in precedenza. Per i 41 esperti intervistati da Bloomberg, l’euro scenderà a quota 1,28 dollari entro il secondo trimestre del 2012. Eppure, broker e banche d’affari hanno divergenze notevoli sul futuro della valuta.

Nomura ritiene per esempio che il rapporto eur/usd calerà a 1,20 entro il secondo semestre dell’anno, mentre Stardard Chartered fissa un valore di 1,22 dollari nello stesso arco temporale. Più ottimisti gli analisti di JP Morgan e di BNP Paribas, che prevedono che l’euro sarà interessato da una ripresa che lo riporterà rispettivamente a quota 1,34 e 1,35 dollari.

La fine dell’euro non sembra vicina. Forse.

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